25 anni fa moriva in esilio in Tunisia Bettino Craxi l’uomo che amava la libertà contro i totalitarismi. Il ricordo di intellettuali eretici come Silone e Pellicani

di Sergio Venditti*
AVEZZANO – Certamente gli anniversari conservano tanti ricordi privati e pubblici di personaggi che hanno segnato la politica italiana ed internazionale, come Bettino Craxi.
A venticinque anni dalla sua prematura scomparsa, nell’esilio in terra tunisina, il suo pensiero torna più attuale che mai, in uno scenario geopolitico quanto mai complesso ed ad alta instabilità, a livello mondiale.
Come affermava un grande sociologo della politica, di matrice socialista, il Prof. Luciano Pellicani, (scomparso cinque anni fa), nella sua lucida analisi: la storia va contestualizzata nel periodo che l’ha generata, con tutte le sue variabili e contraddizioni, tipiche delle grandi fasi di transizione, in ultimo quella del 1989, con la caduta del “Muro di Berlino” ed il crollo dei regimi comunisti.
Per questo il suo “Saggio su Proudhon” fece clamore e lanciò la sfida all’egemonia della cultura marxista-leninista, di cui era ancora intrisa la politica del PCI.


L’On. Bettino Craxi nella sua visita a Pescina il 2 dicembre 1984 (davanti al sindaco socialista, Ermete Parisse) nella sua doppia veste, già da un anno Presidente del Consiglio dei Ministri, volle celebrare il grande scrittore definito dalla cultura massimalista il “rinnegato Silone”, nella terra dov’era nato, come emblema del vero riformismo socialista, che aveva duramente combattuto sia il fascismo prima che il comunismo dopo, con una ferma requisitoria contro la stessa “doppiezza togliattiana”, dal dopoguerra, con la nascita della sua rivista “Tempo Presente”, fino alla sua lucida autobiografia politica, dal titolo emblematico di “Uscita di Sicurezza”.
Questo “libro-verità” fu’ un evento editoriale, ma anche politico, uscito nel 1965, dopo la svolta avviata nel
1963, con il varo del primo centro-sinistra di governo presieduto dall’On. Aldo Moro, con Pietro Nenni, Vice Presidente, che determinò poi la scissione dell’ala massimalista dei socialisti, con la nascita del
PSIUP.
Una linea di governabilità che consentì al Paese di avviare una stagione di riforme, certo incompiuta, ma decisiva per portarlo alla forte spinta degli anni ’80, con il varo dei più longevi Esecutivi: i Governi Craxi I-II.
Nel suo appassionato intervento da Premier politico, a Pescina, il Segretario del PSI onorò la figura di
Secondino Tranquilli, come la più originale di militante prima del “libero pensiero” e poi di autentico scrittore degli umili ed oppressi di tutto il mondo, ognuno con la loro “Fontamara”: il romanzo scritto dal suo esilio svizzero ed uscito nel 1933, ancora oggi tradotto in tutto il mondo.
Nella dichiarazione l’allora Segretario del PSI, l’On. Bettino Craxi, dopo la morte di Ignazio Silone, il 22 agosto 1978, in una clinica di Ginevra, in Svizzera, dichiarò: “La morte di Ignazio Silone riempie l’animo dei socialisti di tristezza e di commozione.
Scompare un uomo appartenente a una generazione che ha lungamente lottato per la libertà ed ha partecipato da protagonista al travaglio politico e culturale del suo tempo.
Ignazio Silone – ha concluso Craxi – è certamente uno dei più grandi scrittori moderni ed uno degli autori italiani più noti all’estero. Lascia, per la sua umanità e la sua passione politica, un grande vuoto tra gli amici ed i compagni; lascia, per le sue doti di intelligenza, di senso critico e di cultura, un segno profondo nella storia contemporanea. I socialisti rendono omaggio alla sua memoria”.

Il Presidente del PSI Pietro Nenni, suo vecchio compagno, scrisse: “La morte di Ignazio Silone mette in lutto il socialismo europeo, non solo per il grande contributo dato da Silone alla battaglia antifascista”.
E cinque anni fa, la Sen. Stefania Craxi ha ricordato il Prof. Luciano Pellicani: “Fù pensatore vivace ed originale e uno studioso appassionato di cui sentiremo tutti una grande mancanza…
Con la sua costante azione di studioso indomito, ricca di saggi, scritti e discorsi di grande rilevanza storico-filosofica e socio-politica, accompagnò in maniera determinante l’opera di profondo rinnovamento politico e culturale del Nuovo Corso socialista, guidato da Bettino Craxi… Luciano, poi, guidò con successo negli anni Ottanta la rivista Mondoperaio.
La sua scomparsa in questo momento difficile ci impone di posare sulla sua tomba solo un ideale garofano rosso, che con la sua condotta ha contribuito a far fiorire e crescere. CIAO LUCIANO”.
Ed ancor di più oggi “CIAO BETTINO”.
*Fondazione “Ignazio Silone”