Allarme sociale nella Marsica: la Procura sommersa dalle indagini da “Codice Rosso”: la metà sono situazioni molto serie

Il Procuratore della Repubblica di Avezzano Maurizio Maria Cerrato

AVEZZANO – Poco meno di una media di duecento fascicoli l’anno, circa la metà sono casi degni di qualche attenzione in più, riguardano un po’ tutte le fasce sociali e spesso sono legati a situazioni particolari.

I casi da “Codice Rosso” invadono gli uffici della Procura della Repubblica di Avezzano che si trova a gestire questa che sta diventando una vera emergenza, unitamente al già pesante carico di fascicoli e indagini che normalmente e annualmente deve gestire.

La media parla, come ci ha precisato il Procuratore capo di Avezzano, dottor Maurizio Maria Cerrato, di una quindicina di fascicoli al mese, per circa 180 l’anno, caso più, caso meno, e la metà di queste denunce meritano approfondimenti e indagini che poi portano, quasi sempre, all’emissione di provvedimenti a tutela delle donne vittime di queste situazioni.

Provvedimenti che, ovviamente, poi vengono gestiti ed eseguiti dalle forze dell’ordine che quindi, oltre alle indagini e alle misure di prevenzione, debbono anche pensare a fare in modo che i provvedimenti vengano rispettati.

Le denunce riguardano tutta la Marsica, ci ha spiegato il Procuratore di Avezzano, non hanno un asset sociale particolare, ma sono abbastanza trasversali anche se, nella maggioranza dei casi, figurano situazioni di abuso di alcol e droga, oltre a problemi di difficoltà economiche che inevitabilmente generano tensioni che, nel lungo periodo, non si riescono a gestire, finendo per produrre effetti nefasti.

Come dicevamo all’inizio, poi, per lo meno nella metà di questi casi, la situazione, presentando minacce e violenze, necessita di indagini e accertamenti di un certo tipo che, alla fine, producono provvedimenti cautelari come l’allontanamento dalla casa coniugale, il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle donne vittime di questi episodi e altri ancora, anche più pesanti.

Nei casi più gravi, per fortuna ancora pochi, si arriva sino a custodie cautelari domiciliari o in carcere, con tutte le considerazioni del caso. Una situazione gravissima e allarmante, e non solo da punto di vista della gestione giudiziaria delle vicende.

L’aumento esponenziale di questi episodi di violenza sulle donne, spesso in ambito familiare e domestico, rilanciano un allarme sociale che deve essere esaminato e affrontato con strumenti e metodi avanzati e scientificamente validi.

Oltre, naturalmente, a cercare di educare i bambini, futuri adulti, ad essere uomini e donne dli domani che abbiano naturalmente e consapevolmente rispetto e amore reciproci.