Bocciata dal Consiglio regionale la proposta di legge sul fine vita. Gruppo Pd: “Un affronto alla dignità e al diritto di autodeterminazione delle persone”

PESCARA – “Quella di oggi è una brutta pagina per il Consiglio Regionale d’Abruzzo e per la politica tutta: di fronte a una proposta di legge sul fine vita attesa, condivisa, urgente e sostenuta da un’ampia e significativa iniziativa popolare, la destra ha scelto ancora una volta la strada del comodo temporeggiamento. È un comportamento grave, un insulto a tutte quelle persone e famiglie che ogni giorno affrontano la sofferenza senza tutele, senza certezze, senza una legge che riconosca il diritto fondamentale alla libertà e alla dignità fino all’ultimo istante della vita”, così il segretario regionale del Partito Democratico Daniele Marinelli con la responsabile Diritti del PD Abruzzo Marielisa Serone e il Gruppo PD in Consiglio regionale dopo la bocciatura della legge regionale sul fine vita all’ordine del giorno della seduta odierna.
“Il centrodestra ha dimostrato, ancora una volta, la propria incapacità di affrontare con coraggio e responsabilità i grandi temi civili del nostro tempo – proseguono Marinelli, Serone e i consiglieri presenti al voto Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Sandro Mariani e Pierpaolo Pietrucci – . Ha preferito nascondersi, forse intimorito più dalla paura di perdere consenso che di dare il via a un’iniziativa civica di enorme significato.
Ma le sofferenze delle persone non possono divenire campo neutro della politica, né essere giudicate com’è accaduto per bocca di qualcuno oggi in aula: la proposta di legge sul fine vita non è né ideologica né divisiva, ma nasce dalla necessità concreta di offrire un quadro normativo chiaro, umano e rispettoso per chi affronta condizioni di sofferenza irreversibile. Era ed è il tentativo, civile e responsabile, di colmare un vuoto che la politica ha il dovere di affrontare, senza più delegare tutto alle sentenze della Corte Costituzionale.

Oggi il Consiglio regionale ha perso un’occasione storica, rimandando al mittente una legge che avrebbe potuto dare risposte concrete anche a cittadini abruzzesi che non vogliono più essere lasciati soli nel momento più difficile della propria vita.
La bocciatura è una resa morale, un arretramento sul piano dei diritti civili, che però non arresta la mobilitazione a favore di questa battaglia di iniziativa popolare, che, quindi, coinvolge la società e le istituzioni. La dignità non può aspettare, come dimostra la storia di Daniele Pieroni, scrittore pescarese che ha usufruito della scelta resa possibile dal fatto che risiedeva in Toscana, unica regione che ha espresso tale indirizzo.
Non possiamo fermarci in attesa di sapere come il Governo intenda orientarsi su un tema su cui non può più restare inerte, non può avere il sopravvento la guerra a una richiesta che incide sul diritto all’autodeterminazione sul fine vita, regolando l’accesso alle cure palliative e, nei casi previsti dalla legge, al suicidio medicalmente assistito. Una materia che ha bisogno di una regolamentazione chiara che le Regioni possono, anzi, dovrebbero dare. Ma in Abruzzo questo oggi non è accaduto”.