Cartoons On The Bay premia Crush sulle relazioni tossiche fra i giovani. Ercolani: “Grande senso di responsabilità a pochi giorni da Afragola”

PESCARA – L’Italia è ancora scossa dal femminicidio della 14enne Martina Carbonaro ad Afragola e martoriata dalle altre uccisioni quasi quotidiane di donne di tutte le età da parte di partner o ex.
È necessario parlarne, è complicato farlo con i più giovani ma ancora più urgente. Non stupisce che la giuria internazionale della 29/a edizione di Cartoons On The Bay, il festival di animazione diretto da Roberto Genovesi abbia premiato una serie coraggiosa come “Crush, la storia di Matilde” che affronta il tema delicato e dirompente delle relazioni tossiche tra adolescenti assegnandogli il Pulcinella Awards nella categoria “Miglior Live Action”.
“È con grande orgoglio ma anche con senso di responsabilità che io e tutta la Stand by me accogliamo questo premio. Sono giorni di grande dolore dopo il femminicidio di Martina Carbonaro che testimonia, ancora una volta, l’urgenza di continuare a parlare alle nuove generazioni per tentare di costruire una cultura di parità e rispetto” dice a caldo Simona Ercolani, Ceo di Stand by me e autrice della serie da dieci episodi da 25 minuti prodotta in collaborazione con Rai Kids, disponibile su RaiPlay e andata in onda a gennaio 2025 su Rai Gulp.
Nella serie che è stata diretta da Raffaele Androsiglio e si è avvalsa della consulenza di D.i.Re Donne in rete contro la violenza e della psicologa e psicoterapeuta Luigia Cimmino spiccano giovanissimi e promettenti attori come Fiamma Parente (Matilde), tra i personaggi principali della seconda stagione della serie Netflx “Di4ri”. Accanto a lei Federica Franzellitti (Alessia), Anita Ferraro (Chiara), Dario Naglieri (Marco), Nicola Cuneo (Luca) e la content creator Aurora Sheaves, special guest.
“Mai come in questo momento – dice in un’intervista all’ANSA Ercolani – è importante che i giovani e le giovani riflettano sull’importanza di riconoscere i segnali di un rapporto disfunzionale e di trovare la strada per uscirne. Abbiamo raccontato la storia di Matilde una ragazza solare, contenta, carina, piena di interessi, piena di vita, che incontra un ragazzo apparentemente perfetto. Ma lui via via la isola, la allontana dal suo giro di amicizie, le mette degli ostacoli che non le permettono di perseguire i suoi interessi. Nel caso di Matilde ad esempio è la scherma. La serie è stata fatta in collaborazione con la federazione della scherma e tra l’altro è stata anche un occasione per ribadire come lo sport nei ragazzi sia importante non soltanto dal punto di vista della crescita sana del corpo ma soprattutto della mente. È un sistema di relazioni, ti insegna a stare in gruppo, evita l’isolamento che è il vero problema”.
Ercolani – che ha già affrontato in più di un’occasione temi difficili legati ai giovani ad esempio con Jams che parla di molestie ai ragazzi e ai genitori e con Crush – La storia di Stella che racconta il primo amore nell’era del sexting e del cyberbullismo – spiega anche che per documentarsi su quest’ultima serie si è anche basata su un rapporto realizzato in collaborazione con Ipsos da Save the Children che si chiama Le ragazze stanno bene? che raccoglie i risultati di un lavoro di ricerca che è stato volto ad esplorare il tema degli stereotipi e della violenza di genere interpellando direttamente gli adolescenti.
“I dati di questa ricerca – ammette Ercolani – sono abbastanza incredibili nel senso che per il 30% dei ragazzi degli adolescenti la gelosia è un segno di amore. È pazzesco, no? Per il 17% degli adolescenti è accettabile che in una relazione ci scappi uno schiaffo. Infine il 65% degli adolescenti ha avuto relazioni dove ha subito comportamenti di controllo, come il controllo del cellulare e dei social, il non vestirsi in una certa maniera, l’uso della geolocalizzazione, l’obbligo di condividere le password. Inoltre parlando anche con gli esperti è merso che molti genitori oggi, per stare più tranquilli, utilizzano la geolocalizzazione per controllare i figli. E questo provoca il fatto che un ragazzino possa identificare la geolocalizzazione come ‘un’espressione di affetto’ e quindi non la percepisca più come una cosa di controllo. È inutile dire che questo è un problema perché i rapporti relazionali normalmente si basano sulla fiducia e il senso di responsabilità e questo è quello che noi dobbiamo insegnare ai nostri figli. Quindi il tema vero siamo anche noi genitori”.
Ercolani però ripone una grande fiducia nei ragazzi e nelle ragazze di oggi: “Abbiamo davanti una generazione che mi piace molto: è fragile e sensibile a stimoli anche molto pericolosi da una parte ma dall’altra però forse sta cercando una mediazione tra la grande ambizione che ha caratterizzato la nostra generazione e una vita all’insegna delle passione e degli interessi personali. Nella relazione uomo-donna stiamo vivendo però una sorta di incredibile passo indietro e non va bene: non bisogna scambiare queste forme di controllo con delle manifestazioni di interesse e tantomeno di affetto”.