Extra Omnes! Inizia il difficile “Dopo Francesco”. Le tappe che porteranno ai funerali del pontefice e poi al Conclave più complesso della storia della Chiesa

Come anticipai in un mio articolo, all’occhio allenato di un romano nelle cose pontificie, nonostante si parlasse di miglioramenti del Santo Padre, i conti proprio non tornavano. La sua dipartita era nell’aria e così è stato.

Ora si mette in moto la macchina del cerimoniale previsto dalla seconda edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, cioè cosa si deve fare per seppellire il Papa. Le modifiche le fece proprio Papa Francesco il 29 aprile 2024, per snellire alcune delle procedure e rendere più sobria anche la fase dell’estremo saluto al Pontefice.

Il camerlengo cardinale Farrell ha dato l’annuncio della dipartita e nella stanza dove è deceduto il Papa a Santa Marta si prepara il corpo del defunto vestendolo dei paramenti pontifici e spostandolo, contrariamente al vecchio cerimoniale, nella cappella privata dell’appartamento pontificio, dove avverrà la constatazione ufficiale del decesso.

Il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, presiederà al rito e alla deposizione della salma di Papa Francesco nella bara e constaterà l’avvenuto decesso, con la presenza di testimoni autorevoli della Curia e dei familiari. Dovrebbe percuotere il capo del defunto pontefice chiamandolo per tre volte con il suo nome di battesimo, senza ricevere risposta. Oggi non è più la prassi. Successivamente il Camerlengo stende un velo sul volto del Pontefice e gli sfila l’anello piscatorio dall’anulare. L’anello è uno dei simboli che decretano il potere temporale del Pontefice: ogni Papa ha il suo. Il Camerlengo ordina che il sigillo papale venga infranto o inciso in modo da “annullarlo” (come avviene da Giovanni Paolo II in poi), stessa cosa avviene per il piombo con cui il pontefice siglava le sue lettere.

Fatto questo comunica  il decesso al cardinale vicario di Roma che annuncia la notizia al mondo. Successivamente un’anta del portone della Basilica di San Pietro viene chiusa e le campane suonano a martello in segno di lutto. La salma viene deposta nella bara. Da questo momento, la Chiesa entra nella cosiddetta “sede vacante”, periodo di transizione che condurrà all’elezione del nuovo Papa. Il Camerlengo diventa temporaneamente reggente del Vaticano, mentre il Collegio dei Cardinali si prepara al Conclave.

Il corpo del Papa non sarà lasciato esposto sul baldacchino come abbiamo visto fare fino alle ultime esequie celebrate di un Pontefice, seppur emerito, come Benedetto XVI il 31 dicembre 2023. Francesco nella nuova versione dell’Ordo Exsequiarum ha disposto che il corpo sia posto direttamente nel cofano in cui riposerà per sempre. Questa fase viene definita la “prima stazione” del rito funebre.

Anche in questa fase c’è una novità: il corpo sarà posto in una cassa in legno con l’interno in zinco. Non più le tre casse: una di cipresso collocata dentro a un altra di piombo e infine all’interno di una bara in rovere.

Cambia anche la “seconda stazione”. Non sarà effettuata la traslazione della salma dall’appartamento pontificio al Palazzo Apostolico.

Ci sarà, al contrario, una sola traslazione: dalla cappella privata alla Basilica di San Pietro dove la cassa sarà collocata davanti all’altare centrale, quello che sovrasta la tomba di san Pietro. Questo dovrebbe avvenire mercoledì 23.

Nei precedenti funerali papali, la traslazione in Basilica si svolgeva portando il corpo del defunto adagiato sopra una portantina.

Secondo le nuove norme il corpo di papa Francesco sarà trasportato dentro la cassa in cui è stato posto poco dopo il decesso. Qui resterà durante l’omaggio e la preghiera di suffragio che i fedeli potranno fare nella Basilica Vaticana. Non più il catafalco: la bara aperta sarà posta in modo da permettere la vista del Pontefice defunto. Sarà chiusa la sera precedente il giorno delle esequie.

Il rito funebre sarà come quello di un vescovo diocesano, ad indicare che le esequie del Papa sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo.

La “terza stazione” è quella della inumazione. Papa Francesco in vita ha dichiarato di voler essere inumato nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Qualora avvenisse sarebbe il primo Papa defunto a essere sepolto fuori dal Vaticano dal 1903 quando Leone XIII venne tumulato nella Basilica di San Giovanni in Laterano (dove riposa con altri 21 papi).

