Grande successo per “Le chitarre del mare” del Trio Cardoso: concerto di beneficenza ad Avezzano in occasione del trentennale della formazione
AVEZZANO – Grande partecipazione al concerto, promosso dal Servizio Migrantes della diocesi di Avezzano, del Trio Cardoso, che si è tenuto ieri sera presso il Castello Orsini in occasione dei 30 anni di attività. Il Trio Cardoso ha suonato le chitarre realizzate con il legno delle barche dei migranti di Lampedusa, dai detenuti del carcere di Secondigliano.
Il ricavato del concerto è stato devoluto al Progetto “Metamorfosi” della fondazione Casa dello Spirito e delle Arti. Il progetto risponde al bisogno di comunicare una cultura dell’accoglienza e della dignità umana attraverso l’arte. Gli strumenti musicali sono stati creati nel carcere di Opera, nel carcere di Secondigliano a Napoli e nel carcere di Monza. Al termine del Concerto è intervenuto il Vescovo Giovanni.
Le parole del Vescovo Giovanni Massaro

«Il concerto di questa sera “Le chitarre del mare”, in occasione dei 30 anni di attività del Trio Cardoso, ha unito bellezza, memoria, solidarietà e speranza. Un anniversario importante, che non celebra solo un cammino artistico, ma anche un impegno culturale e umano che oggi si fa ancora più profondo. Le chitarre che abbiamo ascoltato portano con sé una storia di dolore e di redenzione: sono state realizzate con il legno delle barche dei migranti approdate a Lampedusa, trasformate in strumenti musicali dai detenuti del carcere di Secondigliano e di altri istituti penitenziari.
Quel legno, segnato da viaggi di speranza, da sogni spezzati e da vite in cerca di futuro, è rinato come strumento di arte e di pace. È un legno che ha conosciuto la disperazione, ma che oggi ha vibrato per raccontare la dignità dell’uomo, che nessuna condizione può cancellare.
L’iniziativa di questa sera si inserisce nel cammino della nostra Chiesa diocesana e in particolare tra le proposte promosse dall’Ufficio Migrantes in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che abbiamo celebrato domenica scorsa. Un’occasione preziosa per rinnovare la nostra attenzione e il nostro impegno verso quanti sono costretti a lasciare la propria terra, e per affermare con forza che ogni persona migrante è un volto, una storia, una vita da accogliere e da custodire.
Il ricavato di questo concerto sarà destinato al progetto “Metamorfosi” della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, che ringrazio per il suo straordinario impegno. Metamorfosi è molto più di un’iniziativa sociale: è una profezia. È la dimostrazione che ciò che è stato scartato può diventare bellezza, che l’arte può essere via di riscatto e di fraternità.
Questo progetto ci interpella. Come cristiani, come cittadini, come uomini e donne chiamati ogni giorno a costruire un mondo più giusto e più umano. La musica, questa sera, ci ha ricordato che ogni nota suonata con amore può aprire varchi di luce anche nelle notti più oscure. Torniamo a casa con la gioia di aver ascoltato ottima musica e con l’auspicio che questo concerto ci aiuti a riscoprire ulteriormente la forza del bene che si fa dono, del dolore che si fa speranza, del legno che si fa canto».



