Allarme chiusura Stellantis Atessa. Fiom, Fim e Uilm: «Le dichiarazioni di Imparato un macigno anche per il futuro della Marelli di Sulmona»

SULMONA – La questione “Stellantis” aperta dalle dichiarazioni del manager francese Jean Philippe Imparato, riportate da “Il Fatto Quotidiano”, e rilanciate dal segretario Fiom-Cgil di Chieti, Alfredo Fegatelli, provocano una reazione a catena fino a Sulmona.
Nonostante il tentativo della assessore Tiziana Magnacca di rassicurare tutti, accusando Fegatelli della Fiom-Cgil e chi segue quella linea di promanare notizie allarmanti e infondate, accusa alla quale Fegatelli ha duramente replicato (vedi altro servizio), ora unitariamente Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm Uil della provincia dell’Aquila, con le rispettive Rsu dello stabilimento Marelli, dicono chiaramente che ciò che accade ad Atessa ha simultaneamente ripercussioni sullo stabilimento peligno.
Insomma, sarebbe una catastrofe occupazionale, sociale ed economica per l’Abruzzo che vedrebbe cadere due degli stabilimenti più importanti, e storici, della regione.
Questa la nota unitaria di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil.
«Le inequivocabili e pesantissime dichiarazioni rese nei giorni scorsi da Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, riguardo allo stabilimento ex Sevel di Atessa “Ogni punto che non faccio mi costa 50 milioni. Il rischio massimo che ho è di 2 miliardi e mezzo fra 2-3 anni. Questo lo pago una volta, la seconda volta chiudo Atessa”, tenuto conto della “simbiosi” dello stabilimento Marelli di Sulmona proprio con lo stabilimento ex Sevel di Atessa (dichiarazione dei vertici di Marelli), pesano come un macigno anche sul territorio peligno.
Non manca occasione (tavolo sindacale o tavolo istituzionale che sia) in cui Marelli non dichiari forti criticità per lo stabilimento di Sulmona attribuendone la causa alle scelte strategiche di Stellantis, l’ultima volta è accaduto in occasione dell’incontro del 19 giugno 20025 presso il MIMIT, prima delle ultime dichiarazioni di Imparato.
Stretti tra una procedura di ristrutturazione del debito (Chapter 11) aperta da Marelli Holding e le scelte di Stellantis sull’unico cliente dello stabilimento Marelli di Sulmona, ossia ex Sevel di Atessa, per il quale Imparato ha evocato un futuro fosco se entro fine anno non interverranno azioni da parte del Governo italiano e della Commissione europea, quali sono le prospettive per il sito Marelli di Sulmona per il quale peraltro è imminente la scadenza degli ammortizzatori sociali con la conseguente necessità di attivare quelli in deroga?
E che ne è delle richieste avanzate ai vertici di Marelli sia dal Sindacato che dalla Assessora Tiziana Magnacca di riportare all’interno dello stabilimento di Sulmona le produzioni, tra cui anche quelle dei particolari (dischi, fusi, mozzi, bracci in ghisa…) destinati sempre alla ex Sevel e che Marelli acquista dall’esterno invece che produrli a Sulmona?
La vertenza della Marelli di Sulmona si inserisce in quella gigantesca dell’intero comparto automotive, che deve diventare una priorità nazionale e vedere il coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi». Fim-Fiom-Uilm territoriali di Sulmona e Rsu Fim-Fiom-Uilm Marelli Sulmona