Crollo a Regina Coeli tra sovraffollamento e over sfruttamento del personale. Nardella Cnpp-Spp: “Deprofundis carcerario, illuminato dall’abnegazione dei dipendenti”
CRONACA NAZIONALE
PESCARA – Sono a lavoro da ieri mattina alle 7 e tutt’ora stanno operando in condizioni al limite del collasso psicofisico.
Stiamo parlando dei poliziotti penitenziari del Nucleo Traduzioni e piantonamenti di Pescara e di altri Istituti abruzzesi i quali, da più di 24 ore, sono impegnati nell’opera di sfollamento del carcere romano di Regina Coeli a seguito del crollo di una porzione del tetto e che, per fortuna, ha prodotto solo danni alle cose e tanto spavento.

A dare la notizia è il segretario nazionale del Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria SPP Mauro Nardella: “Il grave evento critico che si è verificato in uno dei principali, nonché, storici istituti di pena d’Italia, ha obbligato l’amministrazione penitenziaria a prendere la decisione di spostare subito dal carcere dissestato 300 detenuti e con le poche risorse di personale a disposizione, talmente poche da non consentire quel ricambio di personale che necessario per effettuare il servizio secondo crismi contrattuali – spiega Nardella -.
Parte di questi detenuti saranno assegnati alle carceri abruzzesi. Di questi almeno 5 saranno tradotti nel carcere di San Donato contribuendo di fatto a rendere ancora più sovraffollato un istituto già messo in ginocchio dai troppi detenuti presenti.

Addirittura 40 dei ristretti sfollati dovevano essere destinati all’istituto di Vasto. Fortuna, per la Direzione del carcere, ha voluto che l’istituto non aveva ancora le celle della sezione prevista in apertura allestite delle suppellettili necessarie per renderle abitabili.
La paura ora è che i lavori di preparazione vengano velocizzati obbligando l’istituto di contrada Torre Sinello ad attivare i 50 posti in una realtà anch’essa messa male dal punto di vista strutturale, portando, così, anche questo carcere al completo collasso – sottolinea Nardella -.
Siamo al Deprofundis carcerario. Non c’è giorno che dal carcere non tiriamo fuori notizie devastanti e non solo per le strutture altamente compromesse ma anche e soprattutto per un disordine in materia di diritto nei confronti di un personale stanchissimo perché sempre troppo poco, al quale si chiede l’impossibile salvo poi lasciarlo al palo in quanto ad azioni di compiacimento nei loro confronti da parte dell’amministrazione di appartenenza – continua il segretario nazionale Cnpp-Spp -.

Fortuna vuole che al carcere di Pescara sia giunta una nuova direttrice. La dottoressa Arianna Colonna, succeduta all’ottimo Franco Pettinelli, infatti, è immediatamente entrata nel cuore degli agenti. Quegli stessi agenti per la quale volentieri mettono a disposizione tutte le loro energie mettendo in campo incredibile abnegazione e forte spirito di sacrificio.
Un personale che per via di una gravissima quanto storica carenza organica pur di non farle mancare il supporto necessario si impegna a fare tra le 60 e le 70 ore di straordinario in media al mese arrivando, come nel caso di un poliziotto in servizio presso l’ufficio servizi, addirittura a effettuarne 115 di ore in più rispetto a quelle contrattuali.


Un personale esemplare quello di stanza al carcere pescarese per una direttrice altrettanto esemplare.
È solo alla loro straordinaria capacità istituzionale che oggi Pescara può dirsi fuori dallo scandaloso giudizio generale che si può dare in materia carceraria dei governanti (e non solo quelli attuali) che ne gestiscono le coordinate amministrative.
Mercoledì prossimo mi recherò personalmente al carcere di San Donato per esprimere ai colleghi e alla nuova direttrice il mio più totale compiacimento e ringraziamento per l’attività svolta.
Credo che il minimo che gli italiani possano fare, me compreso, è dare una pacca sulle spalle a questi straordinari servitori dello stato”, conclude Nardella.



