I Maggio: la matrice della Festa del Lavoro è sempre “Fontamara” di Ignazio Silone

«I contadini poveri, gli uomini che fanno fruttificare la terra e soffrono la fame, i fellamin, i coulies, i peones, i mugic, i cafoni si somigliano in tutti i paesi del mondo»

di Sergio Venditti*

PESCINA – Ogni primo maggio si celebra, in tutto il mondo libero, la Festa del Lavoro, ma anche la nascita di un grande scrittore come Ignazio Silone a Pescina, che ha lasciato opere immortali, a partire dal suo primo capolavoro di Fontamara, edito nell’ esilio svizzero, in tedesco, nel 1933.

Un binomio quello del primo maggio, che sarà stato casuale, ma che poi nel tempo è diventato unico, nella lotta per le conquiste, la dignità e l’emancipazione del mondo del lavoro. Questo tuttora vive una vera e propria emergenza, non solo sul fronte dei salari “poveri”, ma ancor più per il persistere di fenomeni di sfruttamento e mancanza di sicurezza non solo per i lavoratori italiani, ma ancor più per quelli extracomunitari, nella stessa Piana del Fucino, legata alla grande riforma agraria dei successivi anni’50 del’900.

Essa è rievocata in queste settimane, con l’epopea del prosciugamento del Lago del Fucino, ad opera del principe Alessandro Torlonia, a metà ‘800, dal Consorzio di Bonifica Ovest (diretto dal Dott. Abramo Bonaldi), ripresentando il volume, con la sua ricostruzione giuridica, da parte del Prof. Sandro Valletta (Docente in Diritto delle Migrazioni, presso la Università’ “G. Marconi “, di Roma), in tutte le scuole di Avezzano. In questa importante opera di divulgazione verso le nuove generazioni, la rivista “Tempo Presente” (fondata da I. Silone e N. Chiaromonte) partecipa con la sua redazione abruzzese, riproponendo proprio la lettura del romanzo di “Fontamara “, come emblema di quella lotta di libertà ed emancipazione di tutti i “cafoni” del mondo, sfruttati ed emarginati dai “feudatari”, come il principe Torlonia: “In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo.

Questo ognuno lo sa. Poi viene il principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi, nulla, poi, ancora nulla, poi, ancora nulla, poi vengono i cafoni. E si può dire ch’è finito”.

Un ritratto straordinario di un conflitto di classe, sociale e politico in una terra marsa provata dalla storia e da terribili eventi, come il devastante terremoto del 13 gennaio 1915, che la rase al suolo e provocò oltre trentamila vittime e migliaia di orfani, che l’opera di don Luigi Orione, trasferì altrove, facendoli adottare e studiare, come il giovane Secondino Tranquilli.

Da quella tragedia, si può affermare, che inizio ‘l’odissea” , che portò alla nascita prima del militante politico e poi dello scrittore ed intellettuale, Ignazio Silone, che cosi descrisse mirabilmente la propria terra natia: “Il destino degli uomini nella regione che da circa otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalle montagne… Il fattore costante della loro esistenza è appunto il più primitivo e stabile degli elementi, la natura…. L’Abruzzo, situato nell’Italia centrale, appartiene all’Italia meridionale… E questo perché la storia che quel carattere ha formato, è stata spesso assai dura, oscura e penosa, in un ambiente naturale quanto mai aspro, tra i più tormentati dal clima, dalle alluvioni, dai terremoti.

Il carattere peculiare del vero uomo abruzzese è dunque un’estrema resistenza al dolore, alla delusione, alla disgrazia; una grande e timorosa fedeltà; una umile accettazione della “croce”, come elemento indissociabile della condizione umana”…

Una immagine del periodo delle lotte contadine nel Fucino

Un lascito che bisogna custodire  gelosamente e tramandare al futuro, figlio di quella storia umana, politica e letteraria, con tutti i suoi contributi e dibattiti che si sono sedimentati per decenni, a livello internazionale, dove il “Fenomeno Fontamara” ha lasciato un segno indelebile , con decine di traduzioni, in ben 27 lingue, da quella  in tedesco ed in italiano, prima tradotta in USA per i nostri emigranti, ma censurata in Italia, fino al dopoguerra, con il regime fascista, dall’editore-giornalista d’origine abruzzese Vincent Massari, che poi diverrà Deputato al Congresso e Senatore democratico, per lo Stato del Colorado.

Lo scrittore francese, nato in Algeria, Albert Camus, dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1957, dichiarò testualmente: “A meritare il Nobel era Silone. Silone parla a tutta l’Europa. Se io mi sento legato a lui è perché egli è nello stesso tempo incredibilmente radicato nella sua tradizione nazionale e anche provinciale”.

Il libro “Fontamara” (ristampato su licenza Mondadori), con la prefazione di Francesco Merlo, verrà abbinato al quotidiano “Il Centro”, in edicola dal 29 di Aprile, per un mese. Il Direttore Luca Telese sarà in anteprima a Pescina per la sua presentazione il 30/04 pv. (ore 17 presso il Teatro San Francesco), con l’attore Michele Placido, “il Berardo Viola”, nello storico film di Carlo Lizzani.

*Sergio Venditti – Rivista “Tempo Presente”