Arte e memoria: storia di un olocausto ignorato. Il popolo romanì commemora la Giornata della Memoria  

Il Comitato Artistico Lancianese insieme all’Unione delle Comunità Romanès, in collaborazione con il Comune di Lanciano, ha scelto di celebrarla con un progetto “ARTE E MEMORIA” che si terrà il 27 Gennaio 2023 presso il Teatro Fedele Fenaroli a partire dalle ore 10 , la cui finalità è dichiarata già nel titolo: l’arte può e deve aiutare a non dimenticare soprattutto quando il progetto viene svolto in condivisione tra il Comitato locale e i rappresentanti nazionali delle comunità romanès.

Saranno proprio quest’ultimi, nella celebrazione, ad illustrare gli elementi principali del Samudaripen; il termine, in lingua sinti o rom, assume lo stesso significato di Porrajmos, entrambe indicano lo sterminio del popolo sinti e rom avvenuto tra il 1938 e il 1945 da parte dei nazisti nei campi di sterminio. Una storia terribile e orrenda – parallela a quella dello sterminio di milioni di ebrei – della quale però non si è parlato fino al 1994 quando, presso il US Holocaust Memorial Museum, vengono commemorate le vittime rom e sinti dell’olocausto.

Attraverso la forma espositiva del dialogo – che avvicina questi argomenti ad un pubblico più ampio e li rende fruibili da tutti – la “memoria a più voci” verrà narrata dai discendenti dei diretti interessati, che hanno avuto deportati nelle le proprie famiglie, che hanno ascoltato con le loro orecchie le storie di quei giorni. La rappresentazione fonde musica, teatro e dialogo; la storia del pugile Sinto John Trollmann, che trovò la morte nei campi di sterminio, si alternerà alle musiche insieme alla cultura e agli elementi storici trasmessi nella memoria a più voci e che, tutti insieme, possono e devono rappresentare altrettanti spunti di riflessione per la crescita umana di ogni fascia d’età. 

Infoline: 380 8906932

Email: comitatoartisticolancianese@gmail.com

Un po’ di storia… (info da Martina Zuliani – www.martinazuliani.it )

1933 iniziano le prime sterilizzazioni di rom e sinti

1936 un primo decreto ordina la sedentarizzazione forzata e un altro vieta i matrimoni tra rom e non rom

1939 un’ordinanza rende obbligatorio il censimento e la ricerca biologica razziale di ogni individuo appartenente alla popolazione romanì o avente stile di vita nomade. Rober Ritter scrive il libro “ La questione zingara e il problema dello zingaro bastardo

1942 Himmler emana un decreto che prevede la creazione di “riserve” per sinti e lalleri, considerati ariani puri. La sua creazione era prevista a Sopron in Ungheria. Alla fine dello stesso anno Himmler ordina il trasferimento di tutti i rom nel campo di Auschwitz-Birkenau

1944 viene ordinato lo sterminio dei prigionieri dello Zigeunlager di Auschwitz.

Si calcola che durante lo sterminio sia stato ucciso un terzo della popolazione romanì europea pari a 500.000 persone tra rom e sinti; ma potrebbero essere state molte di più considerato il fatto che molte esecuzioni avvennero al di fuori dei campi di sterminio. In Italia fu Renato Semizzi che si interessò dell’origine genetica dei rom. Egli fu uno dei firmatari del Manifesto della Razza e nel “Saggio sulla storia e le origini degli zingari” sostenne che rom e sinti avessero subito una mutazione genetica a causa dei matrimoni endogamici; a causa di ciò, erano ladri, vagabondi e truffatori per natura e, in quanto tali, impossibili da civilizzare. Nel 1940 una circolare del capo della polizia Arturo Bocchini ordina la loro espulsione e rom e sinti italiani vennero richiusi nei campi di diverse città e paesi del centro Italia.