Belli, ricchi, possibilmente imbecilli: “Vieni avanti burino!”. Dilaga nel Belpaese questa categoria, da sempre la più pericolosa

Quando le persone sono colte da stupidità funzionale, sono in grado di svolgere il loro compito, ma smettono di fare domande. Le domande sono pericolose, per cui, tristemente, pare sia in corso un tentativo per trasformare le persone intelligenti in stupidi funzionali.
Negli ultimi decenni comincia, infatti, ad affermarsi una delle credenze più pericolose della nostra epoca, secondo la quale le persone che hanno successo economico sono migliori, più creative, più intelligenti, più talentuose e più competenti di noi.
Naturalmente c’è chi effettivamente è un genio, altri sono geni, ma con la sindrome di Asperger come Elon Mask, altri ancora sono imbecilli che vogliono sembrare intelligenti, ma sono simili ai quadrupedi che portiamo al parco e manco tutti… .
GLI IMBECILLI

Nella graduatoria della stupidità, al di sotto degli imbecilli ci sono gli idioti mentre al di sopra, fino a raggiungere la mediocrità, ci sono i semplici di spirito.
Il grado di pericolosità dell’ imbecille dipende dal contesto e dal potere economico e sociale in cui opera. Purtroppo questa categoria di individui possiede il dono della parola. Ci troviamo, così, a confrontarci con i famosi “imbecilli intelligenti” che paiono dotati d’un qualche intelletto e che li colloca tra scrittori, opinionisti e purtroppo, anche tra i giornalisti e questo li rende estremamente pericolosi.
Per dirla con Ennio Flaiano: “Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un’eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Inutile poi aggiungere che niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un’idea, il che succede con una frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un’idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo”.
La cosa trova conferma in uno dei massimi pensatori dello scorso secolo: Bertrand Russell che non ci va piano: ” La principale causa dei problemi del mondo moderno è che gli stupidi sono sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”.
Gli imbecilli godono di una psicologia più complessa di quella dell’idiota. Sono spesso fatui, vanitosi, bugiardi, ipocriti, volubili, anche ribelli e spesso crudeli. Purtroppo, a dirla con Pino Aprile, se gli intelligenti hanno fatto il mondo, gli imbecilli ci vivono alla grande.
Nella nostra breve trattazione proveremo a discutere di quella forma di imbecillità la cui diffusione pare inarrestabile e che sta avendo gli onori della cronaca grazie alle recenti avventure di Stefania Nobile e di Davide Lacerenza i quali, però, tali non sono, semmai furbi.
A questo proposito calza un pensiero di Corrado Augias: “L’imbecillità rappresenta, ahinoi, una risorsa utile per il sistema: se non ci fossero tanti imbecilli in giro non sarebbe così facile trovare un furbone che li seduce. Ecco perché un imbecille è molto più pericoloso di un mascalzone.” E veniamo a noi.
L’IMBECILLITÀ DEI PRESUNTI RICCHI
“O tempora o mores!” avrebbe esclamato al giorno d’oggi Cicerone coprendosi la faccia con una mano al cospetto di Lacerenza. Davanti a quali moderne divinità ci stiamo prostrando? Il lusso, la ricchezza, la superficialità?
Davanti a un piatto di maccheroni, ma che siano costosi, badate bene, ci pieghiamo festanti, se poi innaffiato da Champagne Krug da 1.500 euro a bottiglia meglio ancora. Così, una massa di imbecilli corre a buttare via il danaro davanti ad alcuni simboli fini a sè stessi, perché, badate bene, quello sono: vuoti simboli e null’altro.
TRIMALCIONE

Lo ricordate nel Satyricon di Petronio? è l’emblema del “servo arricchito”, che è riuscito ad accumulare notevoli ricchezze che adopera per farne sfoggio di fronte ai suoi ospiti dandosi arie da raffinato poeta, pur essendo rozzo e ignorante.
Trimalcione, insomma, vorrebbe essere ciò che non è risultando ridicolo e talvolta persino grottesco. I convitati non sono da meno, sfigati o parassiti affamati, interessati soprattutto alle gioie del cibo e del sesso e la cena finisce nel vino e negli incontri erotici. Che poi male non ci sarebbe se solo il tutto fosse condito con un po’ di sale in zucca.
I VERI RICCHI

Una volta la bella vita, quella per intenderci di Via Veneto e dello spogliarello di Aiché Nanà al Rugantino, era appannaggio di veri ricchi, attori danarosi, playboy di razza. Quest’ultima categoria comprendeva figure affascinanti, coraggiose, ricche di charme, con vite avventurose. Gigi Rizzi, Franco Califano, Paolo Pazzaglia, Beppe Ercole, ma anche lo stesso Onassis, l’armatore greco che impalmò Jacqueline Kennedy, erano i riferimenti della bella vita, seducente e fascinosa, ma se lo potevano permettere. Oggi chi abbiamo? Filippo Champagne! Ma per favore… .

