Comune di Massa d’Albe. L’opposizione: “Proteste di piazza, striscioni irridenti e paralisi della Giunta. Il Sindaco Blasetti si dimetta subito”

MASSA D’ALBE – Proteste, striscioni in piazza, sui balconi e sotto al palazzo municipale, polemica al calor bianco che va avanti ormai da oltre una settimana.

Non si placa a Massa d’Albe il forte scontro in seno all’Amministrazione comunale dopo la revoca dei due assessori Marco e Gianluca Di Pangrazio. Una situazione che sta di fatto paralizzando la gestione della cosa pubblica nel paese alle falde del Velino e che ha provocato la presa di posizione netta dei consiglieri di minoranza.

Situazione ingestibili e che sta bloccando il paese, per i consiglieri di opposizione di Massa d’Albe, Antonio Mastrangelo, Giovanni Ceglie e Giovanni Mancini, che invocano e auspicano le dimissioni immediate ed irrevocabili del Sindaco Nicola Blasetti.

“Moti popolari nelle frazioni, striscioni al vetriolo, rivolta nella maggioranza e giunta comunale alla paralisi: il sindaco Nicola Blasetti, con le due scellerate decisioni, non avrebbe potuto farsi un autogol così rovinoso.

Nella storia del Comune, a memoria d’uomo – dichiarano i tre consiglieri – non si era mai vista una sconfessione pubblica di un sindaco così clamorosa da parte della popolazione con striscioni che trasudano indignazione, rabbia e riprovazione.

Giovanni Ceglie

Il sindaco, per appagare bassi appetiti da cortile, ha disarticolato la giunta, rimuovendo gli assessori, e portandola a una totale paralisi l’attività amministrativa.

Un’operazione di basso profilo che ha provocato la delegittimazione dell’attuale amministrazione e una instabilità che a breve ne decreterà la fine. Il sindaco, dopo essersi vantato in modo risibile di essere stato eletto con un plebiscito, invece di attuare il suo claudicante programma elettorale che ha fatto?

Ha tagliato fuori dalla giunta Forme e Albe come un tribuno che straccia i consensi che le due frazioni gli hanno dato.

Una mossa che uccide la democrazia popolare ed emargina i tre quarti della comunità! Tutto questo per far posto, con manovre risibili e meschine, a nuovi soggetti, di cui al momento si ignorano titoli e curriculum.

Raccogliamo la protesta della popolazione, così ben rappresentata da striscioni e articoli e manifestazioni irridenti, e invochiamo a gran voce le dimissioni del sindaco. Otto mesi di inconsistenza, di idee e fatti, che hanno fatto rivoltare anche i suoi elettori. Si faccia da parte perché ormai la sua parabola amministrativa è terminata”. Antonio Mastrangelo, Gianni Mancini e Giovanni Ceglie