Francesco, anche in questo si è rivelato uomo tra gli uomini: la basilica è posta vicino alla stazione Termini, facilmente raggiungibile con un mezzo pubblico.  

Sarà l’ottavo Pontefice a esservi sepolto dopo Onorio III (pontificato 1216-1227), Niccolò IV (1288-1292), Pio V (1566-1572), Sisto V (1585-1590), Clemente VIII (1592-1605), Paolo V (1605-1621) e Clemente IX (1667-1669).

Spetterà al Maestro delle cerimonie pontificie stabilire le modalità con cui avverrà questa traslazione al di fuori delle Mura Vaticane.

Al termine del rito inizieranno i “Novendiali”: nove giorni nei quali saranno celebrate le Messe in suffragio del defunto Pontefice. Sono omessi i testi del Lezionario, di cui si offrono invece soltanto le indicazioni bibliche.

Le esequie rappresentano la prima delle nove Messe previste dai Novendiali, seguono  per ciascuno degli altri otto giorni i gruppi chiamati a elevare la preghiera di suffragio.

Il secondo giorno i dipendenti e fedeli della Città del Vaticano, il terzo la Chiesa di Roma di cui il Papa è il vescovo, il quarto i capitoli delle Basiliche papali, il quinto la Cappella papale; il sesto la Curia Romana, il settimo le Chiese Orientali, l’ottavo i membri di istituti di vita consacrata, e il nono la Cappella papale.

Cominciano ora le discussioni. Il Collegio cardinalizio, dal momento della morte del Papa, assume il ruolo di luogo decisionale. Nel corso delle cosidette “Congregazioni generali” i cardinali (anche gli ultraottantenni esclusi per età dal Conclave) potranno affrontare non solo il tema del successore di Francesco, ma anche su quale strada indirizzare la Chiesa, oltre alla gestione ordinaria della Chiesa e della Santa Sede.

Il Collegio cardinalizio fisserà la data dell’inizio del Conclave. In quella data, al mattino la celebrazione della Messa pro eligendo Pontifice, presieduta dal decano, nel pomeriggio l’ingresso dei cardinali elettori nella Cappella Sistina, luogo dell’elezione del Papa. Prestato giuramento sulla Bibbia il Maestro delle cerimonie pronuncerà la frase “extra omnes”, cioè “fuori tutti”, rivolto ai cardinali non elettori e al personale addetto. Inizia, così, il conclave.

Sigillata la porta della Cappella Sistina con i cardinali dentro, sarà lo Spirito Santo a scendere per illuminare la scelta che farà ll Conclave

Ad ogni votazione discorde, dal comignolo sopra la Cappella Sistina uscirà fumo nero. In caso di esito positivo il fumo sarà bianco. Alla fine il cardinale protodiacono dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana annuncerà: “Habemus Papam”.

Vediamo ora alcuni nomi ritenuti i più probabili futuri successori al Sacro Soglio. Tenete presente, però, che negli ultimi tempi sono stati eletti imprevedibilmente cardinali poco noti.

Matteo Maria Zuppi (69 anni) è considerato uno dei progressisiti. È Il presidente della Cei e rappresenta in modo perfetto la visione del pontificato di Francesco.

Romano, ha stretti legami familiari con il Vaticano: il padre Enrico era il direttore dell’Osservatore della Domenica, sua madre, Carla Fumagalli, la nipote del cardinale Carlo Confalonieri, segretario di papa Pio XI, poi prefetto della Congregazione per i vescovi e decano del Collegio cardinalizio ai funerali dei papi Paolo VI e Giovanni Paolo I. Rispecchia lo spirito del Vaticano II ed è molto vicino alla comunità laica di Sant’Egidio. Negli ultimi tempi, però, sembra essere stato messo da parte. 

Quante volte abbiamo sentito il suo nome dai media: Pietro Parolin (70 anni). È considerato successore naturale di Francesco, del quale porterebbe avanti le riforme in modo più discreto e diplomatico. 

Ordinato vescovo da Benedetto XVI, Francesco divenne segretario di Stato nel 2013 e nel 2014, nominato da Francesco nel suo “Consiglio dei cardinali” interno, che lo consiglia sulla riforma della Chiesa.

