Elezioni Comunali Avezzano. Giuseppe Grieco: «Finire il Nuovo municipio. Il Palazzo di Città sia una “Casa di Vetro”»

AVEZZANO – A distanza di un paio d mesi torna a farsi sentire, nell’agone della campagna elettorale comunale di Avezzano, il giudice, ora in pensione, Giuseppe Grieco. Come si ricorderà, Grieco era stato da molti indicato come possibile candidato sindaco di una forte compagine civica, progetto poi non andato in porto e ce forse avrebbe effettivamente potuto avere una certa valenza.

Sta di fatto che, ora, il giudice Grieco, libero da qualsivoglia impegno o possibile impegno, torna adire la sua su questa campagna elettorale sempre meno entusiasmante. Il richiamo del magistrato ai candidati è imperniato soprattutto sull’incompiuta per antonomasia, il “Nuovo Comune” o “Contratto di Quartiere 2″ ma da tutti conosciuta come l'”Inutile e Costoso Scatolone di Cemento e Vetro” che sorge nella zona nord. Una sorta di monumento ai posteri a testimonianza di come certe volte la politica, in tema di brutture e scandali, sappia superare sé stessa.

Grieco richiama tutti all’imperativo di completare quell’opera, già costata troppo, e di porre al servizio della comunità quella struttura. Un dovere verso cittadini e anche un modo per riparare ai danni già fatti. Ma non solo. Come leggerete, Grieco auspica che i Palazzo Municipale torni ad essere una “Casa di Vetro” per i cittadini, concetto tanto caro a Mario Spallone, Sindaco di Avezzano per un decennio fino al giugno 2002, che cercò in tutti i modi, e in gran parte riuscendovi anche, ad aprire le porte del palazzo a tutta la città.

Questa la lettera aperta di Giuseppe Grieco: «Nell’approssimarsi della data fissata per il voto per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale di Avezzano ritengo necessario dare seguito al mio precedente intervento dello scorso mese di giugno.

Lo Scatolone di Cemento e Vetro

L’amore che nutro per la città dove sono nato e dove vivo mi spinge a svolgere alcune considerazioni legate al più grave ed impellente problema che riguarda l’intera comunità e che i nuovi amministratori dovranno indifferibilmente affrontare e provare a risolvere. Nella precedente occasione evidenziai la particolare complessità dei molti temi sul tappeto e l’assoluta necessità di affidare le sorti cittadine a persone di comprovata competenza, capacità e assoluta trasparenza. Pensavo che il richiamo al senso di responsabilità che l’attuale contingenza economica e sociale richiede a chi si candida, a qualsiasi titolo, al governo della città avrebbe portato all’apertura di un dibattito franco ed aperto sui più scottanti problemi che affliggono la nostra città. A meno di 40 giorni dal voto, tuttavia, constato il totale silenzio sinora serbato da tutti i protagonisti della competizione elettorale; tutti appaiono interessati esclusivamente a tessere alleanze e ricercare il sostegno dei portatori di voti, determinanti per la vittoria elettorale; ricerca per certi versi legittima ma del tutto estranea alle esigenze della gente comune. E’ inutile ricordare quale sia il contesto storico nazionale nel quale si colloca l’appuntamento elettorale ed i temi, soprattutto di natura economica, che l’attuale contingenza pone per i futuri amministratori.

Nel precedente intervento usai volutamente un ‘espressione forte per riassumere quanto cercavo di rappresentare a tutti gli interlocutori: i problemi da risolvere sono tanti e tali che al solo enunciarli tremano le vene dei polsi. Ma poiché sinora nessuno ha voluto o potuto affrontare con la dovuta serietà e trasparenza quei temi, è assolutamente necessario, al fine di orientare le scelte dei cittadini elettori, provare ad illustrare ed analizzare quello più grave ed immanente: i lavori di realizzazione del nuovo Municipio.

