Divisi in culla gemelli si trovano dopo 13 anni. Adottati da due famiglie diverse diventano amici e poi scoprono la verità

Foto Ansa

BARI – Mario e Carlo, gemelli eterozigoti, vengono abbandonati dalla madre dopo la loro nascita, il 9 gennaio del 1963 al Policlinico di Bari, e si ritrovano dopo 13 anni per caso, scoprendo per la prima volta di essere fratelli.

La storia è raccontata da Telebari che ripercorre l’intera vicenda.

Mario Grieco e Carlo, che oggi hanno 61 anni, a solo 11 mesi sono stati adottati da due famiglie diverse. Hanno vissuto per 13 anni a pochi chilometri di distanza in due paesi della provincia di Bari, convinti di non avere fratelli e senza sapere di essere stati adottati.

Poi il destino li ha fatti incontrare a bordo di un bus mentre andavano nella stessa scuola che frequentavano entrambi senza conoscersi.

Interessi e abitudini simili, diventano subito amici. E un giorno Mario invita Carlo a pranzo a casa sua a Terlizzi. In quella occasione il padre adottivo di Mario, che come i genitori adottivi di Carlo conosceva la loro vera storia, gli domanda se fosse nato anche lui il 9 gennaio del ’63 e se venisse da Mariotto.

In quel momento, i due ragazzini non danno molto peso alla cosa e pensano sia semplicemente una coincidenza. Poi, morta la madre adottiva di Carlo, le due famiglie si incontrano e decidono di dire tutta la verità a Mario e Carlo: “Siete gemelli, figli della stessa donna, vi hanno separato in culla”.

“Siamo scoppiati a piangere e ci siamo abbracciati – dice Mario ricordando quel momento – entrambi felici e feriti. Credevo di essere figlio unico e scoprire di avere un fratello è stata una cosa meravigliosa ma allo stesso tempo mi è caduto il mondo addosso. In un attimo abbiamo scoperto che eravamo cresciuti nella menzogna e da quel momento avremmo dovuto fare i conti con un vuoto inspiegabile che avvertiamo da sempre”. “Devo ammettere – precisa all’ANSA Mario – che anche prima di scoprirlo dai nostri genitori adottivi sentivamo che c’era tra di noi un legame speciale. Il sangue non diventa mai acqua”.

La moglie di Mario, Francesca, ricorda quando sua suocera le disse che in orfanotrofio Mario e Carlo erano nella stessa culla e i medici le chiesero se li volesse entrambi per non separarli. Ma lei decise di adottarne solo uno. Sempre la suocera le avrebbe rivelato che quando Mario e Carlo erano piccoli, le due famiglie adottive si incontrarono casualmente in occasione di una sagra e, parlando, scoprirono che quei due bimbi così simili erano fratelli, nati e battezzati lo stesso giorno.    

Ora Mario sta cercando sua madre biologica perché vuole conoscerla e chiederle come mai li abbia abbandonati.

“Mio fratello non mi segue in questa ricerca – sottolinea Mario – secondo me perché ha paura di andare incontro a qualche altro dispiacere, delusione, forse teme un rifiuto”. “Ma io – assicura – non ho intenzione di mollare”.