Due imprenditori marsicani assolti da riciclaggio per gli acquisti dei locali di un’ex concessionaria e del Cinema Astra che resta sotto sequestro

AVEZZANO – Assolti per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste, due noti imprenditori marsicani coinvolti in una inchiesta, partita dalla magistratura di Padova, e finita, per quella parte, con pesanti condanne.

Ma nonostante la doppia assoluzione, il fatto non sussiste per uno e non costituisce reato per l’altro, pronunciata dal Gup del Tribunale di Avezzano con giudizio abbreviato per i due imprenditori G.L. e M.G. accusati di riciclaggio, i due beni immobili presenti in Avezzano e oggetto delle operazioni di compravendita rimangono sotto sequestro preventivo finalizzato a confisca per decisione della magistratura padovana.

I fatti risalgono agli anni 2018 e 2019. Le indagini effettuate dalla Guardia di Finanza della Procura della Repubblica di Padova, portarono gli inquirenti del posto ad indagare altri coimputati, processati nel tribunale veneto, e a trasmette gli atti per competenza territoriale, alla Procura di Avezzano alla fine dell’anno 2020, per contestazioni a carico dei due imprenditori locali che furono così accusati di riciclaggio di denaro.

Da un’attività investigativa su una considerevole operazione eseguita dalla Guardia di Finanza di Padova in Monselice, era infatti emersa la presenza di flussi di denaro sui conti correnti della società marsicana nel periodo dal 2018 al 2019.

In quel lasso di tempo sarebbero transitate ingenti somme di denaro provenienti da diversi soggetti coinvolti, a vario titolo, per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di diversi reati fiscali (evasione delle imposte a mezzo dichiarazione fraudolenta, dichiarazione dei redditi infedele, occultamento e distruzione di documenti contabili) oltre all’impiego di denaro proveniente da delitti in modo tale da ostacolare la loro provenienza.

Primo fra tutti R.C., soggetto destinatario di diverse misure cautelari personali e reali emanate nell’ambito del procedimento penale davanti il Tribunale di Padova, unitamente agli imprenditori del posto A.B. e R.B., accusati, questi, di aver organizzato una fitta organizzazione di società fittizie non esercenti attività di impresa ed intestate a prestanomi, di contatti ed attività, volte all’evasione dell’IVA su prodotti petroliferi.

Società che, stando all’esito delle indagini, erano comunque tutte gestite o riconducibili allo stesso R.C. e servivano per immettere nel mercato italiano i prodotti petroliferi sottocosto evadendone l’iva e le relative accise.

La Guardia di Finanza territorialmente competente avrebbe accertato come alcune somme, versate alla società marsicana, venivano poi utilizzate per l’acquisto di diversi immobili posti all’asta presenti sia nel territorio Marsicano che nel territorio Abruzzese.

Tra alcuni beni oggetto di aggiudicazione, ci furono, nel mese di luglio 2019, per l’importo di un milione di euro circa, l’acquisto dell’ex concessionario Opel, oggi locato ad altra attività commerciale, ed altro acquisto si perfezionò nel settembre 2019, sempre per oltre un milione di euro, per l’immobile sito in via Newton, meglio conosciuto come “Cinema Astra”.

Beni che, tuttavia, furono oggetto di sequestro preventivo e rimangono oggetto del vincolo reale da parte del Tribunale di Padova, con relativa nomina dell’amministratore Giudiziario, visto che lo stesso tribunale padovano, in composizione collegiale, ha condannato la maggior parte degli imputati veneti a pene severissime, ovvero dai sei anni ai nove anni e dieci mesi di reclusione.

Di contro, per i movimenti delle somme di denaro che provenivano dall’attività del R.C. lo stesso provvedeva a farle confluire in due società a lui riconducibili, ovvero la F.G. SpA e la F.O. SpA, per poi spostare le somme sui conti correnti del fratello di questi, successivamente ritrasferendoli in altri conti correnti riconducibili alla società del nostro territorio, per cui la competenza territoriale si è radicata presso il Tribunale marsicano.

Le indagini hanno stabilito che le due società F.G. SpA e la F.O. SpA, sono arrivate ad effettuare numerosissimi bonifici bancari, fino al versamento di circa 7.2 milioni di euro, somme che successivamente sarebbero state versate alla società locale per l’acquisto degli immobili presenti nel territorio avezzanese ed in varie città della costa abruzzese.

M.G., anche tramite il G.L., una volta venuti a conoscenza delle vicende giudiziarie che comportarono l’arresto del R.C. nel luglio 2020 a seguito dell’inchiesta della magistratura padovana, decisero di chiarire subito la loro posizione, evidenziando la liceità delle operazioni che erano avvenute, tutte, attraverso la tracciabilità del flusso di denaro dai vari conti correnti riconducibili ad altre società, dimostrando la mancanza della effettiva conoscenza dell’illecita provenienza del denaro.

All’esito dell’istruttoria effettuata sia presso la Procura di Padova che di Avezzano, il Gup del Tribunale di Avezzano, Daria Lombardi, sentito il Pm Luigi Sgambati, nell’ambito del processo definito a seguito di giudizio abbreviato, ha deciso, sulla base di documentazioni e prove prodotte, di assolvere perché il fatto non costituisce reato M.G. e per non aver commesso il fatto G.L., ciò anche a seguito delle richieste dei difensori degli imputati, avvocati Roberto Verdecchia ed Antonio Milo.

Nel medesimo procedimento penale è stata coinvolta anche una sola società marsicana, per il reato di riciclaggio e per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, visto che tale norma sanziona i soggetti con posizioni apicali della società, nel caso in cui non abbiano adeguatamente ottemperato all’osservanza degli obblighi di direzione, vigilanza, gestione e controllo idoneo per prevenire reati.

Pertanto, a seguito dell’assoluzione per il reato di riciclaggio del legale rappresentante della società, è stato dichiarato il non luogo a procedere anche nei confronti della società.