Ciao Francesco! Il Papa che come San Francesco ha voluto vivere da ultimo fra gli ultimi cambiando la chiesa. E ora si andrà avanti o si tornerà indietro?

Fra il 2 e il 3 ottobre del 1226 Francesco di Assisi, ormai malato e quasi cieco, comprendendo che la sua vita terrena fosse arrivata al termine, chiese ed e ottenne di tornare nel suo luogo dell’anima, la Porziuncola, ad Assisi.

Qui incontrò i confratelli, le persone che amava e che lo avevano amato e in quel periodo, poco prima di andarsene, scrisse la sua più grande opera, “Il Cantico delle Creature”.

Il 4 ottobre di quell’anno, quindi, Frate Leone trovò Francesco, che aveva potuto fare tutto quello che desiderava fare e salutare coloro che aveva nel cuore, senza vita, ma oramai avvolto di Luce e di Pace.

Quante coincidenze, eccetto che per il periodo. Francesco, l’ex cardinale Bergoglio, dopo 38 giorni di ricovero al “Gemelli” di Roma, ha fatto ritorno a Santa Marta e a San Pietro. Ha cercato di osservare le prescrizioni dei medici, ma poi non ce l’ha fatta.

Papa Francesco, in questi giorni, deve aver compreso che i suoi giorni terreni stavano finendo e non li ha voluti sprecare.

E allora ha voluto incontrare i carcerati, impartire la sua ultima benedizione “Urbi et Orbi”, ha voluto farsi vedere in San Pietro e sulla Piazza, ha voluto salutare il suo popolo, benedire qualche bambino, sorridere, per quanto gli fosse possibile, ai fedeli che lo applaudivano lungo il percorso in Piazza San Pietro mentre la attraversava in Papamobile.

Quindi, visto e salutato quelli che voleva salutare, fatto tutto ciò che voleva fare, è tornato in San Pietro e, avvolto da Luce di Pace, se ne è tornato dal suo Signore.

Ma ci sono altre similitudini fra i due Francesco. Come il Santo, il pontefice si è spogliato di lussi e privilegi, ha scelto di viaggiare in modo umile, di non legare e cedere agli eccessi di una chiesa che, come disse dall’inizio, doveva essere povera e volta alla carità e all’aiuto.

L’aiuto, ma di chi? Come Francesco, il suo sguardo è sempre stato volto verso gli ultimi: e non solo in senso economico, ma anche e soprattutto come condizione umana: separati, mondo gay, sfruttati, oppressi, vittime di guerre e dittature, gli ultimi insomma, quelli che Silone collocava, a debita distanza, dopo “i cani di Torlonia”.

Ai Vescovi americani, dopo la deriva presa da quel continente con l’arrivo di personaggi pericolosi e cupi come Trump negli Usa e Milei in Argentina, mandò un messaggio che è risuonato come un ordine: «Tutti i fedeli della chiesa cattolica e per tutti gli uomini e le donne di buona volontà (l’invito è) a non cedere a narrative che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati, a costruire ponti che ci avvicinino sempre più, a evitare muri di ignominia», e concludeva quell’ordine esclamando una sorta di profezia: «Ciò che viene costruito sul fondamento della forza e non sulla verità riguardo alla pari dignità di ogni essere umano incomincia male e finirà male».

Oggi Francesco, il Papa, è morto, o meglio, è tornato da dove era partito 88 anni fa con la sua mitica valigetta, quella simile ad una borsa da lavoro di pelle nera, anche leggermente usurata, del tutto uguale a quelle dei vecchi medici condotti, dove porterà i tanti risultati ottenuti e le tante preghiere per fare in modo che questo mondo torni sui binari della Misericordia, della Pace e della Giustizia.

Ora inizia il dopo Francesco, esattamente come 799 anni fa. Proseguire sul difficile e impegnativo cammino della chiesa povera e volta verso gli ultimi, o chiudere questa luminosa parentesi e tornare a vecchie liturgie, alle stanze del potere, alla cattive pratiche che tanti fedeli, nei decenni passati, aveva allontanato?

L’unica certezza è che oggi, 21 aprile 2025, “Gli Ultimi” hanno perso il loro difensore, il loro scudiero, colui che dalla sua posizione di Pontefice, aveva indossato scarpe da pochi euro, preso una valigetta sdrucita, una utilitaria da impiegati, e camminato insieme a loro, comprendendoli fino in fondo.

Cosa rimarrà di Francesco: rimarrà il suo “Buona Sera!” della sera della sua elezione a Papa, i suoi “Buon Pranzo e Buona Domenica!” all’Angelus, le sue telefonate a persone quotidiane che iniziavano con “Buongiorno, sono Francesco”. Insomma ci mancherà il Papa che si fece ultimo per stare al fianco ed essere parte degli “Ultimi”.