Avezzano. Chiuso dalla Polizia un bar in piazza Cavour. Aperto al pubblico e con i clienti nonostante i divieti Covid-19

AVEZZANO – Lo hanno trovato aperto e con tanto di clienti all’interno che, con il titolare, stavano consumando tranquillamente al banco. Scattati immediatamente i provvedimenti, previsti dai Decreti Conte in materia di restrizioni per il Covid-19, per il titolare di un bar di Avezzano e anche per i cittadini trovati all’interno dell’esercizio.

Nella serata di ieri, domenica 29 marzo, agenti della Sezione Volanti del Commissariato di Polizia di Avezzano, nell’ambito dei servizi straordinari di controllo del territorio predisposti dal Questore di L’Aquila per verificare il rispetto delle disposizioni governative adottate a seguito dell’insorgere e del diffondersi del virus Covid19, ha accertato la presenza, all’interno di un bar, sito in Piazza Cavour, di alcuni avventori intenti a consumare  prodotti alimentari insieme con il titolare del locale.

A tutti i presenti, come previsto dall’art. 4 del decreto legge nr. 19 del 25 marzo 2020,  è stata contestata la violazione di cui all’art. 1 comma 2  lettera A,  per aver lasciato il proprio domicilio senza giustificato e valido motivo, che prevede una sanzione amministrativa da euro 300 a euro 3.000. Al titolare del bar è stata  anche contestata la violazione di cui all’art. 1 comma 2, lettera U del menzionato decreto legge  per aver di fatto somministrato alimenti  all’interno del proprio esercizio commerciale nonostante ne fosse  stabilita la chiusura. Per tale violazione è prevista inoltre la sanzione accessoria della sospensione dell’attività,  da 5 a 30 giorni,  a decorrere dalla cessazione dell’emergenza, oltre alla sanzione amministrativa da euro 400 a euro 2.000.

L’inosservanza  al divieto di apertura è stata segnalata al Prefetto della Provincia di L’Aquila per i successivi provvedimenti amministrativi. A tal proposito ricordiamo a tutti due elementi. Il primo. Contravvenire in questo momento alle restrizioni, pesanti e fastidiose per tutti noi, imposte dal Governo per bloccare l’epidemia, significa non aver rispetto per la salute degli altri, soprattutto per le persone più anziane, e per la propria. Secondo. Se proprio abbiamo un senso civico e di rispetto della vita che non raggiunge i tacchi delle nostre scarpe, almeno teniamo presente che queste azioni possono arrivare a sfociare in violazioni penali e che potrebbero incidere sulla fedina di ciascuno e che potrebbero avere quindi conseguenze in futuro. Sembrerebbe facile come concetto, insomma, alla portata di tutti.

In serata arriva la testimonianza del proprietario del locale in questione, che esprime la sua versione dei fatti in questo modo: “Il sottoscritto, in qualità di titolare del bar sito in Piazza Cavour,in relazione agli articoli da Voi pubblicati sulle Vs testate, fa presente che la dinamica dei fatti è totalmente diversa. Lo scrivente non aveva assolutamente aperto il locale per consumare o vendere prodotti, bensì per programmare il nuovo registratore di cassa. Le due persone che si trovavano all’interno sono miei amici, i quali trovandosi a passare lì davanti ed avendo vista la luce accesa, hanno bussato alla porta per salutarmi.”

Questa la versione del proprietario, che legittimamente sceglie di dichiarare e difendersi nella maniera più opportuna, e che noi riportiamo in totale trasparenza.

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