Giovane pescarese condannato a 25 anni di carcere in Egitto. Il Sindaco Masci scrive a Tajani: «Siano garantite condizioni umane. Riportiamolo in Italia»

PESCARA – Condanna del giovane pescarese Luigi Giacomo Passeri a 25 anni di carcere in Egitto, il Sindaco del capoluogo adriatico abruzzese, Carlo Masci, scrive al ministero degli Esteri, Antonio Tajani chiedendo un intervento per aprire un dialogo al fine di ottenere garanzie sul trattamento del ragazzo e, magari, trovare una soluzione diplomatica per fargli scontare la pena in Italia.

Masci, nella missiva, fa anche riferimento ai contatti che il giovane aha avuto coi suoi familiari e nei quali, cope riportato dla vfratello, la sua situaizon in acrcere sarebbe davvsero poco rassicurante.

Ecco il testo dell lettera che il Sindaco di Pescara, Carlo Masci, ha inviato al Ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

«Onorevole Ministro, mi rivolgo a Lei per tornare nuovamente a rappresentarLe la vicenda giudiziaria, già sottoposta alla Sua attenzione con mia nota del 24 agosto 2024, del giovane Luigi Giacomo Passeri, arrestato al Cairo il 23 agosto dello scorso anno, mentre era in vacanza, per detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, secondo la famiglia per il solo possesso di una piccola quantità di marijuana per uso personale.

Carlo Masci

Lo scorso mercoledì 29 gennaio, un tribunale egiziano ha confermato in appello la condanna nei confronti del giovane di Pescara. Con le stesse accuse Passeri era stato condannato in primo grado a 25 anni di carcere nel mese di agosto dello scorso anno: i suoi legali avevano fatto appello contro la condanna, ma il ricorso è stato respinto e la condanna confermata.

In questi mesi, come a Lei noto, la famiglia ha chiesto il suo trasferimento in Italia, senza ottenerlo, denunciando le condizioni detentive degradanti in cui si troverebbe Passeri, chiedendo al governo di intervenire: i fratelli, in particolare, avevano raccontato di aver avuto contatti diretti con lui dopo il suo arresto, con una telefonata e alcune lettere in cui Passeri diceva di essere stato maltrattato e di aver ricevuto scarse cure mediche dopo aver subito un’operazione di rimozione dell’appendice.

Antonio Tajani

Le legittime preoccupazioni dei famigliari di possibili violazioni dei diritti fondamentali, mi impongono, pertanto, di richiedere il Suo autorevole intervento, volto non solo ad apprezzare la fondatezza dei timori sui rischi di privazione dei diritti fondamentali in capo al Passeri, ma, soprattutto, ad instaurare un dialogo con le autorità egiziane al fine di stabilire se siano applicabili altri strumenti di cooperazione giudiziaria in materia penale, che prevedano l’espiazione della pena in Italia, e, comunque, affinché sia accordato al più presto un regime di custodia scevro da misure inumane e degradanti, in linea con la convenzioni internazionali sui diritti umani, alcune, peraltro, ratificate dallo stato egiziano, anche in relazione ai fatti delittuosi ascrittigli.

Confidando in un riscontro che, sono certo, sarà positivo in considerazione della Sua sensibilità e della Sua grande esperienza, già dimostrata in vicende analoghe, La saluto con viva cordialità». Carlo Masci, Sindaco di Pescara