Al tempo delle ludopatie… 2°

E’ trascorso un po’ di tempo dal precedente articolo di questa inchiesta sul vizio del gioco, sulle ludopatie. Era l’8 marzo di quest’anno e di lì a poco, molto poco in realtà, sarebbe scattata la quarantena!
Nel riprendere la nostra inchiesta, abbiamo intervistato due esercenti di tabaccheria che ci hanno dato il quadro della differenza.
P.M. ci dice con enfasi: “…Nel nostro negozio la clientela che si rivolgeva al gioco era divisa in almeno tre tipi diversi: c’erano quelli che andavano sulle macchinette, spendendo da pochi euro a diverse decine, poi quelli e quelle che si dedicavano al superenalotto e assimilabili, cioè lotto istantaneo, winforlife, e, infine, quelli e, soprattutto, quelle, signore per lo più anziane che giocavano al lotto con una frequenza settimanale, vincendo più o meno piccole e grandi somme con una spesa, settimanale di alcune decine di euro. Caso a parte i giocatori con il gratta-e-vinciQuelli e quelle arrivano a spendere da qualche decina di euro anche a molto di più (non ci dice la cifra)…Altre tipologie non abbiamo perché non abbiamo il collegamento alle scommesse…
Ma, chiediamo, “…perché parla al passato?
P.M.: “…Questo che ho detto valeva sicuramente sino a prima del decreto limitativo…Da circa due mesi abbiamo tutto fermo e non sappiamo bene se e come le cose ricominceranno…Avevamo circa 400-600 utenti al giorno…
Questo sarebbe un quadro di un certo tipo di ambiente di gioco, che ci viene confermato da un altro esercente di tabaccheria.
D.P.: “…Da me si gioca solo alla lottomatica...In prevalenza al lotto istantaneo… Vengono, in genere, al primo pomeriggio, sono una decina di persone che vengono a giocare per qualche ora, con puntate da 1-2 euro che ripetono inseguendo la caccia al numero ed alla combinazione…Qualcuno ha i suoi numeri e le sue tecniche di gioco, altri e, in genere vincono qualcosa di più, son quelli che seguono le indicazioni dei numeri ritardatari o di quelli frequenti…Sono artigiani, qualche impiegato e diversi pensionati…Persone che fanno parte quasi di un gruppo di amici che trascorrono del tempo insieme…”
Ascoltiamo con attenzione quel che ci viene detto, ma non sembra essere proprio questo il grosso del “gioco” e il “vizio del gioco”, anche se il giro d’affari può alla fine risultare notevole e ce lo dimostra una visita ad una sala da gioco ad Avezzano Nord.
Qui è diverso: i grandi visori mettono in collegamento con le scommesse reali e su quelle gestite da una rete di computer che simulano eventi diversi, dalle corse alle partite.
Qui il gioco è discretamente diverso e, diremmo, più pesante.
Il gestore, che non vuol essere nemmeno nominato per sigla, si trincera dietro una battuta: “…La mia attività è in franchising…Offriamo passatempi e chi viene a giocare conosce il rischio…
Forse siamo arrivati al luogo giusto, al nocciolo della questione, come vedremo fra un po’…
Intanto registriamo la cupa ed accorata testimonianza di una persona che è riuscita a venir fuori dalla sua ludopatia.
I.M. ci racconta in breve: “…Per giocare sottraevo soldi alla mia attività…Dovevo andare a pagare qualcosa alla posta, ma entravo nel bar vicino o alla tabaccheria e andavo a giocare…Poi andavo anche alla sala corse…Ho buttato via più di centomila euro…Stavo per perdere la mia famiglia…Ho messo in crisi la mia attività…Ho iniziato per caso, andando dietro ad un amico sbruffone…Alla fine, grazie alle mie figlie, ho iniziato un percorso di due anni presso una comunità…Non vedevo i miei familiari…E’ andata avanti così per otto mesi…Lavoravo in un orto e facevo sedute terapeutiche…Poco per volta ho cominciato ad accettare la mia malattia…Dopo un anno ho potuto ricevere di nuovo visite…E’ durato tutto ancora un anno…E’ stato terribile all’inizio, poi mi son sentito meglio…Oggi, sono in pensione, sono tornato a casa…Mi sento meglio, ma ho paura che possa ricominciare l’inferno…Forse è peggio della droga…”
Restiamo qui, un attimo, in silenzio, rispettoso silenzio perché abbiamo toccato delle corde importanti…
Per proseguire, ci vuole prima una riflessione…Un po’ di tempo!

(segue)

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