C’è un libro per voi: “Paradigmi della complessità”, la silloge poetica di Silvia Elena Di Donato

Gli amanti della poesia prendano nota del titolo della nuova raccolta poetica PARADIGMI DELLA COMPLESSITA’ dell’abruzzese Silvia Elena Di Donato che è stato pubblicato per la Di Felice Edizioni, nella Collana Il gabbiere, diretta da Sante De Pasquale.

Il volumetto porta nella prefazione la firma del leopardista Vincenzo Guarracino dove il critico  mette in evidenza che “emozione e vertigine mi sembrano le chiavi di volta di questo edificio di parole”;  le poesie infatti, tengono le fila di un lungo ininterrotto dialogo con i grandi maestri del pensiero al punto che poesia e filosofia camminano di pari passo, interagendo fluidamente in armonia, dato che le poesie affrontano diversi temi di natura più squisitamente filosofica.

La modulazione dei testi si muove lungo un’ immaginaria onda, ora distesa, morbida e lenta, ora impennata, veloce e più intensa pur mantenendo sempre una limpida e delicata musicalità.

Nanda Anibaldi, poetessa che ha fornito una prima recensione pone l’accento sull’indagine condotta dalla Di Donato sulla complessità e così nota che “l’ha coniugata in ogni direzione….(quella complessità) che per etimo intreccia la non omogeneità le cui parti, separate e distinte all’origine, per osmosi diventano Uno, senza perdere ciascuna la peculiarità dell’essenza del proprio essere”.

E poi prosegue richiamando l’ ἀπείρων o il primordiale Caos perché disveli l’intrinseca complessità attraverso una “poesia assai colta e certamente non di immediata lettura, che impegna invece in uno sforzo di comprensione, quando il pensiero si eleva al di sopra di se stesso per scoprire il senso vero delle cose, veicolato dalle emozioni che Silvia Elena esplora dentro di sé e fuori da sé”.

I temi filosofici affrontati poetando, si muovono sugli opposti e strutturando un’armonia degli opposti che si percepisce come musica.

Di prossima presentazione, la silloge di Silvia Elena Di Donato “esplora le sconnesse geografie / di un non minuzioso presente con un’arsura che non si disseta e con una proiezione che spinge sempre avanti le proprie coordinate per costruire orizzonti d’un’ampiezza che non teme confronti.”