Celano. Inchiesta “Acqua fresca”: Sistema clientelare? All’ordine del giorno

Iniziamo oggi ad entrare nelle conversazioni fra gli indagati nell’inchiesta “Acqua Fresca” sul Comune di Celano

CELANO – Con le varie ipotesi di reato che sono venute alla luce, tramite l’inchiesta ormai nota come “Acqua Fresca“, si rileva, almeno da quanto emerso dall’ordinanza del Gip, come un sistema clientelare fosse all’ordine del giorno.

I fatti risalgono a vari periodi del 2018 e coinvolgono, lo ricordiamo molti fra funzionari, amministratori e imprenditori, con un risultato di 56 persone denunciate e 26 indagati. Dalla lettura del fascicolo del Gip, si evince come si sia voluta incentrare tutta l’inchiesta attorno a Filippo Piccone, quale dominus di fatto del sistema, che decideva a chi fare favori e a chi no, nonostante il giudice ritenga che responsabili siano varie persone, tra cui l’attuale, sia ora che allora, Sindaco Settimio Santilli, il Vice-Sindaco Ciciotti, il Segretario comunale Attili, il Dirigente Specchio, e molti altri.

Dopo la denuncia del segretario del Pd Calvino Cotturone, e dopo aver riscontrato che i fatti denunciato avevano un qualche fondamento, il Gip ha rilasciato l’autorizzazione a raccogliere intercettazioni telefoniche e nei luoghi, in cui si svolgevano le temute condotte criminose. Da Esse, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di L’Aquila, hanno rilevato come questo sistema fosse, il “normale” modus operandi del Comune marsicano.

Ad esempio con riguardo all’incarico, che da quanto emerge dalle intercettazioni era stato previamente concordato con il fruitore, ossia Tonelli, quale direttore tecnico e amministratore di fatto della “Tonelli Ingegneria s.r.l.”, in una conversazione tra il Segretario comunale, Attili, e una funzionaria del Comune, Di Censo, in tema di falsificazione degli atti all’interno degli uffici comunali, quest’ultima dice: “cioè… lo schema è sempre lo stesso” – asserzione che, insieme ai ricorrenti fatti contestati, equivale per gli inquirenti a una ammissione di una prassi illecita.

Varie erano le strade percorse dall’amministrazione e dai “beneficiari”, la scelta su quale strada intraprendere dipendeva dal risultato cui si ambiva, e dalla situazione persistente al momento dell’accordo, con l’unico denominatore “devi parlare con Filippo“.

Questa storia delle numerose strade, ha fatto sì che anche gli stessi coinvolti entrassero in conflitto. Ad esempio, una volta, riguardo la copertura della tribuna, sulla quale sembravano essersi già preventivamente accordati con una ditta specializzata nelle lavorazioni in legno – “Santilli Ingegneria” – ma non essendo questa presente nell’elenco delle liste che si erano rese disponibili a svolgere lavori per conto del comune, Piccone intendeva dare un incarico preliminare, mentre Specchio “non rispettando le direttive che gli erano state date”, aveva fatto una manifestazione di interesse ad hoc, affidando direttamente l’incarico di progettazione alla ditta, generando l’ira di Piccone: “a me l’ingegner Specchio, mo’ lo caccio fuori, mo’ m’ha rotto le … “. Per di più a seguito di questo episodio, c’è stata l’acquisizione di alcuni documenti riguardanti questo procedimento amministrativo che ha destato il sospetto negli indagati, tanto che Piccone in una conversazione con Barbara Marianetti, consigliere comunale con delega allo sport, dice:

“Quelli ci hanno intercettato” e ancora: ” penso… non lo so… può essere che è per questo… ne avremo parlato qualche volta per telefono”, e la Marianetti risponde: “sì, al telefono ne abbiamo parlato una domenica mattina alle 10.00, io me lo ricordo come se fosse adesso… per quello ti dico, ci vuole uno che sia specializzato in quello nel legno… tu mi hai detto ‘cercalo e vediamo di andare avanti su questa cosa? Ma il nome non lo abbiamo fatto… il problema sai qual è? E’ che quando noi abbiamo detto ‘va bene, utilizziamo quello’, Specchio ha fatto la manifestazione d’interesse, invece di dare I’incarico”…