L’amministrazione eletta dovrà procedere immediatamente a corrispondere alla società I.SI.M. – ditta appaltatrice dei lavori di costruzione della nuova sede comunale –  oltre 2 milioni di euro per le opere di realizzazione eseguite. Tale somma si aggiunge ai 4 milioni e mezzo sinora già corrisposti alla medesima ditta; ai fini della compiuta comprensione della vicenda è necessario riportare per sommi capi gli eventi che hanno contraddistinto la progettazione e la parziale realizzazione dell’opera, Nell’anno 2006 l’amministrazione dell’epoca ritenne necessario procedere alla costruzione del nuovo edificio, destinato a riunire tutti i diversi uffici comunali adibiti ai vari servizi; scelta tutto sommato condivisibile e supportata dall’esigenza di riunire sotto lo stesso tetto tutti gli uffici ed i dipendenti comunali. Senza voler entrare nel merito delle scelte relative alla gara d’appalto – che pure suscitano forti perplessità – fu approvato un progetto che prevedeva e prevede tuttora, un edificio di 4 piani della superficie di circa 8000 mq.

E questo è il mastodonte incompiuto che fa mostra di sé per chiunque transiti in quella zona. Le dimensioni dell’opera appaiono assolutamente sproporzionate e sopra dimensionate rispetto alle reali esigenze che si intendeva soddisfare. Nei 14 anni successivi i lavori sono andati avanti con la lentezza che purtroppo caratterizza le opere pubbliche, soprattutto quelle eseguite nel meridione. Come spesso accade nella realizzazione dei lavori pubblici, circa due anni orsono tra il Comune e la I.RI.M è sorto un grave ed articolato contenzioso incentrato sul reale valore delle opere eseguite; conseguentemente, come contrattualmente previsto, si è proceduto alla formazione del Collegio Arbitrale chiamato a dirimere la controversia. Tralascio volutamente gli interventi della Magistratura penale sui fatti riguardanti l’appalto e la realizzazione dell’opera, essendo tuttora pendente il processo penale e che comunque esulano dalla natura esclusivamente politica ed amministrativa delle mie attuali riflessioni. A seguito del sequestro dell’intero cantiere, disposto dall’Autorità Giudiziaria, i lavori sono stati sospesi e a tutt’oggi non sono più ripresi; il contratto d’appalto è stato infatti definitivamente posto nel nulla per concorde volontà dei contraenti che, come detto, hanno fatto ricorso alla soluzione arbitrale per la tutela dei contrapposti interessi. Il Collegio Arbitrale, costituito come per legge, ha pronunziato la sua decisione ( lodo ), statuendo che il Comune dovesse corrispondere alla società I.RI.M. la somma residuale di 1.500.000 euro per pareggiare il valore dei lavori  eseguiti dall’impresa. La deliberazione degli Arbitri accoglieva in pieno l’indicazione fornita da un noto e qualificato professionista di Pescara, cui il Collegio aveva affidato l’incarico di redigere una relazione tecnica illustrativa dei lavori eseguiti dall’impresa ed il giusto corrispettivo ad essa spettante. Il nuovo Direttore dei Lavori, poco prima nominato dal Comune, aveva a sua volta riconosciuto la piena congruità delle statuizioni arbitrali. A fronte dell’univocità di tutte le suddette risultanze, il Commissario Prefettizio, subentrato nell’estate del 2019 alla disciolta Amministrazione eletta, riteneva di dover comunque impugnare il Lodo arbitrale dinanzi la Corte d’Appello di L’Aquila. L’improvvida decisione riceveva, com’era facilmente prevedibile, il totale rigetto dell’impugnazione, pronunziato con Ordinanza del 21 luglio scorso, con la conseguente risoluzione del contratto d’appalto e la restituzione al Comune dell’immobile ancora da ultimare. Purtroppo, a corollario della statuizione dei giudici, l’ammontare della somma che dovrà essere corrisposta all’ I.RI.M è aumentata sino a circa 2.200.000 euro e cioè 700.000 euro in più di quanto stabilito dal Collegio Arbitrale. L’impresa creditrice ha già richiesto il pagamento e la nuova Amministrazione dovrà procedere subito alla corresponsione dell’ingente importo, trattandosi di decisione immediatamente esecutiva.

