Ad Atri si torna a votare, il Consiglio di Stato annulla l’elezione del sindaco Ferretti. Accolto il ricorso presentato dalla lista “Alleanza civica”

ATRI – “Nelle prossime ore terminerò il mio mandato e verrà nominato un commissario prefettizio che avrà il compito di condurre la nostra città fino a nuove elezioni”.

Così, in un video che sta circolando in queste ore sui social, il sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato l’esito delle elezioni di maggio 2023, vinte dal centrodestra.

La città tornerà quindi al voto, presumibilmente a giugno; fino a quel momento ci sarà il commissario.
    Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalla lista ‘Alleanza civica’, che fa capo al candidato sindaco del 2023 Alfonso Prosperi, sconfitto per undici voti.

Presentato il primo ricorso al Tar per errori nell’attribuzione delle preferenze in alcuni seggi, i giudici amministrativi avevano respinto l’istanza; poi l’appello al Consiglio di Stato, fino al pronunciamento attuale.

Il sindaco parla di “paralisi amministrativa”, perché il commissario si limiterà “solo all’ordinario”, e sottolinea che “la preoccupazione più grande in questo momento riguarda i finanziamenti percepiti dall’amministrazione, i progetti in itinere e il rapporto che verrà meno tra i cittadini e i suoi rappresentanti. Non ultima – aggiunge – la preoccupazione che questa situazione possa portare anche ad un eventuale aumento delle imposte e dei tributi dei servizi erogati dal Comune alla collettività che per i cittadini sarebbe da scongiurare in questo delicato momento storico”.

A proposito dell’accaduto, Ferretti parla di “regia politica” e sottolinea che “il primo intento dell’opposizione, fin dalla campagna elettorale, è stato quello di screditare la città all’esterno. Ho il dovere morale e politico di difendere la mia città e i miei cittadini, che in questa vicenda sono parte lesa, unitamente al sottoscritto e a tutta l’amministrazione”.

Il sindaco parla infine di “dubbi che dovranno essere dissipati dalla magistratura”.