Ancora i NAS all’Ospedale di Avezzano: ma dove è finito il piano regionale?

AVEZZANO – L’altro ieri i Carabinieri del NAS si sono interessati nuovamente dell’Ospedale di Avezzano compiendo una vera incursione presso il nosocomio marsicano e, da alcune indiscrezioni, sembrerebbe che abbiano fotografato una situazione complessa e disastrata.
Secondo queste notizie, la situazione ospedaliera si configurerebbe così, ovvero su almeno due punti fondamentali:
1) altri membri del personale sanitario del PS son stati contagiati portando il numero complessivo dei contagiati fra il personale ospedaliero ad oltre 100, forse 120;
2) nel reparto di malattie infettive non ci sarebbe più alcun posto e simile sarebbe la situazione nel reparto di medicina interna, con la zona grigia quasi satura.
Ci sarebbero poi i problemi di dotazioni individuali e DPI sulle quali si è potuto sapere assai poco.
Ma resterebbe il fatto che l’Ospedale di Avezzano non sia in condizione di gestire pazienti CoViD19 in posti di rianimazione critici o sub-critici che siano.
Poiché la situazione appare quanto mai confusa, e basterebbe citare la questione della tenda allagata di qualche giorno fa (notizia che ha visto aspri scontri), per capire qualcosa di più, siamo andati a cercare altre fonti.
Una persona vicina al presidente della Giunta Regionale (C.M.), attraverso FB, ha riferito che il programma della Giunta Regionale sarebbe in queste condizioni di attuazione:
potenziamento della Terapia Intensiva dell’Ospedale di L’Aquila I° e II° lotto con n. 8 posti letto e quindi per un totale di 16 posti letto: i lavori sono stati aggiudicati in data 12 dicembre a fronte dell’affidamento della progettazione avvenuto in 19 ottobre;
potenziamento della Terapia Intensiva dell’Ospedale di Avezzano con n. 8 posti letto e quindi per un totale di 14 posti letto: i lavori sono stati aggiudicati in data 12 dicembre u.s. a fronte dell’affidamento della progettazione avvenuto in 19 ottobre;
potenziamento della Terapia Sub Intensiva dell’Ospedale di L’Aquila con riconversione di 15 p.l. di malattie infettive: il reparto, già con l’esecuzione di lavori a carico del bilancio aziendale, era stato messo a norma: il progetto ricompreso nel D.L. 34, prevede la messa in opera di una nuova TAC nel G8 e la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica con percorsi dedicati e spogliatoi per il personale; in data 15 dicembre sono state avviate le procedure di gara per l’affidamento lavori con scadenza 21 dicembre;
potenziamento della Terapia Sub Intensiva dell’Ospedale di Avezzano con riconversione di 6 p.l. di area medica: i lavori sono stati aggiudicati in data 12 dicembre u.s. a fronte dell’affidamento della progettazione avvenuto in 19 ottobre;
ridistribuzione spazi e percorsi differenziati per il pronto soccorso dell’Ospedale di L’Aquila: i lavori del I° lotto sono stati ultimati in data 16 novembre u.s. mentre quelli del II°, andata deserta la gara, saranno affidati entro il 21 dicembre;
ridistribuzione spazi e percorsi differenziati per il pronto soccorso dell’Ospedale di Avezzano I° e II° lotto: i lavori sono stati aggiudicati in data 11 dicembre u.s. a fronte dell’affidamento della progettazione avvenuto in 21 ottobre;
ridistribuzione spazi e percorsi differenziati per il pronto soccorso dell’Ospedale di Sulmona I° e II° lotto: affidamento della progettazione in data 19 novembre, procedura di gara con scadenza al 23 novembre andata deserta, in corso l’affidamento all’operatore economico risultato aggiudicatario dell’accordo quadro di Invitalia; ridistribuzione spazi e percorsi differenziati per il pronto soccorso dell’Ospedale di Castel di Sangro: i lavori sono stati aggiudicati in data 12 dicembre u.s. a fronte dell’affidamento della progettazione avvenuto in 19 ottobre.
Abbiamo lasciato anche le questioni che riguardano altri nosocomi a titolo di confronto.
Veniamo adesso ad una fonte presso l’Amministrazione Comunale di Avezzano, costituita da alcuni membri della maggioranza consiliare. Secondo la maggioranza consiliare avezzanese le cose, riguardo all’Ospedale di Avezzano sarebbero, invece, le seguenti:
“… Si, sostanzialmente, riguardo ad Avezzano il programma era quello se non fosse che non c’è nessun macchinario per i tamponi, hanno aperto ora il bando e si prevedono non meno di 60 giorni.
Riguardo alle assunzioni esse dovrebbero cominciare a breve e andare a pieno regime a gennaio.
La situazione dei posti-letto CoViD19 risulta ben diversa così come quella dei tamponi che senza aiuti dall’esterno non si possono effettuare per mancanza di personale e dei macchinari, se i test vanno fatti e completati ad Avezzano, senza inficiare l’affidabilità delle procedure con invii altrove.
Il problema principale dell’Ospedale di Avezzano risulta completamente inadatto a ospitare pazienti Covid ed è necessario un qualche sbocco su quello di Tagliacozzo o, purtroppo, un avvio all’Aquila.
E’ necessario effettuare lavori sul pronto soccorso in vista di una probabile
terza ondata, prima che le vaccinazioni possano partire.
Avezzano non ha posti-letto di terapia intensiva, esistono solo 6 posti di
rianimazione che non possono ospitare pazienti CoViD19.
