“Dov’è l’Umanità?”, appello per la fine della violenza e per la giustizia a Gaza. Flashmob domani alla Campana della Pace ad Avezzano

AVEZZANO – Appello per la pace e il ripristino dei diritti umani a Gaza dell’Associazione “Per le Persone e la Comunità – Avezzano” che organizza anche un flashmob di sensibilizzazione.

L’appuntamento è per domani, 6 giugno, alle 18, alla Campana della, Pace, in Piazza Nardelli, nella zona nord della città marsicana.

Questo l’appello diffuso dall’associazione avezzanese.

«Quando la violenza armata diventa devastazione di città, scuole, ospedali, abitazioni; quando stermina famiglie, uccide donne, anziani e bambini, affama intere popolazioni e distrugge le basi stesse della dignità umana… allora non possiamo più chiamarla guerra. Questo è genocidio. È crimine contro l’umanità.

Abbiamo chiamato genocidio le atrocità del nazifascismo contro gli ebrei. Oggi non possiamo avere timore di denunciare con lo stesso nome ciò che accade al popolo palestinese. Anche l’orribile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas non giustifica lo sterminio sistematico di una popolazione intera, la cancellazione della sua memoria, della sua terra, della sua speranza.

Il Sionismo politico non è Ebraismo. Così come il Cristianesimo non può essere ridotto alle Crociate. Le religioni, se sono autentiche, non giustificano apartheid, colonialismo e sopraffazione. Il Dio biblico chiama alla libertà e alla giustizia, non al dominio e alla violenza.

Oggi Gaza è un inferno a cielo aperto. In quella striscia di terra ci sono madri che la mattina intrecciano i capelli delle loro figlie, senza sapere se la sera potranno ancora accarezzarle. I bambini crescono tra macerie, fame e bombardamenti.

Hanno smesso di sognare. Alcuni hanno smesso persino di voler vivere. Interi quartieri sono stati rasi al suolo. I campi profughi in Cisgiordania vengono demoliti uno dopo l’altro. I camion con aiuti umanitari vengono bloccati. Il cibo, usato come arma. L’acqua potabile è un’utopia. Si muore per la fame, per le malattie, per i missili. Si muore di abbandono.

E il mondo tace.

Dov’è l’umanità? Non chiediamo dov’è Dio. Dio è tra i piccoli che gridano dalla fame, tra chi soffre e muore. La vera domanda è: dov’è l’uomo?

È nel silenzio colpevole dei governi, è nell’inerzia delle istituzioni internazionali, è nel cinismo delle potenze democratiche, che parlano di pace ma permettono che venga calpestata ogni legge del diritto umanitario. Abbiamo davanti un bivio: scegliere l’indifferenza, o rispondere alla chiamata della coscienza. Perché la giustizia è indivisibile: se la neghiamo a uno, la tradiamo per tutti.

Israele, da tempo, ha abbandonato la via della convivenza. La sua apparente democrazia si è trasformata in “democratura” (una formale democrazia ma di fatto una dittatura), in cui il diritto è piegato alla legge del più forte.

È in atto un’apartheid sistemica, una volontà di annientamento dell’altro. Eppure, chi ha conosciuto la Shoah, chi ha vissuto l’orrore dell’esclusione e della morte, avrebbe dovuto essere il primo a custodire l’umanità, non a rinnegarla.

Oggi, mentre la Striscia di Gaza brucia, non è il tempo delle analisi geopolitiche, delle accuse reciproche, delle dichiarazioni vuote. È il tempo di fermare il massacro. Di affermare che non può esserci sicurezza fondata sulla distruzione dell’altro. Che ogni bambino ucciso è una sconfitta per l’intera umanità.

Più di 50.000 civili morti, centinaia di giornalisti, operatori umanitari, medici assassinati. Questa non è autodifesa. Questa è crudeltà. È una ferita aperta nel cuore dell’umanità. Noi, uomini e donne di pace, non vogliamo più tacere.

Vogliamo giustizia per i palestinesi e sicurezza per tutti i popoli, ma senza che uno debba essere sacrificato per l’altro. Chiediamo ai governanti italiani, europei, mondiali: usate tutte le armi della pace che avete. Non domani. Ora.

Se anche la solidarietà viene ostacolata, se anche la verità viene mistificata, se anche i valori vengono travolti dalla forza, allora toccherà alle coscienze – le nostre, individuali e collettive – diventare sentinelle della speranza, della giustizia, dell’umanità.

In nome di chi non ha più voce, gridiamo: basta. Basta morti innocenti. Basta fame come arma. Basta con la distruzione dei sogni. Basta per ogni guerra del modo.

Fermiamo questo orrore, prima che sia troppo tardi. Ogni parola taciuta, ogni sguardo voltato altrove, ogni gesto mancato, rischia di diventare complicità. In tempi di oscurità, la neutralità non è imparzialità: è resa.

Sta a noi scegliere se rimanere spettatori o diventare testimoni. Se lasciare che il silenzio continui a coprire le grida, o se alzare la voce per chi non può farlo. Che il nostro silenzio non sia complice, ma grido. Che la nostra coscienza non sia tarda, ma vigile. Che la nostra umanità non si nasconda, ma si alzi in piedi.

Ti spettiamo, per cantare, riflettere e pregare insieme, domani alle ore 18 presso la Campana della Pace, in Piazza Nardelli, ad Avezzano».