Quanto sinora riportato è solo lo stringato riassunto delle vicende connesse alla realizzazione del nuovo edificio, che occupano un arco temporale di ben 14 anni; a tutt’oggi l’opera è incompiuta e non sono neppure iniziati i lavori interni del fabbricato (impianti, tinteggiatura, arredi ecc.) che dovranno essere appaltati ex novo ad altre ditte. Nel frattempo il palazzo è incustodito ed oggetto di ripetuti atti vandalici che ne preconizzano un rapido deterioramento.

Per l’ultimazione di tutti i lavori si stimano necessari, a spanne, perlomeno altri 4 milioni di euro, che sommati ai 4,5 già erogati ed ai circa 2,2 da pagare nell’immediato, portano ad un totale complessivo, nella migliore delle ipotesi, di oltre 10 milioni di euro, a fronte di un finanziamento di 6 milioni concesso dal Ministero dell’Interno e dalla Regione Abruzzo.

Questa è l’eredità che le precedenti amministrazioni hanno lasciato ai futuri governanti della città e ad essa bisognerà in ogni modo fare fronte, se si vorrà evitare che il nuovo Palazzo di Città si trasformi – come in parte già avvenuto – in un’eterna incompiuta, tipica, purtroppo, di tante opere pubbliche riguardanti soprattutto il sud del paese.

Si comprende allora come sia assolutamente necessario che tutti i candidati che partecipano alla competizione elettorale manifestino con grande chiarezza in che modo intendano affrontare la spinosa, complessa e fondamentale questione. Dovranno spiegare dove pensano di reperire le ingenti risorse economiche necessarie, tenendo conto della difficilissima contingenza nazionale, accompagnata, purtroppo, dalla probabile esigenza di dover presto anche fronteggiare nuove e più gravi povertà sociali. Nel contempo tutti coloro che, a vario titolo, hanno fatto parte delle precedenti amministrazioni cittadine dovranno intervenire nel dibattito per spiegare in che modo si siano adoperati al fine di impedire che la costruzione di un’opera tanto strategica producesse risultati così scadenti, oltre a conseguenze nefaste per le casse comunali.

I cittadini elettori devono conoscere dettagliatamente il susseguirsi dei fatti che si è cercato sin qui di sintetizzare; e ciò dovrà avvenire attraverso un ampio ed il più possibile aperto dibattito pubblico, cui dovranno prendere parte tutti i candidati alle elezioni, evidenziando con quali capacità, professionalità e lungimiranza intendano affrontare e risolvere il pesante fardello che grava sull’intera comunità cittadina. Spero ardentemente che la vicenda non si trasformi, in un futuro assai prossimo, nell’oggetto di inchieste e reportage giornalistici di rilevanza nazionale, come spesso avvenuto anche nel recente passato e che venga additata all’opinione pubblica come esempio di sperpero di denaro pubblico e di cattiva amministrazione. Il danno per la città sarebbe enorme, tanto in termini di pubblicità negativa, sia, soprattutto, per la sottrazione di risorse essenziali all’erogazione dei servizi cittadini ed ai bisogni primari delle persone indigenti, destinate, purtroppo, ad aumentare nell’immediato futuro.

L’intera comunità avezzanese è chiamata a prendere atto della estrema gravità della situazione determinatasi e tutti dovranno fornire, ciascuno con le proprie competenze, il contributo di idee e di intelligente progettualità che caratterizza le realtà più evolute del paese.

Il mio sincero auspicio è quello di poter finalmente riconoscere onestà, capacità e trasparenza nell’azione del governo della città e vedere il Comune di Avezzano trasformato nella CASA DI VETRO in cui tutti possano esercitare il libero controllo delle diverse scelte dei governanti; che poi altro non è se non la vera essenza della democrazia».

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