Chieti.Contagiato neonato di un mese e mezzo

RICOVERATO IN CLINICA PEDIATRICA IL PIÙ PICCOLO PAZIENTE COVID DELLA PROVINCIA

Il più piccolo paziente contagiato della provincia di Chieti ha un mese e mezzo di vita: risultato positivo al Coronavirus ora si trova ricoverato presso la Clinica Pediatrica dell’Ospedale “SS. Annunziata”.

La positività del neonato, come pure quella dei suoi genitori, è stata scoperta grazie all’intuizione dei medici dell’unità operativa, alla quale si erano rivolti diversi giorni fa per una sospetta patologia di altro genere del figlio.

In un primo momento hanno eseguito il tampone su tutti e tre ma era risultata positiva solo la coppia. Questi sono tornati successivamente in ospedale per alcuni disturbi accusati dal bambino e, con la ripetizione di un nuovo tampone, è emersa la positività al Covid-19.

Ora si trova ricoverato in isolamento in Clinica Pediatrica, in una stanza filtro che rappresenta un presidio di sicurezza per tutti, assistito dalla mamma, che per fortuna accusa sintomi lievi, come pure il papà.

Il neonato viene sottoposto a terapia antibiotica, che nei più piccoli è utilizzata per prevenire la sovrapposizione batterica, ma i medici si dichiarano ottimisti sulle sue condizioni cliniche e sulla possibilità di risoluzione dei leggeri segni polmonari evidenziati in fase di diagnosi.

«I bambini – sottolinea il professor Chiarelli, Direttore del Reparto di Pediatria del SS. Annunziata- non hanno grandi problemi con il Covid-19: il virus si attacca a un recettore degli alveoli, che si chiama ACE2 e che i bambini presentano in forma meno espressa. Il virus non arriva pertanto negli alveoli e, anche se arriva, non penetra nelle cellule. Di conseguenza la sintomatologia è più lieve.

Secondo le statistiche in Italia ci sono diverse centinaia di bambini positivi a Covid-19 e sono stati tutti bene. Solo due bambini con gravi patologie di base, nel Nord Italia, purtroppo non ce l’hanno fatta. I report scientifici sulla Cina indicano che nemmeno lì hanno avuto particolari problemi con i bambini. L’esperienza italiana si basa prevalentemente su quanto accaduto nelle regioni settentrionali e ha dimostrato che nei più piccoli in linea di massima il decorso è più favorevole».

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