Comune di Capistrello. I consiglieri di opposizione: «Continua la telenovela delle indennità non dovute a sindaco e assessori»

CAPISTRELLO – Indennità di carica non dovute a Sindaco e assessori al Comune di Capistrello, l’opposizione in Consiglio torna alla carica e contesta le ultime delibere.

In particolare, l’opposizione contesta la decisione di aprire, da parte dell’Amministrazione rovetana, un contenzioso con l’Istat, sulla vicenda del numero di abitanti del paese, e di aver dato incarico ad un legale superando il limite massimo previsto per le tariffe da corrispondere ai professionisti.

La minoranza, poi, sottolinea che il legale scelto sarebbe il legale di fiducia del segretario comunale, il quale avrebbe anche espresso il suo parere sulla nomina.

Queste la nota diffusa dai consiglieri comunali di opposizione a Capistrello, Chiara Di Felice, Dina Bussi e Vittorio Silvestri.

«Con delibera n 26 del 31 marzo scorso abbiamo assistito ad un’altra puntata della telenovela delle indennità. Se non fosse una cosa seria e grave ci sarebbe da ridere – così in una nota i consiglieri di opposizione di Comune di Capistrello -.

La Giunta comunale, infatti, pur di non ammettere l’errore compiuto nella liquidazione delle indennità maggiorate oltre il dovuto agli amministratori, ha dato avvio ad una diatriba con l’Istat in relazione al conteggio esatto del numero degli abitanti di Capistrello al 31/12/2020.

E, come se non bastasse il pasticcio creato fino a qui, la Giunta ha ben pensato di conferire incarico all’avvocato Colagrande per un ricorso al Tar contro l’Istat, tacciata di non aver fornito tutti i documenti richiesti.

Tutto ciò alla modica cifra di 5.000 euro – continua la nota stampa -. Non è bastato liquidarsi le indennità non dovute, questa amministrazione spende altri 5000 euro di soldi pubblici per tentare di legittimare un errore più che evidente.

Un comportamento incomprensibile che arriva al punto di attivare un contenzioso con Istat: una cosa mai vista prima, davanti alla quale siamo determinati a fare tutto quanto dovuto pur di ristabilire la legittimità.

Si tenga conto, infatti, che la richiamata delibera, tra le altre cose, presenta un parere dell’ufficio finanziario contrario in quanto l’incarico legale è in contrasto con la delibera di Consiglio comunale che stabilisce le tariffe massime consentite.

Un particolare di non poco conto che aggrava ulteriormente la vicenda: ma perché per tutti gli avvocati si applica il limite previsto in delibera mentre in questo caso si fa eccezione? E come fa la Giunta di fronte alla delicatezza di questa vicenda a deliberare in contrasto col parere dell’ufficio finanziario? E va detto inoltre che il contro parere emesso dal segretario comunale, che ben conosce il legale incaricato per essere il suo legale di fiducia in alcuni procedimenti, non fa altro che aggiungere confusione ad una vicenda molto discutibile».