Cuccioli di Orso Marsicano morti nell’invaso di Scanno. L’ecologista De Sanctis: “Protezione e vigilanza ricadono sul Parco Nazionale d’Abruzzo”

AVEZZANO – Cuccioli di Orso Marsicano morti nell’invaso artificiale di Scanno, dubbi e interrogativi si moltiplicano anche in merito alle responsabilità e alle attribuzioni di compiti di protezione e vigilanza.
A parlare più chiaro di tutti, però, è l’ecologista, attivista e consulente ambientale Augusto De Sanctis, di Pescara, per anni impegnato con il Wwf e altre associazioni ed enti che hanno a che fare con le aree protette.
De Sanctis chiarisce, come vedremo nel suo intervento, che il compito di vigilare, proteggere e intervenire in questo caso ricade sul Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e si domanda, ulteriormente, cosa ha fatto il Parco per evitare situazioni come questa.
Questo l’intervento dell’ecologista attivista Augusto De Sanctis.
“In merito alle sconfortanti notizie circa la morte dei due orsi a Scanno appare rilevante precisare che il laghetto in questione, pur essendo esterno al perimetro del parco d’Abruzzo, Lazio e Molise (come con zelo ha tenuto immediatamente a far rilevare l’Ente parco), è però situato all’interno della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) della Rete Europea Natura2000 la cui gestione è demandata proprio all’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo. Lazio e Molise, cosa che invece è stata stranamente omessa nonostante a scala continentale siano questi siti ad essere centrali nelle politiche di conservazione, anche ai fini dei finanziamenti comunitari LIFE assegnati proprio al Parco.

Lo stesso sito WEB dell’Ente Parco dedica una parte importante alla ZSC: https://www.parcoabruzzo.it/pagina.php?id=540
L’Ente ha la responsabilità di implementare e far applicare a enti pubblici e privati tutte le misure di conservazione necessarie per le specie come l’Orso bruno e per gli habitat.
In caso di inadempienze, il DPR 357/1997 su questi siti prevede l’intervento dei Carabinieri Forestali.
Mi domando, quindi, se l’Ente parco abbia ingiunto al proprietario o al gestore la messa in sicurezza, visto che dal comunicato dell’Ente stesso si afferma che la pericolosità del sito fosse notoria, visti anche i tragici precedenti di orsi morti in vasche”.