Con “Orme”, la prosa di Mara Tritapepe diventa poesia della vita




Sulmona (L’Aquila)- Il pomeriggio della domenica appena passata l’ho voluto passare adoperandomi a fare della lettura il mio passatempo preferito.
Leggere di ” Orme” di Mara Tritapepe, è stato come far sposare il passato di una vita riprodotta in maniera prosaica con la poesia.
Due mondi, quello della prosa e della poesia, appunto, dei quali la pluripremiata poetessa di Sulmona dimostra ampiamente di essere parte integrante.
D’altronde raccontare degli amori che furono e di come sia bello aiutare i bisognosi, mi ha permesso, insieme alla chiosa finale su come si viveva il Natale negli anni del dopoguerra, di riassaporare antichi sapori di vita che nel mondo attuale non trovano più spazio. Lo ha fatto dal punto di vista letterario con la soave grazia attribuibile solo a chi di questo mondo ne sa veramente qualcosa.
Descrivere la bellezza di una mamma e la laboriosità di un padre attento alla famiglia e la favolosa atmosfera vissuta nel borgo natio anche attraverso la preparazione del presepe e dell’albero di Natale, fa dell’opera di Mara Tritapepe un’autentico capolavoro di antropologia sociale.
L’aiuto prestato nel duro periodo della restaurazione albanese a dei ragazzi provenienti da una nazione in subbuglio, aiuto che li ha resi capaci di realizzarsi in ambito lavorativo e sociale, raccontano di una Mara votata al bene umano oltre che letterario.
Insomma grazie ad una straordinaria donna, nata a Castel di Sangro; che ha trascorso i suoi primi anni nel Salento per poi spostarsi con la famiglia a Sulmona; amante della natura e dell’arte e che solo in età avanzata decide di fare conoscere le sue poesie al pubblico ottenendo un sorprendente riscontro positivo, quella che doveva essere una normale domenica di maggio è divenuta, attraverso la lettura della sua opera ” Orme, racconti e poesie”, edito da Lupi editore, una straordinaria e poetica giornata di inizio Maggio.