Carceri abruzzesi nell’occhio del ciclone. I sindacati denunciano gravissime carenze al Provveditorato e al Ministero

AVEZZANO – Carceri abruzzesi sempre più nell’occhio del ciclone, senza distinzione di luoghi e destinazione del penitenziario. Se le case circondariali di L’Aquila, Sulmona e Avezzano lamentano problemi strutturali e di personale, anche nella zona Pescara-Chieti e Teramo le cose non vanno meglio.

Per quanto riguarda la situazione del carcere di Teramo, i sindacati di categoria Sappe, Osapp, Uilpa/Pp, Uspp, Fns-Cisl, Fp-Cgil denunciato una condizione ormai non più tollerabile.

Questa la nota ufficiale congiunta diffusa dalle segreterie regionali dei sindacati interessati.

Carcere di Teramo

«Nella giornata di, Giovedì 09 Marzo, e, Venerdì 10 Marzo, si sono verificati tre eventi critici gravissimi nel carcere di Teramo: il primo, due giorni fa, un detenuto di origini italiane ha tentato di sequestrare un agente di polizia penitenziaria, tentativo andato a male grazie alla prontezza dello stesso agente che è riuscito a dare l’allarme e a chiudere il detenuto dietro un cancello di sbarramento.

Il secondo evento critico gravissimo vede protagonista lo stesso detenuto del giorno 9 Marzo che non contento il giorno, 10 Marzo, ha aggredito con una testata un ispettore che è stato prontamente soccorso dal medico dell’istituto che gli ha prestato le cure del caso.

Sempre il 10 Marzo 2023, durante un’operazione di servizio della Polizia Penitenziaria sono stati rinvenuti due telefoni cellulari e un quantitativo di psicofarmaci ad un detenuto extracomunitario che probabilmente stava accumulando per trafficarli all’interno dell’istituto.

Il detenuto, dopo il sequestro del materiale trovato in suo possesso, a distanza di qualche ora, chiedeva di parlare con la psicologa e, prima di effettuare il colloquio, lo stesso veniva controllato e trovato in possesso di due lamette e altri farmaci, che il detenuto minacciava ingerire ma l’ennesimo evento critico è stato scongiurato grazie alla bravura del personale in servizio.

Queste segreterie regionali denunciano con rabbia le ennesime criticità a danno del personale di Polizia Penitenziaria investito dal dovere di far rispettare le regole ma ciò espone questi umili servitori dello Stato al rischio di diventare vittime sacrificali di un sistema che ancora oggi non difende chi ottempera al proprio dovere, si chiede a gran voce lo sfollamento immediato, soprattutto dei numerosi detenuti psichiatrici, con un urgente intervento dei superiori uffici a tutela di questi uomini votati al proprio lavoro prima di un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro all’interno delle carceri abruzzesi, e per chiedere ciò siamo disposti a scendere in piazza».

Il Carcere di Pescara

Per quanto concerne la casa circondariale di Pescara, poi, il Coordinatore Regionale della Fp-Cgil Abruzzo Molise-Polizia Penitenziaria, Gino Ciampa, fa riferimento agli ultimi episodi di aggressioni ai danni degli agenti penitenziari, ha scritto la seguente lettera al Provveditore Regionale Reggente Lazio, Abruzzo e Molise, Pierpaolo D’Andria, alla Dirigente dell’Ufficio Relazioni Sindacali – Affari Generali P.R.A.P. Lazio, Abruzzo e Molise, Stefania Perri, e alla Direzione del Carcere di Pescara, dottoressa Lucia Di Feliceantonia.

«Il sottoscritto Coordinatore reginale della Fp-Cgil Abruzzo Molise PP. Gino Ciampa, in riferimento alle pessime condizioni di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Pescara, Le chiede e si sollecita un intervento urgente e risolutivo circa il necessario invio di personale presso detto istituto.

Come oramai evidente, la carenza di personale di Polizia Penitenziaria di circa 60 unità, non è più tollerabile.

Si lavora costantemente sotto i livelli minimi di sicurezza, costringendo il poco personale rimasto in servizio a svolgere turni prolungati che determinano carichi di lavoro oltremodo stressanti.

Il personale è allo stremo, ribadiamo la necessità di invio di personale, la Fp-Cgil Polizia Penitenziaria adotterà tutte le iniziative possibili, compresa anche quella di denunciare le condizioni di lavoro attraverso una manifestazione pubblica con un sit-in davanti l’istituto di Pescara».