Saranno realizzati 8 posti di terapia intensiva e 6 di terapia subintensiva secondo la regione, ma i lavori non sono mai iniziati.
Il Direttore Generale ha affermato che inizieranno presto e i lavori aggiudicati in data 11.12.2020 riguardano un affidamento della progettazione effettuato in data 21.10.2020 e il cantiere partirà a inizio della prossima settimana, con una durata dei lavori prevedibile in 60 giorni.
Il Pronto Soccorso è attualmente pulito, ovvero senza pazienti CoViD19.
L’assunzione personale permetterà l’utilizzo di posti-letto a Tagliacozzo quando sarà tutto a pieno regime. Nel DELTA 7 AQ la situazione è, invece, ottimale.…”
Una seconda fonte sempre dalla maggioranza (C.A.) ha sottolineato che “…il problema vero attuale è rappresentato dalla carenza di personale, dalla impossibilità di eseguire tamponi in loco per assenza di apparecchiature, che solo ora sarebbero state richieste, e dalle strutture che non sono adeguate… Poi, ha continuato C.A., “…riattivare Tagliacozzo con l’arrivo del nuovo personale consentirà di avere 55 posti CoViD19 mentre altri 40+20 andranno all’Aquila, al Delta7, e questa cosa ci consentirà di alleggerire la pressione sul nostro ospedale… Il problema poi maggiore è che non abbiamo nessun controllo o potere sulla ASL che, invece, è ben protetta dalla regione e dal suo responsabile…”
Abbiamo posto una domanda, ovvero “ma questo non porta a dipendere dall’Aquila ancora una volta”, la risposta è stata: “…la mancanza di strategia chiara da parte della ASL ha comportato che qualsiasi cosa sia ritardata, e che oggi abbiamo necessità di recuperare spazi operativi, anche se alcune cose costano parecchio anche in termini politici…recuperare tempo per poter sistemare le cose…”
A questo punto risulta chiaro che la situazione sia assolutamente critica e il sindaco di Avezzano non può dichiarare inagibile l’Ospedale di Avezzano perché questo peggiorerebbe la situazione portando la Marsica a gravitare definitivamente sull’Aquila.
Allora non si capisce perché non sia stata attuata una sequenza di azioni improntata agli indirizzi contenuti nel seguente piano:
1) necessità di avere a disposizione strutture CoViD19 e strutture non-CoViD19;
2) le strutture CoViD19 dovrebbero essere a loro volta suddivise in: strutture a bassissimo e basso rischio, a medio rischio e ad alto rischio e queste ultime dovrebbero contenere le aree per la terapia intensiva pneumologica e cardiologica e di rianimazione;
3) le strutture di basso e medio rischio potrebbero essere allocate presso gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina e, eventualmente alla Clinica di Celano e alla Clinica Di Lorenzo di Avezzano, mentre presso l’Ospedale di Avezzano andrebbe allestito un reparto compartimentato ed isolato per l’alto rischio, ben isolato e separato dal resto degli altri reparti che dovrebbero funzionare regolarmente per il resto delle patologie che comunque continuano ad esistere; una struttura apposita di disinfezione e sanificazione dovrebbe garantire la protezione in accesso-recesso del personale sanitario addetto all’area di alto rischio;
1) necessità di avere a disposizione strutture CoViD19 e strutture non-CoViD19;
2) le strutture CoViD19 dovrebbero essere a loro volta suddivise in: strutture a bassissimo e basso rischio, a medio rischio e ad alto rischio e queste ultime dovrebbero contenere le aree per la terapia intensiva pneumologica e cardiologica e di rianimazione;
3) le strutture di basso e medio rischio potrebbero essere allocate presso gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina e, eventualmente alla Clinica di Celano e alla Clinica Di Lorenzo di Avezzano, mentre presso l’Ospedale di Avezzano andrebbe allestito un reparto compartimentato ed isolato per l’alto rischio, ben isolato e separato dal resto degli altri reparti che dovrebbero funzionare regolarmente per il resto delle patologie che comunque continuano ad esistere; una struttura apposita di disinfezione e sanificazione dovrebbe garantire la protezione in accesso-recesso del personale sanitario addetto all’area di alto rischio;
4) l’accesso al PS, con pre-triage e triage potenziato, dovrebbe essere unificato e sottoposto al controllo gestionale di una unità di crisi apposita con un supervisore apposito che dovrebbe avere a disposizione un controllo di rete che gli fornisca, in tempo reale, lo stato del sistema; 5) il sistema di attuazione dei test dei tamponi dovrebbe essere centralizzato in loco (Avezzano) con invio al sistema di controllo a rete dei risultati.
Di tutto ciò non c’è traccia nel programma regionale che sarebbe in attuazione, ma dobbiamo chiederci se l’Amministrazione Comunale possa recepire questa indicazione…
Intanto, nell’immediato, restano i rilievi operati dal NAS dei Carabinieri: si potrebbe suggerire di utilizzare quel che han trovato che non va come check-list per avviare interventi in somma urgenza.
Resta da vedere se qualcosa si farà!
Una cosa è certa, senza la possibilità di appoggio alla Clinica di Celano, del piano regionale originario resta ben poco…
Ah! Notizia avuta proprio prima di andare in stampa: alcuni medici di base non hanno aderito al piano di vaccinazioni contro l’influenza stagionale e questo aumenterà il carico per le strutture della ASL: cosa ne pensa la responsabile dei medici di base presso la ASL oppure il loro coordinatore locale?