Disastro di Bussi, dopo anni di lotta dei cittadini parte una difficile bonifica alla discarica Tre Monti.

Enormi ritardi del Ministero da recuperare e tante altre aree da decontaminare, dal sito industriale alle discariche 2A e 2B.

Gli attivisti rendono omaggio alla memoria del Generale Guido Conti, che sequestrò il sito: consegnato ai familiari un giovane albero di Corbezzolo che sarà piantato a fine bonifica.

Bussi “Oggi dopo una lotta lunghissima durata 14 anni parte finalmente la difficile bonifica di 112.000 mc di rifiuti interrati alla discarica Tre Monti, la prima area oggetto di intervento a Bussi tra le tante zone che costellano il sito nazionale per le bonifiche vasto ben 230 ettari, pesantemente inquinate da mercurio, diossine, piombo, tetracloroetilene, tetracloruro di carbonio e altre sostanze tossiche. Il sequestro della discarica da parte dei forestali avvenne il 12 marzo 2007 e significò per l’Abruzzo, fino ad allora la regione verde d’Europa, la fine dell’età dell’innocenza” così Augusto De Sanctis del Forum H2O durante la passeggiata di oggi nell’area di Bussi organizzata in occasione dell’avvio dei lavori per la bonifica da parte di Edison della discarica Tre Monti, uno dei diversi siti inquinati di Bussi e della val Pescara.

Pochi mesi dopo gli attivisti scoprirono con un vero e proprio lavoro d’inchiesta dal basso che addirittura l’acqua potabile bevuta per decenni da centinaia di migliaia di persone della val Pescara era contaminata da sostanze tossiche e cancerogene. Ci fu pure qualcuno nelle istituzioni che ci denunciò per procurato allarme; fortunatamente quei pozzi contaminati furono chiusi grazie agli esposti. In questi anni ci sono stati continui ostacoli alla bonifica. Edison ha pure proposto nel 2016 di lasciare lì i rifiuti, tombandoli. Solo un lavoro incessante dei cittadini, assieme ad alcune donne e uomini nelle istituzioni e della stampa, ha portato prima all’approvazione il 6 giugno 2018 del progetto di bonifica con rimozione integrale dei rifiuti interrati e ora all’avvio della rimozione dei materiali. Invece la Magistratura penale giudicante non è stata in grado di dare le risposte che i cittadini si attendevano, mandando prescritti ma riconoscendoli reati gravissimi come il disastro ambientale e l’avvelenamento delle acque. Il percorso è ancora molto lungo ma la nostra determinazione resterà la stessa che abbiamo dimostrato in questi anni. Edison deve sapere di avere davanti una intera comunità. Lo stesso un ministero che in questi 14 anni, tranne pochissime eccezioni, ha fatto troppo poco o addirittura rallentato le bonifiche.

Quello che ancora ci indigna è la lentezza esasperante inconcepibile per uno Stato che vuole dirsi civile e che ospita il G20, dei procedimenti e delle operazioni di bonifica che in altri stati fanno in pochi anni con attività praticamente ordinarie. Lo stato dei SIN in Italia è pietoso visto che a Bussi paradossalmente stiamo pure più avanti di tante altre aree. In questi anni abbiamo dovuto letteralmente sminare tranelli, sotterfugi, omissioni e ipotesi vergognose che sono spuntate lungo un percorso che in teoria è molto chiaro essendo fissato dalla legge. Oggi quindi è un nuovo punto di partenza, non un traguardo.

Gli attivisti del Forum H2O e i cittadini presenti hanno deciso di rendere omaggio alla memoria del generale Guido Conti, che con la sua azione scoperchiò un vero e proprio vaso di Pandora.

Guido Conti – aggiunge De Sanctis – ha sempre aperto le porte dell’istituzione che rappresentava a noi cittadini. Con lui abbiamo dialogato costantemente, ognuno conservando il proprio ruolo. Ci chiedeva una mano, noi la chiedevamo a lui. La sua azione su Bussi ha significato per tutti svegliarsi in un incubo reale, svelando come faceva sempre, una verità scomoda. Con lui abbiamo continuato a collaborare per cercare di cancellare questo scempio. Lo ricorderemo sempre, il paese gli deve essere riconoscente.

Ringrazio commossa per questa iniziativa in memoria di mio padre che si è sempre assunto la responsabilità di impegnarsi nell’interesse della collettività con la consapevolezza che il comportamento individuale può incidere in modo determinante sulle tematiche ambientali. Auspichiamo che le radici di questo albero, simbolo di rinascita, possano un giorno crescere in un territorio finalmente libero dai rifiuti ha dichiarato Marianna Conti, figlia del generale.

Un giovane albero di corbezzolo, simbolo dell’Italia, con i suoi fiori bianchi, i frutti rossi e le foglie verdi, è stato consegnato quindi ai familiari presenti. È un memento, un invito all’azione. Infatti sarà piantato nella terra all’aperto solo a bonifica conclusa. La vera giustizia, infatti, sarà l’avvenuta bonifica.

FORUM H2O

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