“Ancora migliaia di lavoratori senza cassa integrazione. Vera emergenza sociale!” denuncia CGIL

Ormai è vera e propria emergenza reddituale, con conseguenze sociali facilmente immaginabili. Snoccioliamo un po’ di dati: L’Aquila e Sulmona meglio di Avezzano nel reperire fondi. Da colmare il divario.

Infatti ad oggi sono ancora migliaia i lavoratori sprovvisti di reddito a seguito della mancata corresponsione degli ammortizzatori sociali. Dal report dell’Inps relativo alle domande presentate fino alla data del 18 maggio 2020, si evince chiaramente una condizione di estrema difficoltà per centinaia di famiglie. Chiariamo sin da ora che, quotidianamente, si sta provvedendo al pagamento diretto ed alle autorizzazioni a conguaglio da parte dell’Inps, pertanto i dati sono in continuo aggiornamento. 

“La sottovalutazione della situazione ha generato un vero e proprio dramma per chi è ancora sprovvisto di un sostegno economico. Molteplici sono le responsabilità e adesso chiediamo una vera soluzione al problema. E’ necessario mettere in campo tutte le iniziative utili per arrivare a salvaguardare le nostre comunità.” dichiara la CGIL.

Per quanto concerne il bonus dei 600 euro, risultano infatti inviate all’Inps per la provincia dell’Aquila 25619 richieste, di cui 6890 sull’Aquila, 5407 su Sulmona e 13322 su Avezzano.  Ne risultano pagate 20051, pari al 78% delle richieste pervenute per l’intera provincia. Sono così suddivise: 5489 all’Aquila, 4060 a Sulmona e 10502 ad Avezzano. 

Per la cassa integrazione ordinaria (CIGO) per la provincia dell’Aquila sono giunte all’istituto previdenziale 1945 domande per un calcolo medio di 10636 lavoratori interessati. Ne sono state autorizzate 1916 relative a 10475 lavoratori. Per 6770 lavoratori è stato disposto il pagamento diretto su 9055 lavoratori interessati (pari al 75%), mentre per 1420 è previsto il pagamento a conguaglio, già autorizzato fino ad un totale complessivo di 8190 lavoratori. Risultano pertanto privi della corresponsione della cassa integrazione 2285 lavoratori. La cassa integrazione ordinaria risulta territorialmente così ripartita: L’Aquila ha 1011 domande per 5055 lavoratori coinvolti. Ne sono state autorizzate 975.  I lavoratori interessati dal pagamento diretto e già disposto sono 4004 su 4324 interessati (pari all’82%) e quelli dal conguaglio sono 551 per un totale di 4555 autorizzazioni. Sulmona ha 319 domande per 1276 lavoratori coinvolti; i lavoratori interessati dal pagamento diretto e già disposto sono 604 su 1090 interessati (pari al 55%) e quelli dal conguaglio sono 226 per un totale di 830 autorizzazioni. Avezzano ha 615 domande per 4305 lavoratori coinvolti. I lavoratori interessati al pagamento diretto già disposto sono 2162 lavoratori su 3641 interessati (pari al 59%); quelli dal conguaglio sono 643 per un totale di 2805 autorizzazioni. 

Per quanto concerne il Fondo di Integrazione Salariale (FIS) per la Provincia dell’Aquila risultano autorizzate 262 pratiche sulle 564 domande pervenute, il numero di lavoratori interessati sono 5266, i lavoratori a cui sono state corrisposte le prestazioni direttamente dall’INPS sono 1378. Sono così ripartite: 305 all’Aquila con 127 autorizzate, lavoratori pagati da SR41 855; 93 a Sulmona con 71 autorizzate e 236 lavoratori pagati da SR41; 166 ad Avezzano con 64 autorizzate con 287 lavoratori pagati.  

Per quanto concerne la cassa integrazione in deroga, le domande di CIGD pervenute all’INPS da parte della Regione Abruzzo sono 2304 per un complessivo di 5121 lavoratori interessati. Risultano autorizzate 2189 per un numero complessivo di 4869 lavoratori sospesi; ne risultano pagati 3074 da SR41, pari al 60% del totale degli aventi diritto. Risultano pertanto ancora privi di reddito 2047 lavoratori.

Analizza quindi la CGIL:”Al 18 maggio 2020 in tutta la Provincia, sono state presentate 4479 domande di NASPI e ne risultano evase 4241. Come già denunciato nei giorni scorsi, sono ancora migliaia i lavoratori senza reddito a seguito dell’emergenza sanitaria che si è trasformata in una vera e propria emergenza occupazionale, reddituale ed economica. Parliamo di oltre 6000-7000 lavoratori e lavoratrici che oramai da oltre due mesi sono sprovvisti di qualsiasi reddito, tale dato è relativo a lavoratori in cassa integrazione ordinaria, in deroga, FIS e Fondi di Solidarietà bilaterali.”

Conclude così con un appello la CGIL, dichiarando:”Dall’evoluzione dei dati registrati si evince che in regione Abruzzo continuano a giungere da parte delle aziende e dei consulenti del lavoro domande per la cassa integrazione in deroga, riferite all’inizio del lockdown e che dovranno essere successivamente trasmesse all’Inps per il pagamento della prestazione. Abbiamo la necessità di comprendere compiutamente le ragioni dei ritardi nei pagamenti delle spettanze che si sono fin qui generati e rimuoverne le conseguenze nefaste in capo ai lavoratori e lavoratrici; chiediamo maggiore impegno e coordinamento nelle attività procedurali da parte di tutti gli attori coinvolti nella gestione degli ammortizzatori sociali. Contestualmente, sollecitiamo aziende e consulenti ad inviare tempestivamente domande di CIG ed i modelli SR41 indispensabili per la liquidazione delle prestazioni dovute. Risulta, infatti, che il numero di lavoratori da SR41 pervenuti all’INPS è pari a 7286 su 9055 lavoratori interessati da domande di cassa integrazione ordinaria già autorizzate, pari quindi all’80 % del totale. Per la cassa in deroga risultano pervenuti 3473 modelli su 5121 interessati, pari al 68 % del totale. Ricordiamo, se fosse ancora necessario, che si tratta di lavoratori le cui famiglie sono allo stremo e che pagano ancora una volta i ritardi e la superficialità della politica in tutte le sue articolazioni. Crediamo fermamente che in questo momento occorra un impegno straordinario per superare tutti quegli annosi vizi di complicazioni politico-amministrative che hanno indebolito la macchina del nostro Paese e che, oggi, sembrano essere la causa di tali e tanti ritardi nell’erogazione delle misure previste per i lavoratori e le lavoratrici.”

“Non staremo a guardare. Chiediamo a voce alta e, se sarà necessario ancora più alta, che chi ha diritto abbia subito risposte rispettose della dignità delle persone.”

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