Allarme per la Stellantis di Atessa. Fiom, Fina e D’Alfonso: “Rischio chiusura, intervenire”. Magnacca: “La fabbrica non chiuderà”

Lo stabilimento di Stellantis ad Atessa, Abruzzo (ANSA/US STELLANTIS)
L’AQUILA – Torna a salire la febbre per la sorte dello stabilimento Stellantis di Atessa. Due le notizie che hanno fatto riscattare l’allarme rosso, ovvero lo stop di qualche giorno fa, per mancanza id lavoro, allo stabilimento di Cassino, e le dichiarazioni di di Jean-Philippe Imparato, responsabile per l’Europa di Stellantis, riportate da Il Fatto Quotidiano, secondo il quale “Stellantis potrebbe chiudere alcuni stabilimenti italiani, tra cui quello di Atessa”.
Sul punto interviene il segretario della Fiom-Cgil Chieti, Alfredo Fegatelli: “Nel sito della ex Sevel è attivo un piano di esodo incentivato per oltre 400 Lavoratori. In pochi anni si è passati da oltre 6.000 a meno di 4.900 occupati diretti e con questa nuova uscita si scenderà intorno ai 4.500.

A questi si aggiungono centinaia di Lavoratori precari in somministrazione o staff-leasing, lasciati fuori senza rinnovo contrattuale. Una progressiva e grave riduzione dell’occupazione, che rischia di diventare strutturale.
A rischio è l’intera filiera dell’automotive, composta da fornitori, logistica e servizi, già in sofferenza per il calo degli ordinativi. La chiusura dello stabilimento sarebbe un colpo letale all’economia del territorio e dell’intera Regione.
La FIOM CGIL CHIETI chiede:
1) convocazione urgente del tavolo regionale sull’automotive, con sindacati, aziende della filiera e
istituzioni;
2) intervento immediato della Regione, per chiarire le dichiarazioni di Jean-Philippe Imparato e le reali
intenzioni su Atessa;
3) blocco di ogni ulteriore riduzione occupazionale, a partire dal piano di esodo in corso;
4) coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi: non è più sufficiente il tavolo al MIMIT. La vertenza Stellantis e l’intero comparto automotive devono diventare una priorità nazionale.
Solo evocare la chiusura di Atessa è una minaccia inaccettabile! Il territorio, i Lavoratori, le famiglie e l’intera filiera meritano risposte chiare e immediate. Il Governo e la Regione Abruzzo devono assumersi le proprie responsabilità, prima che sia troppo tardi”.
Preoccupazione e allarme dai parlamentari del PD Luciano D’Alfonso e Michele Fina: “La chiusura dello stabilimento Stellantis di Atessa sarebbe un disastro in termini occupazionali e sociali per il territorio abruzzese e per le regioni vicine.


Stiamo assistendo a una gara in cui l’irresponsabilità e la miopia delle istituzioni locali, del presidente Marsilio in primis e del Governo, uniti all’opportunismo dell’azienda rischiano di provocare una disfatta occupazionale i cui costi saranno pagati, come al solito, dai lavoratori e le lavoratrici e dalle loro famiglie.
Un cortocircuito fatto di sottovalutazioni e inerzia, in cui il convitato di pietra è rappresentato dai costi dell’energia che sta paralizzando la competitività delle aziende italiane.
Siamo ad un passo dal disastro, ma il Governo sembra solo interessato a temi come la sottomissione della magistratura al potere politico, a riforme della sicurezza volte a mandare in galera chi protesta o a far spiare i giornalisti.
L’Italia reale è lasciata in balia degli eventi, in attesa che i dazi dell’amico americano infliggano l’ennesimo colpo al nostro sistema produttivo e al potere d’acquisto delle famiglie”.

Di tutt’altro avviso, invece, l’assessore regionale alle attività produttive Tiziana Magnacca, che rassicura circa il destino dello stabilimento di Atessa: “Lo stabilimento di Atessa non chiude: ha ed avrà le sue difficoltà, ma solo un cieco non vede che è l’unica produzione di veicoli commerciali in Italia e la più grande in Europa.
In questo senso vanno tutte le interlocuzioni che Regione Abruzzo ha avuto e sta avendo con Stellantis. L’unico stabilimento che produce furgoni in Italia non chiude – aggiunge l’assessore – sempre che non debba farlo per dar voce a qualcuno.
Regione Abruzzo in questo ultimo anno ha lavorato accanto al mondo produttivo seguendo con particolare attenzione l’automotive, lo stabilimento di Atessa con il suo indotto. Abbiamo tenuto in meno di un anno tre tavoli regionali (Teramo, Atessa e Sulmona), siamo stati presenti ai tavoli nazionali presso il Mimit con i sindacati nazionali e ai tavoli nazionali di Stellantis.
In ciascuno di questi il ruolo svolto da Regione Abruzzo è stato di ascolto, di proposta e di denuncia, quando era necessario. Il tavolo regionale avrà la sua quarta convocazione in un anno quando sarà ritenuto necessario ed opportuno da coloro che lo compongono e senza necessità di dover paventare la chiusura di una fabbrica.
Senza contare – sottolinea – il ruolo fondamentale svolto dal presidente Marco Marsilio in Europa proprio sul tema della transizione energetica. Più impegno e meno polemiche in un periodo in cui necessita grande maturità e serietà anche nel dibattito pubblico.
Anche perché se dovessimo metterla “sul piano politico” dovremmo ricordare che questa debacle dell’industria europea è stata scelta, voluta e votata da una parte politica (Verdi e PSE) che ispira alcuni dei sindacati che oggi gridano alla distruzione dell’automotive e alla perdita dei posti di lavoro.
Siamo invece impegnati – conclude – a tentare di mettere rimedio in Europa proprio a quelle scelte scellerate appoggiate, senza colpo ferire, senza un comunicato stampa, senza una dimostrazione, senza uno sciopero, senza una sfilata, da chi oggi teorizza la chiusura degli stabilimenti di produzione di autoveicoli”.