Fontanili ed abbeveratoi, lasciateli così. Tirarli a lucido…è la morte della biodiversità!

Avezzano – “Lo “sporco” che vediamo ogni volta che durante un escursione passiamo di fronte a questi fontanili, in realtà è un ambiente vitale per la riproduzione di moltissime specie animali! Parco pulito è più bello… ma in questo caso No”. E’ questo un appello, una considerazione che giunge dall’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Fontanili, abbeveratoi ed altre simili strutture artificiali destinate alla raccolta di acqua, oltre ad essere molto importanti per le pratiche agricole e zootecniche montane, svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione di molti anfibi ed insetti, come ad esempio l’ululone dal ventre giallo e le libellule.

“Con grande rammarico – dicono dal Pnalm – i tecnici del servizio scientifico hanno segnalato la completa pulizia di alcuni fontanili in zona Parco. Tale pratica, ad oggi ancora molto diffusa, è vietata e sanzionata secondo la Direttiva Europea Habitat del 1992. Questa azione, che potrebbe apparire positiva ed innocua agli occhi di molti osservatori, in realtà costituisce una grandissima minaccia per la biodiversità.

Anche Fare Verde, nella Giornata mondiale dell’Ambiente, lancia un invito: non pulite i fontanili.

Quest’anno la giornata mondiale dell’ambiente è dedicata alla conservazione della biodiversità.

“Per questo – dicono a Fare Verde– vogliamo condividere e rilanciare l’invito dell’Ente Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise ad evitare la completa pulizia dei fontanili. L’appello lo rivolgiamo alle Pubbliche Amministrazioni ma anche a Associazioni, Pro Loco e gruppi organizzati di cittadini che, in buona fede, possono promuovere azioni di manutenzione e pulizia di fontanili e abbeveratoi, anche all’esterno delle aree del Parco.

A livello planetario, circa un milione di specie viventi su un totale di circa 8,7 milioni, rischia di estinguersi. A causa del nostro impatto sull’ambiente, il tasso di estinzione delle specie viventi sta aumentando a un ritmo sempre più rapido, circa 800 volte in più rispetto a quello che si registrerebbe naturalmente. Per gli scienziati abbiamo al massimo 15 anni per evitare la sesta grande estinzione di massa.

“Se non faremo nulla, a partire dal nostro piccolo e dai nostri territori, la perdita di specie animali e vegetali avrà conseguenze anche sulla popolazione umana poiché metterà a rischio la disponibilità di cibo, legname, acqua, medicinali. Inoltre, la distruzione degli ecosistemi aggraverà la crisi climatica e potrebbe portare alla diffusione di nuove malattie, come è accaduto con il nuovo coronavirus”, dicono gli ambientalisti.

Lo “sporco” che vediamo in questi bellissimi contenitori di acqua è, in realtà, un ambiente vitale per la riproduzione di molte specie viventi. Preserviamolo!

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