Centrale e metanodotto di Sulmona. Draghi & Cingolani riconvocano tutti. Ma il Comune peligno dice no: «Prima la relazione dell’Ingv»

SULMONA – Sembra essere scoppiato un vero e proprio colpo di… fulmine fra Draghi e Cingolani da una parte e i progetti Snam per Sulmona e la valle Peligna dall’altra.

Parliamo dei due grossi progetti, che girano di stanza in stanza da un ventennio abbondante, per realizzare una mega centrale e un metanodotto di 168 chilometri.

Nonostante le varie opposizioni e i tanti dubbi, ora anche sulla convenienza ed economicità di questi due progetti, Cingolani e Draghi riconvocano le parti e si beccano il “Niet” del Comune di Sulmona.

Il Governo Draghi prova a forzare la mano sui progetti Snam per Sulmona. Tavolo riconvocato il 15 giugno

Gli amministratori peligni, infatti, vogliono che prima di tutto, come previsto, venga depositata la relazione sulla problematica della sicurezza sismica che sta redigendo l’Ingv.

«A poco più di un mese di distanza, 11 maggio, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha convocato un’altra riunione al fine di autorizzare il metanodotto Sulmona – Foligno – scrivono No Hub Gas e Comitati Cittadini di Sulmona – .

La riunione è fissata, in modalità videoconferenza, per mercoledì 15 giugno alle ore 11.

Sono chiamati a partecipare tutti gli Enti pubblici coinvolti, oltre 50, tra Ministeri, Regioni, Province e Comuni.

Un primo studio dell’Ingv ha smentito tutte le dichiarazioni Snam sulla sicurezza sismica

Il governo, dunque, ci riprova violando i principi dello Stato democratico e le regole della buona amministrazione.

Va rimarcato il modo arrogante e prevaricatorio con cui si continua a scardinare il procedimento autorizzatorio. 

Infatti, come per la precedente convocazione (poi derubricata a “riunione interlocutoria”) manca un elemento fondamentale: lo studio sismico di dettaglio dell’intero tracciato di quasi 168 chilometri che il Ministero dello Sviluppo Economico ha commissionato all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

L’impegno per tale studio – prosegue la nota di Comitati e No Hub – , propedeutico alla convocazione stessa della riunione e ad ogni altra decisione in merito, è stato ribadito per iscritto sia dal Direttore Generale del MISE Gilberto Dialuce che dal Presidente dell’Ingv Carlo Doglioni.

Per No Hub, Comitati e Comune la convocazione è irregolare. L’accordo era di riprendere il confronto solo dopo la relazione Ingv sul rischio sismico

Inoltre, nel verbale della prima riunione tenutasi il 4 aprile 2018 è scritto chiaramente che la Presidenza del Consiglio “provvederà a convocare la seconda prevista riunione di coordinamento” una volta acquisita “la richiesta documentazione”, ovvero lo studio dell’Ingv.

Alla luce di questo grave vulnus procedurale, bene ha fatto il Comune di Sulmona a richiedere il rinvio della riunione, evidenziando che la convocazione del 15 giugno risulta priva di validità e che la seconda riunione, avente valenza ufficiale, potrà essere effettuata solo dopo aver portato a compimento il previsto studio sulla sismicità dell’intero tracciato Sulmona-Foligno.

Quello che si attende dall’Ingv è un documento molto importante perché dovrà sottoporre a verifica la validità delle valutazioni in merito al rischio sismico fatte dalla Snam.

Vogliamo solo ricordare – concludono No Hub Gas e Comitati di Sulmona – che l’Ingv ha già prodotto un corposo studio (oltre 150 pagine) sul sito della centrale di Case Pente che ha smentito su tutta la linea le relazioni sismiche prodotte dalla Snam».

Il Comune di Sulmona chiede il rinvio. Comitati Cittadini e No Hub Gas lo sostengono. Enel e Confindustria: «Impianti ormai inutili»

Ma non finisce qui. Stando a quanto affermano i Comitati, ormai sarebbe accertata la non convenienza ed diseconomicità di questi impianti.

Sia da parte di Enel che dall’organizzazione per l’energia di Confindustria, infatti, si fa presente che sarebbe molto più utile e conveniente per l’Italia investire in rinnovabili.

Ci sarebbero persino progetti privati capaci di muovere 85 miliardi di euro di investimenti e cerare 80mila posti di lavoro.

A questo punto la domanda sorge spontanea. Ma perché se e cose stano così, si insiste su questi due dinosauri dell’energia?

Noi possiamo solo dirvi di andare dal Presidente e dal ministro del Governo dei migliori e farvelo spiegare.

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