Gardaland chiede scusa a Roberta e Mattia e scrive all’assessore Nicoletta Di Nisio: «Supporteremo in ogni modo gli ospiti con disabilità»

PESCARA – Scuse alla famiglia di Roberta e Mattia e l’impegno, preso con l’assessore al sociale del Comune di Pescara Nicoletta Di Nisio a supportare in tutti i modi gli ospiti con disabilità. Parola di Gardaland.

Ha avuto un esito sufficientemente positivo ed immediato la vicenda, che abbiamo raccontato ieri, di Roberta, madre di Mattia, bambino con alcune patologie e disabile, che, dopo aver prenotato un breve soggiorno al parco acquatico “Legoland” di Gardaland, aveva chiesto alla società che lo gestisce di poter prenotare un’ombrellone e, possibilmente, se la struttura avesse un’area attrezzata per i disabili.

La risposta arrivata sul form di contatto di Gardaland è stata sconcertante.

L’organizzazione informava Roberta che la struttura non aveva aree riservate ai disabili e che per l’ombrellone, non essendo possibile prenotare, avrebbe dovuto arrivare prima dell’apertura per provare a prendere il posto migliore.

Sul fatto è intervenuta, con una lettera di suo pugno a Gardaland, l’assessore pescarese Nicoletta Di Nisio, che, dicendosi sconcertata, si augurava che Gardaland facesse un passo indietro e, oltre alle scuse, si ponesse il problema dei disabili, cercando anche di risolverlo.

Nicoletta Di Nisio

E ora è arrivata la risposta di Gardaland, che vi proponiamo in foto, che pur spiegando il senso della prima risposta, fa u passo indietro, riconosce l’errore e si mette a disposizione di Roberta e Mattia.

Parzialmente soddisfatta l’assessore Di Nisio, che si aspetta passi ulteriori e più convincenti da Gardaland, che così ha commentato: «Qualcosa (se non molto) è stato ottenuto.

Quanto meno a livello di “attenzione” su queste problematiche.

Ora tutti auguriamo a mamma Roberta ed ai sui bambini una piacevole e serena vacanza nel Parco divertimenti».

L’auspicio è che per il futuro questa, e altre strutture ricreative come questa, diventino sempre più inclusive e a misura anche di coloro che hanno qualsivoglia tipo di difficoltà.

Senza la necessità di dover ricorrere alla stampa o alle proteste per avere ciò che spetta loro per civiltà.

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