Festa della Liberazione a Pescasseroli con Dacia Maraini: «Coltivare la memoria oggi è un atto di resistenza»

PESCASSEROLI – «Coltivare la memoria oggi è un atto di resistenza».  

In una sala gremitissima del municipio di Pescasseroli, la scrittrice Dacia Maraini rievoca i trascorsi, quando da bambina, con la famiglia era in Giappone. E lo fa in occasione della “Festa della Liberazione” organizzata dal comune di Pescasseroli.

Siamo nel 1943 e in Italia sta per scatenarsi la guerra civile tra i fascisti sostenitori della Repubblica di Salò e i partigiani.

Dacia Maraini viveva a Tokyo da quando aveva appena un anno. Crescendo, parlava giapponese, capiva bene anche il dialetto della città, come ha ricordato lei stessa, e indossava abiti giapponesi.

 «Mio padre antropologo, iscritto ad un concorso internazionale per studiare la popolazione del Nord del Giappone, vinse la borsa di studio. Poco dopo è partito insieme a sua moglie con cui si era appena sposato e insieme a me che ero nata da circa un anno.

Siamo arrivati Giappone solo con questa borsa di studio ma lì ci siamo integrati perfettamente, io parlavo la lingua senza problemi, anzi per me l’Italia era un mistero, la conoscevo solo attraverso i racconti dei miei genitori».

“Mio padre non era politicamente impegnato ma era sicuramente contro il razzismo che è il principio su cui si basa il nazismo quindi ha deciso di non firmare e da quel momento siamo diventati traditori della patria. A mia madre venne proposto di mandarci in un orfanotrofio giapponese ma lei rifiutò in maniera quasi profetica visto che tempo dopo, quell’orfanotrofio è stato bombardato e sono morti quasi tutti i bambini. Di quegli anni ricordo la fame e il sadismo dei guardiani che ci controllavano. Dove c’è potere assoluto, prima o poi, scaturisce il sadismo».

Racconti che aprono il cuore e che innescano profonde riflessioni su quella piramide nel cui apice c’è sempre chi teorizza il razzismo.

”Perché il razzismo non viene mai dalla base”.

L’incontro nella sala comune di Pescasseroli è stato aperto dall’assessore Francesco Paglia, che ha ripercorso le fasi storiche che hanno portato al ventennio. Ma anche tutte le “forme latenti” che pervadono l’attuale situazione mondiale. Quindi il saluto del sindaco Giuseppe Sipari che ha voluto rimarcare come la Festa odierna sia stato frutto di una serena condivisione.

La mattinata è proseguita in Piazza Sant’Antonio con interventi di  Silvano Di Pirro (ANPI Pescasseroli), Domenico Neri (SPI CGIL), e Betty Leone (Vice Presidente Nazionale ANPI).