Chi era Raffaele Marianella, l’autista morto nell’assalto al pullman del Pistoia basket. La figlia Federica: “Ti terrò sempre nel mio cuore”
RIETI – Si chiamava Raffaele Marianella e aveva 65 anni il secondo autista, di origini romane ma residente a Firenze, morto ieri sera lungo la superstrada Rieti-Terni poco dopo l’agguato, con pietre e mattoni, subito dal pullman sui cui si trovata insieme a un suo collega, che era alla guida, e a 45 tifosi del Pistoia basket di ritorno dall’incontro con la Sebastiani Rieti che si era svolto nel tardo pomeriggio nel capoluogo Sabino.
Marianella era seduto a fianco del conducente e quando una delle pietre scagliate contro il pullman – si sospetta da ultras reatini non ancora identificati – ha sfondato il parabrezza lui è stato investito in pieno. I soccorritori hanno provato a rianimarlo ma al loro arrivo le sue condizioni erano già apparse gravissime. Il 65enne lavorava da qualche mese per l’azienda di trasporti Jimmy Travel, con sede ad Osmannoro, in provincia di Firenze.
“Ti terrò sempre nel mio cuore”, scrive su Instagram Federica Marianella, la figlia di Raffaele.
“Da noi era venuto da poco tempo, ma era entrato praticamente in famiglia. Stava con noi, aiutava, faceva tutto, quello che c’era da fare. Se c’era da pulire, da sistemare un sedile, qualunque cosa”. Così alla Jimmy Travel, l’agenzia di viaggi all’Osmannoro, alle porte di Firenze dove lavorava da pochi mesi, ricordano Marianella. A parlare è una dipendente della ditta, con la voce strozzata.
“Sto cercando di contattare la famiglia per sentire qualunque cosa possiamo fare”, ricordando che “tra poco più di un anno”, sarebbe andato in pensione. “Raffaele – specifica – non era un autista perché al momento non poteva guidare, era più un accompagnatore, un insegnante al lavoro”. E, aggiunge, “non c’era nemmeno necessità, perché bastava un autista. Lui era andato solo per fare compagnia, per aiutare, insegnare le strade, vedere come si fa. Di notte, insomma, meglio in due se c’è la possibilità”.
“L’intera comunità reatina, cittadina e provinciale, è profondamente sconvolta ed esprime la più ferma e dura condanna per l’atto criminale avvenuto nella serata di domenica – commentano del Sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, e del Presidente della Provincia di Rieti, Roberta Cuneo -. Si tratta di un episodio di una gravità inaudita che non ha nulla a che vedere con lo sport, con la storia del basket locale, con la condotta della RSR Sebastiani Rieti, che rappresenta una macchia per l’intero territorio, oggi purtroppo associato a questa immane tragedia. Siamo di fronte ad un’azione criminale condotta da delinquenti che confidiamo possano essere assicurati alla giustizia nel più breve tempo possibile. La Città di Rieti si costituirà parte civile nel procedimento. Tutte le istituzioni locali si uniscono al dolore dei familiari di Raffaele Marianella ed esprimono il più profondo cordoglio della cittadinanza reatina”.
Intanto la polizia sta stringendo il cerchio attorno ad una decina di tifosi della Sebastiani Rieti sospettati di aver partecipato all’assalto al bus dei tifosi toscani in cui è stato ucciso Raffaele Marianella.
Ci sarebbero elementi anche legati a movimenti di estrema destra: si tratta di tifosi della ‘Curva Terminillo’, secondo quanto apprende l’ANSA, già noti alle forze dell’ordine perché in passato segnalati durante incontri di basket al PalaSojourner in cui si erano verificati momenti di tensioni con altre tifoserie ospiti.
Alcuni elementi, forse decisivi per la ricostruzione di quanto è accaduto, sarebbero emersi da alcune chat WhatsApp in cui si farebbe riferimento a una missione punitiva pianificata da almeno tre tifosi della Sebastiani basket Rieti, ora sospettativi di aver partecipato all’azione. Le loro posizioni sarebbero ora al vaglio del pm Lorenzo Francia e degli investigatori di squadra mobile e Digos di Rieti.
Secondo la ricostruzione, fornita nella notte dalla questura di Rieti, il pullman su cui viaggiavano i 45 tifosi toscani è stato assaltato nei pressi del bivio di Contigliano (Rieti), quando stava percorrendo la superstrada in direzione Terni, ma già senza la scorta della polizia. L’agguato è avvenuto poco dopo uno svincolo dove gli aggressori – si sospetta ultras della curva reatina – si sono nascosti attendendo il passaggio del pullman. Il secondo autista, 65 anni, residente a Firenze ma originario di Roma, è stato colpito al volto da una pietra che ha sfondato il parabrezza del mezzo, vano il tentativo di salvarlo da parte dei soccorritori.
“Abbiamo aperto un fascicolo per omicidio volontario, al momento contro ignoti. Sono stati sentiti diversi testimoni ma non sono stati ancora individui eventuali responsabili”. Lo ha detto all’ANSA il procuratore di Rieti, Paolo Auriemma. “Al momento non ci sono fermi” ha poi sottolineato nel pomeriggio.
L’indagine federale
Si giocheranno a porte chiuse, senza tifosi, fino al termine delle indagini le partite casalinghe di Rieti in A2. Lo ha deciso il consiglio straordinario della Federbasket, convocato d’urgenza dal presidente Fip, Gianni Petrucci.
La procura della federbasket, fa sapere la Fip, ha aperto un fascicolo di indagine chiedendo al tribunale federale che, fino al termine delle indagini stesse, assuma in via d’urgenza il provvedimento cautelare di far disputare le gare casalinghe della RSR Sebastiani Rieti a porte chiuse. I tempi del provvedimento non sono dunque definibili, ma si legano anche all’acquisizione da parte della giustizia sportiva dei risultati delle indagini giudiziarie.
“Non stiamo parlando di tifosi ma di delinquenti, assassini. Non esistono altri termini per parlare di quello che è accaduto. La vicinanza con la famiglia in questo momento è totale”, ha detto il presidente Petrucci.
(Fonte Ansa)



