Condanna a 25 anni di Passeri. Per Mastrangelo e Gileno (Pd) è inumana e chiedono al Governo di attivarsi per riportarlo in Italia come per Cecilia Sala

PESCARA – Il Governo Meloni si attivi con le autorità egiziane per riportare in Italia Luigi Passeri, condannato a 25 anni da un tribunale egiziano, e detenuto da circa due anni, per un reato di droga, un po’ come avvenuto per Cecilia Sala.
Ad avanzare questa istanza sono Claudio Mastrangelo, pescarese della Direzione Nazionale del Partito Democratico, e il segretario regionale dei Giovani Democratici, Saverio Gileno, in merito alla vicenda di Passeri, detenuto dal 2023 dopo essere stato trovato dalla polizia egiziana in possesso di pochi grammi di marijuana e condannato oggi a 25 anni di reclusione per traffico di droga. Condanna che i due ritengono inumana, oltre che sproporzionata.

«Esprimiamo la più viva preoccupazione per la condanna a 25 anni, confermata oggi dai giudici egiziani, nei confronti del giovane cittadino italiano e nostro conterraneo abruzzese Luigi Giacomo Passeri.
Indipendente dal fatto che il nostro concittadino Passeri abbia commesso o meno il reato ascrittogli dalle autorità del Cairo – scfrovno Mastrangelo e Gileno -, fatto sul quale pure nutriamo dei ragionevoli dubbi, 25 anni di reclusione per traffico di droga (reato punito in Italia con la reclusione da 2 a 6 anni) rappresentano una pena spropositata e inumana.
Occorre ricordare inoltre che il trentaduenne pescarese ha più volte denunciato di aver subìto in questi due anni torture fisiche e psicologiche nelle carceri egiziane, attraverso lettere spedite ai suoi familiari, nella più totale latitanza delle autorità diplomatiche italiane.
In virtù di ciò invitiamo con la massima solerzia il Partito Democratico, la segretaria nazionale onorevole Elly Schlein, il responsabile esteri onorevole Giuseppe Provenzano e il tesoriere nazionale senatore Michele Fina, anch’egli abruzzese come Passeri, ad attivarsi presso la Farnesina, il Ministro Tajani e il Governo tutto affinché profondano ogni sforzo possibile per riportare in Italia questo nostro concittadino che si trova detenuto all’estero in condizioni disumane e contrarie alla nostra Costituzione e al comune buon senso internazionale.
Una grande Nazione come l’Italia non può lasciare solo nessun suo cittadino».