I viveur , quelli veri, se la battevano su altri livelli, uno per tutti: Gigi Rizzi con Brigitte Bardot e scusate se è poco. All’epoca i paparazzi se ne andavano per locali a fotografare grandi personaggi che, magari, s’accompagnavano con perfetti sconosciuti ma faceva notizia! Ce lo vedete voi, il re dei paparazzi, Rino Barillari, correre per locali onde catturare foto di Filippo Champagne?
Nell’attuale cronaca giornalistica pare che il locale d’elezione dei vip sia la Gintoneria di Lacerenza. Non il “Billionaire” o “La Capannina” a Forte dei Marmi e nemmeno “La Bussola” a Marina di Pietrasanta o il “Jackie O’” a Roma. Il vero ricco à la page si reca alla Gintoneria… !
L’OSTENTAZIONE
Ostentare è la regola di chi non possiede un accidente. Per meglio spiegarmi voglio raccontare un aneddoto della mia, ormai lontana, gioventù. Avevo un amico che per lunghi anni aveva lavorato in Germania. Messi quattro soldi da parte tornò a Roma e se li sparò tutti comprandosi una Porsche. Fin qui nulla di male, se nonché, quando il garage era chiuso e la macchina, la notte, era parcheggiata in strada, doveva dormire in macchina perché se gli rubavano le costosissime ruote o il tettuccio rimovibile in pelle non avrebbe avuto di che pagarne i nuovi e lo stesso dicasi per i ricambi. La sua era ostentazione di un benessere che non aveva e così anche gli pseudo ricchi che vanno in locali come quello attualmente all’onore delle cronache.

Davanti a questi locali parcheggiano file di potenti auto, rigorosamente affittate, alle quali fanno seguito costosissime cene pagate con danaro la cui provenienza non sempre, credo, ma posso sbagliarmi, proviene dal lecito perché chi è ricco non ha bisogno di ostentare: è ricco, lui lo sa e gli altri pure, non ha nulla da dimostrare, mentre chi ricco vuole apparire racimola danaro come può, naturalmente senza fatica altrimenti rispetterebbe il frutto del suo lavoro. Una cosa è certa: chi ha classe là non mette piede (La classe n’est pas de l’eau).
Se a quei commensali portassero delle aragoste di gesso colorato, ostriche di plastica o champagne annacquato non troverebbero nulla da eccepire: l’importante aver pagato il lusso dimostrando l’indimostrabile.
IL “CASAMONICHESIMO”
Manco nel più sfrenato sogno di un Casamonica qualcuno avrebbe lavato le ruote della macchina con lo champagne. Qui arriviamo a sopravanzare la pacchianeria per “arrivare là dove nessuno è mai giunto prima”: superare un Casamonica.

D’altro canto in un video, il patron della Gintoneria proclama: “A tutti i fratelli Casamonica che ci seguono da Roma… Consiglio, Giuseppe, Guerino, Silvana: questa bottiglia è dedicata a voi! Un giorno arriviamo a Roma e facciamo il manicomio!”.
Tutto in grande per chi si fa fotografare con una corona in testa e chiama un suo privè ”Malmaison”, cioè il castello che si trova alle porte di Parigi ed è stato una delle proprietà di Napoleone e Giuseppina Bonaparte. Non solo un re, il Nostro, ma anche Imperatore, anzi imperatore della bottiglia!
IL MESSAGGIO
Ci risiamo, passa il messaggio che all’epoca fu quello dei “tronisti”, ricordate? Inutile studiare o lavorare quel che conta è l’effimero e apparire e così tanti giovani sono fuorviati da questo novello “casamonichesimo”. Sperperare e scialacquare e dentro la testa il vuoto pneumatico ma… questi novelli furbi che esportano un modo di vita da imbecilli, ci guadagnano e alla fine, piaccia o meno giovano all’economia!
UNA PRECISAZIONE
Non ho fatto cenno alla prostituzione e droga. Un motivo c’è: i media si stanno comportando come il pastore della meraviglia nel presepe napoletano. L’avete presente? Si tratta di un pastore che guarda in aria con le braccia aperte e le sguardo pieno di stupore e meraviglia (da cui il nome). I nostri media si stupiscono che nei night club giri la droga o che vi siano escort in assetto di guerra. Ma è una storia vecchia come il cucco.
In quei posti non si va per sorbire una tisana calda o giocare a Bingo, ci si reca per ben altri motivi, sicuri che tra i frequentatori si troveranno persone prezzolate le quali dietro a un più che lauto compenso provvederanno ai bisogni terreni degli avventori. Attenzione: si tratta di professionisti indipendenti che, spesso, ricambiano l’ospitalità del locale comportandosi da entraîneuse. Nulla di nuovo sotto il sole ma… se veramente vogliamo stupirci, invito il corpo dell’informazione nostrana a realizzare un bel reportage sui portieri d’albergo: ne vedremmo delle belle!
Così è (se vi pare).
LEO VIto