Assolta dopo 4 anni una donna di Luco dei Marsi accusata di aver introdotto in Italia capi con marchi contraffatti. Tutto un equivoco

AVEZZANO – Quattro anni di processi, a Roma per giunta, per una donna di Luco dei Marsi, accusata di aver tentato di introdurre in Italia, dalla Cina, capi di abbigliamento sportivi contraffatti.

La storia è quella di Nella De Angelis, luchese, accusata dopo un accertamento alla dogana su un pacco peraltro ordinato dal figlio. La vicenda fa data al 2021 quando il figlio dell’odierna imputata, al tempo studente universitario, ordinò dei kit per il calcio per consentire alla sua squadra di amici di partecipare al torneo universitario.

Il pacco arrivò alla dogana e, all’interno, nella consueta ispezione, risultarono essere presenti capo, assolutamente estranei all’ordine effettuato dal giovane marsicano, con capi di abbigliamento sportivo di note marche palesemente e grossolanamente contraffatte.

Una dato, quest’ultimo accertato anche con una perizia ordinata dal Tribunale di Roma, e costata qualche migliaio di euro.

L’Avv. Pietrantonio Palladini

In giudizio, quindi, il difensore della donna, l’avvocato del Foro di Avezzano Pietrantonio Palladini, ha portato documenti e tante testimonianze da dove si è potuto evincere, senza alcuna ombra di dubbio, che la donna non voleva introdurre capi con marchi contraffatti, e che tanto meno fossero in qualche modo destinati alla vendita. La donna, infatti, è una casalinga e il marito un idraulico.

Dopo  quattro anni, all’esito dell’udienza di discussione fissata dalla dottoressa Lucia Bruni, ad oggi 21 maggio 2024, il giudice monocratico dell’VIII sezione penale del Tribunale penale di Roma, Nella De Angelis  è stata mandata assolta dal reato di introduzione nello Stato con segni falsi, a lei ascrittole,  per non aver commesso il fatto.

Il Pm aveva chiesto 8 mesi di reclusione e 1.000 euro di multa. La merce, sottoposta a sequestro dai pubblici ufficiali della dogana di Ciampino, è stata periziata, come detto, da esperti del settore e, sul punto, il difensore ha fatto presente che quel denaro pubblico poteva ben essere tranquillamente risparmiato.