Civita D’Antino, “Le Grandi cose sono la somma delle Piccole”: il Progetto Volontariato Operativo

CIVITA D’ANTINO – Vi segnaliamo oggi un’altra idea molto particolare che sta coinvolgendo i cittadini del Comune di Civita D’Antino.

Parliamo del Progetto “Volontariato Operativo”.

Si tratta di un’iniziativa di partecipazione attiva e operativa che consente ai volontari, un cittadino o un amministratore, di mettere a disposizione una propria passione al servizio del bene comune “della propria comunità, della propria identità”, come spiegano gli Amministratori.

Il Comune collabora attivamente, coprendo i costi di fornitura dei materiali.

In buona sostanza, tutti possono contribuire al Progetto, mettendosi all’opera con le proprie passioni e capacità, per restituire poi alla comunità, un bene rinnovato e soprattutto ritrovato.

Una bellissima iniziativa che, contrariamente al “mordi e fuggi”, al consumismo frenato e all’individualismo della società attuale, vede il paese di Civita D’Antino procedere controcorrente.

Si recupera, si dà nuova luce a oggetti ormai da buttare (ne è un esempio il recupero di vecchi pali della luce di cui abbiamo parlato in un altro articolo, ndr) e si vive una socialità collaborativa dove si usano “Due mani… per lavare lo stesso viso”, come recita lo slogan del progetto.

Ma dove, soprattutto, la dimensione del tempo non conta: ognuno mette a disposizione la sua esperienza, senza alcun tipo di fretta o vincolo.

E quale invito più nobile può esserci se non quello del recupero della calma, della lentezza, dell’attenzione nella propria creatività?

A questo proposito, ci torna in mente un passo di una poesia del grande Franco Arminio che si attaglia alla perfezione a ciò che l’Amministrazione di Civita D’Antino sta “poeticamente” e praticamente istillando nei suoi cittadini:

«Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento. Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.

Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato.

Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza».

E il messaggio è stato raccolto, come nel caso di Vincenzo Velocci che si sta prendendo cura di molte migliorie, alcune in corso d’opera ed altre realizzate, come nel caso di una panchina che, rinata a nuova vita, fa bella mostra di sé nella stupenda cornice di un parco alberato di Civita D’Antino Scalo.

E se è vero, come è vero, che “Le Grandi cose sono la somma delle Piccole”, Vincenzo Velocci ha già contribuito generosamente con la sua passione e con il suo senso civico.

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