100.000 giovani in piazza con le vittime della mafia, per la legalità e la democrazia. La manifestazione di Libera diventa una lezione di civismo attivo

ROMA – Partecipato come non si vedeva da anni ormai, ieri, a Roma, dalle ore 9,30, si è snodato il corteo della manifestazione organizzata da “Libera” in sostegno delle vittime della mafia.

I manifestanti hanno sfilato da Piazza di 500 fino a Piazza di Santa Maria Maggiore, giù fino a via Merulana in direzione di San Giovanni oltre 100.000 studenti di ogni età di ogni scuola ordine e grado stanno partecipando alla manifestazione che è ordinata e sicuramente bene organizzata dalla sicurezza all’associazione “Libera”.

Il lungo corteo ha proceduto in maniera regolare e c’è stata una grossa partecipazione, slogan sono stati scanditi ad alta voce e tutti hanno partecipano attivamente.

Tante, diverse e anche colorite le reazioni e i commenti dei passanti. Un conducente di taxi ci ha detto: «Oggi Nun se lavora, speramo che nun finisce come a Pisa, li m…tacci loro…».

Due ragazzi invece hanno commentato: «Per solidarietà alle vittime della mafia si può perdere un giorno di scuola».

I ragazzi vengono da Tivoli ed altre città del Lazio. Ci sono ragazzi da Viterbo e Bracciano e Vetralla. Molti dalle scuole romane. L’età va da quella dei ragazzi della secondaria di primo grado con minor partecipazione sembra degli anni più alti delle superiori.

Un professore: «Ho accompagnato i miei studenti perché credo che dobbiamo essere qui con loro».

Una signora anziana ci sorprende: «È bello vedere i ragazzi che manifestano, mi ricorda altri tempi. Spero solo che sappiano perché e che non accada nulla di male».

Il corteo è incanalato fra due strisce gialle e sotto il controllo lungo il percorso della polizia di Roma Capitale. Per sicurezza tutta l’area fra via Cavour, Piazza Vittorio, Colle Oppio e giù fino a via Nazionale, Piazza Esedra è perimetrata.

Il corteo si è poi mosso verso Piazza San Giovanni, mentre dall’altra parte sono bloccati gli accessi da via Appia e dall’Amba Aradam, dove la manifestazione ha avuto la sua conclusione con riflessioni e testimonianze.