Giù le mani dal fiume Giovenco. 3/4 a noi e 3/4 a voi: la magia della Regione, alla ricerca dell’acqua “fantasma”, non può passare. Che fare?

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ORTONA DEI MARSI – “Giù le mani dal Giovenco”. All’insegna di questo slogan si è tenuta sabato scorsa a Ortona dei Marsi un’assemblea cittadina molto partecipata sul progetto denominato “Realizzazione rete irrigua a pressione dell’intera Piana del Fucino – Masterplan PSRA/52”.

L’incontro, promosso dall’Associazione Che Fare – Valle del Giovenco APS, in collaborazione con molte altre Associazione della Valle, ha visto la presenza e l’intervento di numerosi cittadini, rappresentanti di associazioni e di enti locali, tra cui: Comitato Civico Ponte del Giovenco, Cittadini e Territorio, ll Martello del Fucino, Oros – Officine Culturali, Forum H2O, Quelli di Amarena OdV, PercOrsi Perduti, Pro Loco San Sebastiano dei Marsi, Pro Loco Monte Faito, Appennino Ecosistema.
L’obiettivo dell’assemblea era discutere il progetto nell’ambito del procedimento di Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) in corso presso la Regione Abruzzo, ponendo l’accento sull’impatto dello stesso sul Fiume Giovenco e sul sistema idrico-geologico dell’intera Valle del Giovenco.
Durante l’assemblea è stata brevemente presentata e discussa la documentazione di progetto, evidenziando numerose e significative criticità, incongruenze e rischi. Tra i punti salienti emersi figurano:
Incertezze e dubbi sulla disponibilità Idrica
Il progetto prevede l’approvvigionamento da pozzi esistenti, dalle sorgenti Boccione e Restina, e dal Fiume Giovenco. Tuttavia, i dati di portata per le fonti superficiali forniti dal Consorzio di Bonifica Ovest sono stati contestati, in quanto non supportati da serie storiche adeguate e spesso superiori alla disponibilità reale o alle quantità legalmente derivabili, soprattutto nei mesi di maggiore richiesta. In alcuni casi, inoltre, le concessioni idriche per fonti previste risulterebbero scadute o inesistenti. Durante l’incontro è stata contestata la mancanza di un bilancio idrico completo che confronti l’uso attuale con quello di progetto.

Gravi rischi per il Fiume Giovenco
È stata espressa vivissima preoccupazione per l’impatto sul Fiume Giovenco e sull’intero sistema idrico della Valle. Il fiume si trova già in uno stato di qualità ambientale, nel tratto a valle, “scarso” o “sufficiente”, lontano dall’obiettivo comunitario di qualità “buono”. Le previste captazioni, pur se presentate come una riduzione rispetto a una derivazione precedente, comporterebbero una ulteriore riduzione della sua portata, con seri rischi per l’habitat, la biodiversità e le caratteristiche paesaggistiche della Valle del Giovenco, potenzialmente in conflitto con le direttive europee e gli obiettivi dei “contratti di fiume”.

“Don Circostanza prende per mano i fontamaresi e giunge a un accordo vantaggiosissimo per loro: l’acqua del ruscello verrà dirottata per 3/4 ai terreni dell’Impresario, e i 3/4 dell’acqua che rimane resterà a Fontamara. Così entrambi hanno 3/4 e 3/4 e quindi la metà dell’acqua. I cafoni, analfabeti, sono di nuovo ingannati. Così avverrà di nuovo in seguito, quando don Circostanza, per calmare i cafoni pronti alla ribellione, intercederà ancora per loro, affinché la suddetta divisione dell’acqua non sia vigente per cinquant’anni, come chiedeva l’Impresario, ma soltanto per dieci lustri”.(cit.)
Valutazione di impatto Ambientale (VIA) incompleta
Durante l’incontro è emerso che il documento di valutazione di impatto ambientale (VIA) è carente e non riporta alcuno studio e analisi dell’impatto del prelievo dei pozzi nella piana del Fucino sulle sorgenti a monte nella Valle del Giovenco, che sono già sofferenti in seguito al sempre minore apporto nevoso che ormai avviene da oltre venti anni.
Approccio progettuale obsoleto e inadeguato
La scelta di dimensionare il fabbisogno idrico su colture ad alta idroesigenza come il mais è stata messa in discussione, suggerendo la necessità di adattare le colture alla reale disponibilità idrica. Sono state evidenziate lacune come la mancanza di analisi sulla “capacità di campo” dei terreni e la necessità di utilizzare strumenti moderni di monitoraggio.
La discussione ha toccato anche il tema del collegamento ipotetico tra questo progetto e il più ampio progetto “Amplero”, pur chiarendo che Amplero non rientra formalmente nel perimetro autorizzativo attuale (?)
L’assemblea ha manifestato una forte preoccupazione per le potenziali conseguenze ambientali, idrogeologiche e procedurali legate all’approvazione del progetto nella sua forma attuale. È emersa la volontà di tutelare attivamente la risorsa idrica e il territorio, collaborando tra cittadini, associazioni e amministrazioni locali.

Di fronte a tale quadro critico, i partecipanti hanno valutato e suggerito diverse azioni future. Tra queste, l’impegno a presentare ulteriori osservazioni formali entro i termini previsti dalla procedura, e a manifestare le proprie posizioni in modo chiaro e diretto attraverso azioni di protesta formale nelle settimane seguenti.
La posizione condivisa è che il progetto, così come presentato, necessita di una radicale revisione per garantire una gestione sostenibile e trasparente della risorsa idrica in un contesto di cambiamenti climatici.
Per la fine di questo mese si sta organizzando anche un sit in di protesta a Pescina