Caporalato, lavoro nero e clandestini scovati ad Avezzano e nella Piana del Fucino da Mobile dell’Aquila e Ispettorato del Lavoro

Immagine di repertorio

Orari di lavoro fino a 12 ore giornaliere con paghe di gran lunga al di sotto del minimo

AVEZZANO – Una attività commerciale sospesa, due imprenditori agricoli denunciati e otto lavoratori assunti in nero, privi di permesso d soggiorno. Questo il bilancio, in estrema sintesi, di una vasta operazione di Polizia di Stato e Ispettorato del Lavoro ad Avezzano e nella Piana del Fucino.

L’operazione, frutto di una lunga indagine, realizzata sia documentalmente che con controlli e altri atti investigativi, è stata effettuata dalla Squadra Mobile dell’Aquila e dall’Ispettorato del lavoro, col supporto dei mediatori Oim, per porre un argine al fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro.

Le verifiche hanno interessato aziende agricole ed attività commerciali operanti nel territorio marsicano e nella piana del Fucino.

Agenti della Mobile e ispettori hanno esaminato le posizioni di 7 lavoratori extracomunitari. Sei di questi impiegati “in nero” e non in regola con il permesso di soggiorno.

Tutti sono risultati sprovvisti dei dispositivi di protezione individuali, di formazione specifica e di visita medica preventiva.

Sospesa un’attività commerciale completamente in nero. Denunciati due imprenditori agricoli del Fucino. Otto lavoratori immigrati trovati senza permesso di soggiorno

In particolare, ad Avezzano è stato adottato il provvedimento di sospensione di un’attività commerciale gestita da extracomunitari completamente in nero, e in posizione irregolare sul territorio nazionale.

L’azienda non ha elaborato il documento di valutazione dei rischi.

Nel corso del secondo accertamento condotto nei confronti di un’azienda agricola nel Fucino, sono state verificate le posizioni lavorative di due cittadini extracomunitari di origine marocchina non assunti e privi di permesso di soggiorno.

In entrambi i casi i datori di lavoro sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria per i reati di cui all’art. 22 Testo Unico sull’immigrazione e 603 bis c.p. e per una serie di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro.

I lavoratori effettuavano giornalmente dalle 10 alle 12 ore di lavoro, ricevendo in cambio una retribuzione inadeguata.

Sono state avviate le procedure amministrative per vagliare le posizioni dei cittadini irregolari sul territorio nazionale, finalizzate all’applicazione degli strumenti di tutela e protezione vigenti.

Le operazioni odierne rientrano nel sistema di controlli su caporalato e sfruttamento del lavoro, e si aggiungono ai servizi già svolti, anche di recente, dalla Squadra Mobile Aquilana, in particolare nella zona del Fucino, le cui indagini si sono concluse con risultati positivi.

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