I Simboli della Processione del Venerdì Santo  a Chieti. Iconografia e significato: il 2 marzo conferenza su una delle manifestazioni più antiche d’Italia

FOTO DI RENATO DE JULIS

CHIETI – Giovedì 2 marzo alle ore 18,30 nella Chiesa della Ss. Trinità di Chieti si terrà la conferenza: I Simboli della Processione del Venerdì Santo  a Chieti. Iconografia e significato  a cura della prof.ssa Angela Rossi.

Introduce il Parroco Don Claudio Pellegrini.

L’incontro culturale rientra nel calendario delle attività parrocchiali, programmate per il periodo quaresimale

La partecipazione è gratuita

I simboli o Trofei della Processione del Venerdì Santo a Chieti, realizzati dal maestro pittore, scenografo e illustratore Raffaele Del Ponte, rappresentano i momenti cruciali della Passione vissuta dal Cristo.

Sono sette: l’Angelo alato, le Lance, la Colonna, il Gallo, il Sasso, il Volto Santo, la Scala, la Croce, che è il simbolo cristiano più diffuso, riconosciuto in tutto il mondo.

La Croce è una rappresentazione stilizzata dello strumento usato dai romani per la tortura e l’esecuzione capitale, il supplizio che secondo i Vangeli e la tradizione cristiana è stato inflitto a Gesù Cristo. Tuttavia si tratta di una forma simbolica molto antica, un archetipo che prima del Cristianesimo aveva già assunto un significato universale: rappresenta l’unione del cielo con la terra, della dimensione orizzontale con quella verticale.

Con il Cristianesimo assume significati nuovi e complessi come il ricordo della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù ed è come un monito dell’invito evangelico ad imitare Gesù in tutto e per tutto, accettando pazientemente anche la sofferenza.

La Croce è per i cristiani la memoria del sacrificio di Gesù e sintetizza in modo significativo il suo messaggio: l’amore di Dio ( il braccio verticale, che indica l’alto) e l’amore del prossimo( il braccio orizzontale): un abbraccio verso tutti gli uomini.

Le prime rappresentazioni visive della Croce, ma non del Crocifisso, vengono fatte risalire alle pitture catacombali composte fra II secolo e III secolo d.C., mentre la più antica raffigurazione della Crocifissione, a tutt’oggi conosciuta, può essere individuata in quattro tavolette di avorio attualmente conservate alla National Gallery di Londra, databili attorno al 420-430 d.C.

Nel pieno dell’epoca medievale si diffuse un’iconografia dalla forte valenza religiosa e simbolica, ossia quella della Crocifissione di Cristo.

Fondamentale è distinguere due tipi di modalità, che vennero adoperate a tale scopo e che mostrano notevoli differenze dal punto di vista compositivo e tecnico.

La prima si incentrava sulla raffigurazione di un Christus Triumphans (Cristo Trionfante), la seconda, invece, presentava un Christus Patiens (Cristo Sofferente).

Nel corso dei secoli gli artisti seguirono sempre più la tendenza a raffigurare la sofferenza del Cristo Crocifisso, sintesi della sua duplice natura umana e divina.