Confagricoltura L’Aquila: “Si al glifosate”. Il pronunciamento dell’autorevolissima EPA chiarisce tutto!

L’AQUILA _Confagricoltura L’Aquila interviene sul recente pronunciamento dell’Agenzia degli Stati Uniti di protezione ambientale (EPA). L’agenzia dopo lunghi studi ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni. E la Confagricoltura L’Aquila lo ha con un comunicato: eccolo.

“È questo il verdetto emesso dall’Epa, a proposito del glifosate, un erbicida – informa Confagricoltura L’Aquila – che è utilizzato da numerose imprese agricole e che da anni è al centro di diatribe mediatiche e giudiziarie a proposito di una presunta cancerogenicità della sostanza”.

Nell’agosto dell’anno scorso l’EPA aveva già sottolineato come procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica dell’agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”. La valutazione è stata condivisa, negli anni, dall’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), dalla BFR (l’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca) e più recentemente dalle autorità canadesi per la salute (Health Canada).

“La valutazione dell’EPA statunitense – dichiara il presidente di Confagricoltura L’Aquila, Fabrizio Lobene– conferma quanto da noi sostenuto, sulla base della scienza e non del pregiudizio: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo dal punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il glifosate è utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici importanti all’ambiente, a partire dalla diminuzione di emissioni di anidride carbonica”.

“Questa vicenda – sostiene il presidente di Confagricoltura L’Aquila – ci invita ad analizzare le questioni tenendo nella massima considerazione i pareri espressi dalla comunità scientifica internazionale, continuando a credere e a investire nella ricerca, in tal senso auspichiamo che si possa avere, dall’Unione Europea, una maggiore uniformità sugli utilizzi dei principi attivi negli Stati membri. La continua campagna denigratoria della nostra agricoltura da parte di soggetti e organizzazioni che utilizzano senza scrupoli informazioni fuorvianti e molte volte false, inducono la classe politica ad assumere iniziative censorie che stanno mettendo a rischio la competitività delle nostre imprese. La sostenibilità ambientale non può essere disgiunta da quella economica pena la chiusura delle aziende e l’importazione delle derrate alimentari da paesi, anche europei, dove molti fitofarmaci, vietati in Italia, sono consentiti.”

È stata la ricerca – ricorda Confagricoltura L’Aquila – la protagonista assoluta in agricoltura. Grazie alla ricerca la produttività è cresciuta con l’aumento della popolazione mondiale: dagli anni ’60 gli abitanti del pianeta sono passati da poco più di 3 miliardi a 7 miliardi e in parallelo la produzione agricola che è riuscita ad affrancare dalla fame larghe fette di popolazione. Uno degli obiettivi della nuova politica agricola europea è quello di raggiungere la sovranità alimentare entro il 2050 quando la popolazione del globo raddoppierà.

Fin qui il comunicato di Confagricoltura L’Aquila

Ma cos’è, nello specifico, il glifosato?

È una molecola che elimina indistintamente tutte le erbe infestanti. In altre parole, è un diserbante non selettivo.

La molecola è stata sintetizzata nel 1950 da un chimico dell’azienda svizzera Cilag, ma la scoperta non fu mai oggetto di pubblicazione. Molti anni dopo, nei laboratori della Monsanto, venne scoperta la sua azione come erbicida ad ampio spettro e, nel 1974, brevettato e messo in commercio con il nome Roundup.

Durante gli anni 90 sempre la Monsanto iniziò a introdurre sul mercato delle colture, come la soia, geneticamente modificate e in grado di resistere a dosi abbondanti di questo erbicida, di fatto rendendolo molto più semplice da utilizzare. In questo modo, il glifosato è diventato il diserbante più utilizzato al mondo, complice anche il suo prezzo abbastanza economico.

Glifosato in Italia

Per quanto riguarda la situazione in Italia, i pesticidi a base di glifosato possono ancora essere utilizzati, ma con delle limitazioni.

Il glifosato è vietato in queste situazioni:

  • per usi non agricoli su terreni composti per più dell’80% da sabbia
  • su terreni vulnerabili o frequentati dai cittadini come le aree gioco per i bambini, i campi sportivi, le aree verdi all’interno di complessi scolastici e ospedalieri, i parchi
  • per ottimizzare il raccolto o la trebbiatura, quindi il suo uso pre-raccolta

La domanda ovviamente è se queste precauzioni saranno utili, non solo in materia di glifosato. Qualche dato:

  • in Italia ogni anno vengono utilizzate oltre 130mila tonnellate di prodotti fitosanitari
  • questi prodotti contengono oltre 400 sostanze chimiche diverse

Ma sarebbe conveniente per l’Italia eliminare il glifosato? Sì, per due ottime ragioni.

La prima è sicuramente che tra le nostre eccellenze nel comparto agricolo ci sono le aziende biologiche che, per loro natura, non usano di certo pesticidi né a base di glifosato né di altri tipi. Sono dunque aziende che hanno già assorbito i costi dell’eliminazione del glifosato prima dei loro competitor esteri.

La seconda è che la filiera del Made in Italy è all’avanguardia per quanto riguarda le innovazioni in grado di sostituire i pesticidi. Per esempio, il glifosato potrebbe essere evitato semplicemente con una pacciamatura effettuata coprendo le piante con teli di plastica biodegradabile, settore in cui le aziende nostrane sono leader mondiali.

Insomma, a prescindere dai rischi veri o presunti di questo tipo di pesticida, la spinta sempre più forte che si sta dando all’agricoltura biologica è giustificata da prodotti qualitativamente più buoni e più sani, coltivati rispettando la natura e gli ecosistemi, in sinergia con altre aziende italiane di spessore.

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