Acqua e Fuoco: L’instancabile “lavoro” degli imbecilli

TAGLIACOZZO – Il problema, anzi, il dramma è generale. Non interessa soltanto Tagliacozzo e dintorni, bensì la Marsica, l’Abruzzo, l’Italia e l’intero orbe terraqueo. L’acqua manca, il fuoco divora boschi e foreste. L’insensibilità dell’uomo su questi temi è totale. La testimoniano le cronache nostrane di questi giorni: l’incendio mostruoso di Arischia e Cansatessa, l’incendio sventato a danno della pineta di Tagliacozzo, il razionamento e la turnazione nella erogazione dell’acqua in ogni dove.

Ma, questioni del genere, non sembrano turbare minimamente le menti bacate di coloro che amano  il gozzoviglio al fresco di monumentali pinete, innescando pericolosi fuochi o di quanti – da mattina a sera – imbracciano pompe e strumenti vari per innaffiare piccoli fazzoletti di terra e lavare più di una volta al giorno la piccola utilitaria di famiglia. Non basta essere “gretini” della prima (i sostenitori della baby-ecologista grata Thunberg ndr) ora per essere attenti alla tutela ambientale, né scrivere  elucubrazioni che inondano i giornali soltanto per meri fini politici. Gli occhi di molti ecologisti su quanto si sta verificando a Tagliacozzo in questo superaffollato periodo vacanziero si sono improvvisamente appannati, la voce della protesta si è inaspettatamente arrochita. Infatti, l’appello a fare un uso razionale dell’acqua  è venuto dal Cam; l’appello a non appiccare fuochi ovunque è arrivato dal sindaco; l’appello a non abbandonare rifiuti in istrada lo ha lanciato la Segen.

Tutt’intorno, un sonnacchioso silenzio.

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