Il cardinale è fautore di “una presenza stabile in Cina” della Chiesa. uno dei sogni di Francesco.  Scrivono Pentin e Montagna: “Ha svolto un ruolo cruciale nel ristabilire il contatto diretto tra la Santa Sede e Pechino nel 2005, un risultato lodato all’epoca ma un’apertura diplomatica che potrebbe rivelarsi il suo tallone d’Achille, insieme alla sua mancanza di esperienza pastorale” e continuano: “Il suo approccio risoluto alle relazioni sino-vaticane è culminato nel 2018 in un controverso accordo provvisorio segreto sulla nomina dei vescovi, rinnovato nel 2020, 2022 e 2024“. 

Ritenuto il “Francesco asiatico”, il filippino Luis Antonio Tagle (67 anni) è un altro “progressista”, sebbene lui stesso preferisca evitare tali etichette. Pare che la scelta di Francesco di nominarlo prefetto della congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, cioè la vecchia Propaganda fide, è stata una decisione politica e simbolica. Tagle è considerato l’enfant prodige della chiesa delle periferie.

È un teologo apprezzato e ottimo conferenziere, probabilmente il più indicato per aprire le porte dell’Asia più profonda al cattolicesimo. Potrebbe essere la chiave giusta per aprire le porte della Cina, visto che Tagle ha origini cinesi per parte di madre. Parrebbe caduto in disgrazia per avere avversato un disegno di legge filippino sulla ‘salute riproduttiva’.

A suo dire esistono alcune situazioni in cui i principi morali non si applicano, come nel caso della Comunione per le coppie che vivono insieme more uxorio ma ma senza matrimonio sacramentale e altre idee relative all’omosessualità.

L’arcivescovo metropolitano di Marsiglia,Jean-Marc Aveline(66 anni), è tuttavia un moderato rispetto ai precedenti cardinali. 

Persona colta è aperto alle questioni delle “periferie”, al dialogo interreligioso e della migrazione forse a causa della sua infanzia in una famiglia di pieds-noirs, i francesi d’Algeria rimpatriati nel 1962, finita la guerra d’Algeria. 

Nel settembre 2023, portò Papa Francesco a visitare la Francia per incontrare i vescovi e i giovani del Mediterraneo a Marsiglia, nella convinzione che le questioni attorno al bacino del Mediterraneo siano decisive per il futuro del mondo. Aveline è sempre stato ben accolto da Bergoglio col quale si vedeva in Vaticano con una certa assiduità. Suo handicap è l’età . Troppo giovane cosa ch assicurerebbe un lungo pontificato cosa che non piace a molti.

Patriarca di Gerusalemme, il bergamasco Pierbattista Pizzaballa (59 anni) sarebbe l’uomo giusto in questo momento di conflitti mediorientali.

Avverte che la situazione mediorientale non è una delle tante scaramucce fra israeliani e palestinesi, ma qualcosa che è destinato ad avere un impatto tale dal quale non si potrà tornare indietro. Pizzaballa è probabilmente un conservatore con un desiderio, di attenersi alle tradizioni e alle pratiche ortodosse della Chiesa, sebbene aggiornate ai nostri tempi.

Arcivescovo  di Budapest ha 72 anni ed è il primo vero “conservatore” nella nostra lista di papabili. Cresciuto sotto il comunismo, quando aveva quattro anni, nel 1956, fuggì con la sua famiglia dopo che le truppe d’invasione diedero fuoco alla loro casa. 

Grande intelletto e uomo di cultura si oppone al celibato “facoltativo” per i sacerdoti ed è forte oppositore delle unioni omosessuali. Pentin e Montagna ci dicono che “Il lavoro missionario è centrale nel suo approccio pastorale e ha mostrato grande preoccupazione per la crisi vocazionale della Chiesa.

Persona di grande esperienza Malcolm Ranjith (77 anni) e arcivescovo metropolta di Colombo, Sri-Lanka, è il candidato preferito da coloro che cercano un Papa più in continuità con Benedetto XIV che con Francesco, ma con una grande esperienza di governo. Parla fluentemente dieci lingue.

Anche se non è molto probabile che il prossimo Papa sarà africano, l’arcivescovo di Kinshasa, Fridolin Ambongo Besungu, ha guidato la levata di scudi contro il documento dell’ex Sant’Uffizio con cui è stata permessa la benedizione delle coppie omosessuali.

Questo il quadro della situazione. Credo che il nome del prossimo Papa, probabilmente, ci lascerà stupiti. Dimenticavo… . Edward Pentin e Diane Montagna, per chi lo volesse sapere, sono due vaticanisti anglofoni curatori del sito “The College of Cardinals Report”.

Morto un papa se ne fa un altro.

Un saluto pasquale

LEO Vito