Forte terremoto di magnitudo 7.9 tra Turchia e Siria, oltre 185 i morti. Rientra l’allerta tsunami nel Sud Italia diramato dalla Protezione civile

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ISTANBUL – E’ di almeno 185 morti il bilancio del terremoto di magnitudo 7.9 avvenuto alle ore 2,17 nel sud della Turchia, vicino al confine con la Siria,

I primi bilanci parlano di vittime sia in territorio turco che sul lato siriano. I feriti sono in totale oltre 700.

Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep.

Dopo il terremoto delle 2.17 sono state registrate altre 7 scosse di magnitudo superiore a 4.5 nell’area interessata.

Molti gli edifici crollati.

Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile ha diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane in seguito alla scossa di terremoto, emergenza che pare ridimensionata.

«Le prime registrazioni – ha spiegato il direttore operativo della Protezione Civile, Luigi D’Angelo – hanno fatto rilevare un’onda non superiore ai 15 centimetri. Si sta monitorando. Dalle prime informazioni l’allarme sembra ridimensionato». 

In un comunicato, la Protezione civile ha raccomandato “di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali”.

“Il maremoto – spiega la nota della Protezione civile – consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare.

Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza – viene sottolineato nel comunicato – può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti. Il Dipartimento della Protezione civile, in raccordo con l’Ingv, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e le strutture del Servizio nazionale di protezione civile (Snpc), continuerà a fornire tutti gli aggiornamenti disponibili sull’evoluzione dell’evento”, conclude la nota.