Caporalato, sit-in Flai Cgil davanti alla Prefettura L’Aquila. Rossi, della segretaria Abruzzo-Molise: “Serve più monitoraggio”

L’AQUILA – Rappresentanti territoriali di Flai Cgil di Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo e del Molise si sono mobilitati oggi davanti alla Prefettura dell’Aquila contro il lavoro nero e lo sfruttamento nella filiera agroalimentare.

Al centro del sit-in anche la richiesta di sicurezza e prevenzione in agricoltura, alla luce del recente incidente del bracciante ferito e abbandonato davanti all’ospedale di Pescina, e il riconoscimento della cittadinanza in tempi congrui, in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno.

“La piaga del caporalato è particolarmente diffusa nelle aree agricole della Marsica e del Fucino – hanno spiegato i rappresentanti sindacali – servono azioni concrete e strutturate, in sinergia con istituzioni, forze dell’ordine, associazioni datoriali e sindacati”.

Il sindacato chiede la piena applicazione della Legge 199/2016 e l’attivazione delle sezioni territoriali Inps, strumenti ritenuti fondamentali per contrastare il caporalato e monitorare il lavoro irregolare.

A ribadire le richieste è la segretaria Flai Cgil Abruzzo Molise, Nadia Rossi, che ha sollecitato una maggiore partecipazione delle istituzioni e una sinergia effettiva tra tutti gli attori coinvolti.

“Abbiamo dati nazionali che parlano di 200mila lavoratori sfruttati, ma in Abruzzo non esiste ancora un monitoraggio efficace – ha sottolineato – e questo è un limite serio per poter intervenire in modo mirato. Le sezioni territoriali servono anche a questo: partire dai numeri per costruire risposte”.

I dati fanno riferimento al 7/o Rapporto dell’Osservatorio Placido Rizzotto. Secondo l’analisi, in Abruzzo, nel 2024, il tasso di irregolarità nelle aziende agricole ha raggiunto il 68,4%, in aumento del 9,2% rispetto all’anno precedente.

Rossi ha inoltre ricordato che lo sfruttamento non riguarda solo l’agricoltura, ma anche settori come agroindustria, alimentare artigianale e pesca: “Oggi siamo all’Aquila, lontani dalla costa, ma molti lavoratori imbarcati del nostro territorio vivono precarietà analoghe e meritano risposte legislative adeguate”.