Altro caso importante è l’assegnazione dei lavori di riqualificazione urbana, sociale, e culturale di aree degradate dei rioni Muricelle, Stazione, Tribuna e Vaschette, per la quale aggiudicazione il Comune di Celano, aveva ricevuto 3.000.000 di euro. Beneficiari, questa volta, saranno Mascitti Goffredo e Lastella Carmine John. Dalle intercettazioni, risultano frequenti contatti tra questi ultimi, imprenditori, e Piccone e Specchio.

Goffredo: ci stanno queste gare (incomprensibile) ho portato le buste… però Valter (Specchio) mi ha detto “devi parlare con Filippo”. Filippo: e certo… (…) mo’ facciamo l’estrazione.

Particolarmente significativa è stata una conversazione successiva in cui Piccone si spinge addirittura ad ordinare a Specchio l’assegnazione di un lotto a Lastella e uno a Mascitti, riservandosi di decidere per il terzo lotto:

Filippo parlando con Specchio e alzando il braccio in direzione di Lastella: “lui ha partecipato lui, la devi dare a lui” ed il seguito: “Vabbè po’… una me la devi dare a Goffredo (…) l’altra… magari vediamo,,, se qualcuno che ha risposto … capi’?”

In un’altra occasione addirittura, a seguito di un accorda tra gli imprenditori Zazzara e Paris e il consigliere Piccone, la progettazione definitiva di sostituzione edilizia della scuola media “beato Tommaso da Celano”, sarebbe stata eseguita da entrambi i professionisti, pur figurando nel conferimento il solo Zazzara, mentre Paris avrebbe ottenuto in cambio l’affidamento del progetto esecutivo/direzione dei lavori, che sarebbe stato realizzato parimenti da entrambi i professionisti, ma per il quale sarebbe figurato, questa volta, formalmente il solo Paris. Ai termini di detto accordo, i due professionisti si sarebbero divisi in parti uguali entrambi gli affidamenti da ottenere all’esito di procedure di selezione fittizie.

In particolare, per non dare all’occhio si proponeva la forma “dell’appalto integrato” (oggi scomparso dal codice degli appalti), in quanto Piccone non era molto soddisfatto di Zazzara e proponeva Paris, ma Specchio, per prudenza invocava la “rotazione”:

Piccone: “Siccome noi l’abbiamo utilizzato per l’urbanistica, poi gli avevamo dato un incarico per rivedere il piano regolatore, non… con Federico che si mise di traverso…fecero un casino ecc… non ce l’hanno fatto dare… (…) mi ero quasi sentito in dovere di far fare la cosa a lui” (ammettendo, secondo gli inquirenti, di aver falsato anche la relativa gara a favore di Zazzara). Qualche giorno dopo, ribadisce a Specchio: “Ma perché non lo facciamo fare a Livio (Paris) direttamente?”, ricevendo come risposta da Specchio: “Ma a Livio non lo possiamo dare. Gli abbiamo dato l’incarico della cosa… cioè la rotazione… poi diventa lampante…”

Successivamente, per accontentare Paris, e sotto consiglio di quest’ultimo viene indetta una gara per l’affidamento del progetto esecutivo e direzione dei lavori, ed anche in questo caso si sapeva già chi avrebbe vinto.

Paris a Piccone: “Se tu in testa c’hai che sai chi è, comunque la devi fare (la gara)…” Piccone a Paris: “Che vuol dire posso decidere chi è? Non ho capito, che vuol dire: se tu decidi chi è?… la direzione lavori la fai tu!”

Per il Gip, questo contesto criminale, data la continuità e l’estensione temporale dei fatti contestati, non poteva non dare luogo a misure cautelari, soprattutto considerando il rischio di reiterazione dei reati, oltreché il rischio di inquinamento delle prove.

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