13 milioni tolti dal Governo all’Abruzzo per il recupero di importanti bellezze culturali. Interrogazione di D’Alfonso: «Silenzio complice della Regione»

PESCARA – Tolti all’Abruzzo dal Governo Meloni 13 milioni di euro destinati al recupero di bellezze culturali presenti in luoghi significativi e particolari, ma colpevolmente dimenticati.
A renderlo noto è l’ex Presidente della Regione Abruzzo, ora parlamentare del Partito Democratico, on. Luciano D’Alfonso che ha presentato un’interrogazione a Presidente del Consiglio e Ministro della Cultura, per sapere cosa intendano fare per ripristinare le risorse e consentire, con diverse modalità, l’avvio degli interventi previsti dalle amministrazioni locali, bloccati dal definanziamento dei progetti.
Ma D’Alfonso ce ne ha anche per la Giunta regionali di Marco Marsilio, accusata di essere troppo impegnata nell’elargire mancette e finanziare iniziative di amministrazioni ed enti amici, piuttosto che battere i pugn al tavolo della Conferenza Stato-Regione e chiedere conto di questo definanziamento.
Questa la nota dell’onorevole Luciano D’Alfonso.

«Ho presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della
Cultura e al Ministro dell’Economia e delle Finanze per sapere se e quali iniziative utili e coordinate
intendano assumere:
- per consentire sollecitamente il ripristino delle risorse (13 milioni di euro a 16 Comuni abruzzesi)
assegnate al progetto denominato “Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati”, anche prevedendo, alla luce dell’aumento dei prezzi delle materie prime, o l’adeguamento dei finanziamenti dei progetti aumentandone le dotazioni finanziarie in quantità adeguate per far fronte a detti aumenti, o, in alternativa, prevedendo la possibilità, a discrezione di ciascuna amministrazione, di rimodulare i progetti sulla base delle risorse già stabilite dal progetto; - per consentire un rapido trasferimento dei fondi agli enti ammessi al finanziamento;
- per favorire, in conformità allo status di ogni singolo progetto, l’iter procedimentale, stabilendone un concreto snellimento;
- per consentire ai soggetti attuatori la rapida realizzazione dei progetti.


La vicenda trae origine dalla delibera CIPE n. 3/1.05.2016 (FSC 2014-2020: Piano «Cultura e Turismo», articolo 1, comma 703, lettera D della legge n. 190/2014) con la quale:
- è stato approvato il Piano Stralcio “Cultura e Turismo” e sono stati assegnati al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per la realizzazione dello stesso Piano Stralcio “Cultura e Turismo”, l’importo complessivo di un miliardo di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il ciclo di programmazione 2014-2020 (“FSC 2014-2020”), ai sensi dell’articolo 1, comma 703, lettera d), della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di stabilità 2015);
- è stata destinata una riserva di 170 milioni di euro a favore di interventi di completamento particolarmente significativi e di nuovi interventi, da individuare con successivo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM);
- sono stati assegnati, nell’ambito di tale riserva, 150 milioni di euro a favore di interventi (di importo non superiore a 10 milioni di euro) afferenti al progetto denominato «Bellezz@- Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati.
Si sono quindi susseguiti negli anni ulteriori provvedimenti per l’istituzione e la nomina dei componenti di una Commissione di valutazione dei progetti, per l’istituzione di una Segreteria tecnica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Segretariato Generale e sono stati emanati due DPCM, in data 3.09.2019 e 11.02.2021, che hanno disposto l’ammissione di 42 interventi alla successiva fase di stipula delle convenzioni con il Ministero dei beni e delle attività culturali.
A favore dell’Abruzzo, in particolare, sono stati stanziati circa 13 milioni di euro e la Commissione di valutazione ha assegnato 12.987.089 euro a 16 Comuni abruzzesi per i seguenti progetti di recupero:




- Castello ducale di Crecchio – 35.000 euro;
- Centro museale scuola di restauro di Tornareccio – 500.000 euro;
- Complesso monumentale di S. Giovanni in Venere a Fossacesia – 620.000 euro;
- Palazzo Castracane a Villa S. Maria – 800.000 euro;
- Castello di Casoli – 840.000 euro;
- Abbazia di S. Martino in Valle a Fara S. Martino – 1.200.000 euro;
- Palazzo Cavacini a Castel Frentano – 1.190.000 euro;
- Linea Gustav a Civitella Messer Raimondo – 1.500.000 euro;
- Palazzo Botticelli a Collelongo – 300.000 euro;
- Torre delle Stelle di Aielli – 400.000 euro;
- Fontane storiche di Picciano – 150.000 euro;
- Complesso museale municipale di Loreto Aprutino – 1.099.089 euro;
- Castello di Rosciano – 2.000.000 euro;
- Chiesa di S. Lorenzo a Civitella del Tronto – 150.000;
- Villaggio del Fanciullo a Silvi Marina – 1.000.000 euro;
- Centro museale della Val Vibrata a Corropoli – 1.203.000 euro.
Purtroppo, con delibera CIPE n. 45 del 27 dicembre 2022, pubblicata nella G.U. n. 35 dell’11.02.2023, è stato previsto il definanziamento di tutti gli interventi facenti capo al progetto “Bellezz@ – Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati”, impedendo così agli enti attuatori di proseguire con l’iter procedimentale e creando gravi conseguenze in termini di degrado e possibilità di intervento sui beni culturali ammessi a finanziamento.
Sono innegabili la rilevanza sociale e il valore economico che il patrimonio culturale riveste ed è un dovere della comunità restaurare e restituire all’umanità le antiche testimonianze di cultura.
Il finanziamento dei progetti, oltre a consentire la messa in sicurezza e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, costituirebbe un’ulteriore azione di stimolo per la ripartenza economica del Paese.

Con la pratica abusata delle mance e delle operazioni di amichettismo, a colpi di deliberucce e generosità amicale del Consiglio regionale ci vorrebbero una ventina di sedute per ricostruire le coperture cancellate dalla pigrizia conoscitiva.
Invitiamo la Commissione di Vigilanza dell’assise regionale a ripercorrere l’iter di quanto accaduto, consapevoli che il misfatto è opera delle amministrazioni centrali, ma la Regione siede nella Conferenza Stato-Regioni e avrebbe dovuto far sentire la sua voce a difesa del territorio, invece di trincerarsi dietro un silenzio complice».