Cronaca dall’Italia, va in caserma con il cadavere della moglie nel furgone. Lei aveva chiesto l’affidamento dei figli

Andrea Paltrinieri, il 48enne arrestato dai carabinieri per l'omicidio della moglie 40enne, di origini russe, che ieri sera ha portato cadavere nel bagagliaio di un furgone, presentandosi al comando di via Pico della Mirandola a Modena, 11 giugno 2024. L'uomo era residente in città. NPK Facebook / Andrea Paltrinieri +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ +++NO SALES; NO ARCHIVE; EDITORIAL USE ONLY+++

MODENA – Un uomo di 48 anni, Andrea Paltrinieri, ingegnere, si è presentato la scorsa notte al comando dei carabinieri di Modena col cadavere della moglie, una donna di 40 anni, nel furgone.

Si tratterebbe di un femminicidio.

L’uomo è stato arrestato – secondo quanto riferito dalla Procura di Modena – in quasi flagranza per omicidio aggravato. Nel bagagliaio è stato trovato il cadavere della moglie, Anna Sviridenko, di origine russa, col capo coperto da un sacchetto nero di plastica. Il collo era stretto da una cintura. Il 48enne si trova in carcere, in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip.

Dietro l’omicidio, a quanto emerso, ci sarebbe una storia di figli contesi.

La vittima – specializzanda in radiologia all’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore) – aveva avviato davanti all’Autorità giudiziaria di Innsbruck (in Austria) una procedura per regolamentare l’affidamento prevalente dei due figli minori e l’esercizio del diritto di visita. Il 17 maggio 2023 era stata decisa la collocazione prevalente nell’abitazione della madre e il diritto di visita del padre.

A gennaio 2024 l’indagato aveva fatto ricorso al tribunale civile di Modena per separazione con addebito a carico della donna, contestando la giurisdizione austriaca.

Il tribunale modenese, informa la Procura, ritenendo di non dover assumere provvedimenti temporanei urgenti, essendoci già una decisione di un giudice straniero comunitario, decisione riconoscibile in Italia, ha assunto la causa in decisione a maggio 2024 sulla questione preliminare della giurisdizione (cioè sulla competenza territoriale). A febbraio di quest’anno la vittima aveva presentato un’altra istanza al tribunale di Innsbruck, per ottenere l’affidamento esclusivo dei due figli.

“La nostra comunità è devastata dalla notizia della brutale uccisione di una sua specializzanda in radiologia – scrive Carlo Adolfo Porro, rettore di Unimore -. Il femminicidio è un cancro che non possiamo più tollerare, una vergogna che macchia la nostra umanità, e non ci sono mezzi termini per condannarla: è un atto vile, disumano e inaccettabile. È tempo che la nostra società si sollevi con forza contro questa barbarie”.

L’ateneo, sottolinea, starà vicino alla famiglia della vittima ed è pronto a costituirsi “parte civile nel corso del processo che si instaurerà”.

Domani tutte le bandiere delle sedi universitarie saranno esposte a mezz’asta.